C'è un posto. Ognuno ha il nostro.
Io non so bene che luogo sia,
è un nascondiglio per venire allo scoperto,
un cespuglio intimo, un rifiuto.
E' dove ci appropriamo del nascosto che è in noi,
invisibile e inscrivibile per tutti.
Ci vado quando mi sento bisognoso-e-basta,
perché bisognoso-di-qualcosa lo sono sempre.
Quando ci si disinquieta,
quando preciso di dispaurirmi dalle improprie di me paure,
crepanze nella muraglia di un qualunque tranquillo andare.
C'è un posto. Una caverna preistorica del futuro presente,
una strada vasia di persone, impresenti.
Assenze costanti. Tanti-anti.
Il giardino segreto dei nostri neuroni ;) Carlotta
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