giovedì 15 gennaio 2015

Intervista a Stefano Donno - Alberto Zuccalà



CHI E’ STEFANO DONNO?
Una persona come tante che CREDE e vuole CREDERE. Che crede nell’Oltre e vuole credere nell’Altro, con la profonda convinzione che la cultura sia l’unico strumento valido per il miglioramento della nostra specie.

“NERO CAVO” (LUPO EDITORE) E’ IL TUO ULTIMO LAVORO. UNA RACCOLTA POETICA. RACCONTACI LA SUA GENESI…
Su questo libro ci ho lavorato un anno intero. Esso doveva rappresentare per un mio ritorno alla Poesia (dopo diversi anni di pubblicazioni per versi in antologie e riviste del settore) una specie di compendio dei risultati da me raggiunti ad oggi lungo i percorsi di vita, mistico/simbolici intrapresi.
 
IL TITOLO PARLA DI UN COLORE. TU DI CHE COLORE TI DESCRIVERESTI?
NEROCAVO … che per me è una dimensione dello spirito, della mente soprattutto la quale è attratta dalle profondità abissali dell’essere e dell’esistere sia in questo universo che in tutti i pluriversi possibili ed immaginabili
 


PAOLA SCIALPI IMPREZIOSISCE LA TUA OPERA. COME NASCE IL VOSTRO INCONTRO E IN CHE MODO PARTECIPA AL TUO LIBRO?
La conosco oserei dire da sempre. Abbiamo fatto moltissime azioni culturali insieme negli anni, dalla Scaletta di Matera allo Studio D’Ars di Milano. Lei ha scelto nel corso della sua carriera di rivolgere le sue doti e le sue capacità al sociale, in altri termini ha focalizzato l’attenzione su questioni scottanti che riguardano l’universo donna: dallo sfruttamento della prostituzione minorile, all’anoressia, alla violenza domestica che ogni giorno molte donne subiscono, alle difficoltà identitarie della donna all’interno di strutture border/line come ospedali psichiatrici e carceri. Tutto rigorosamente in bianco rosso e nero
 
E’ ANCORA POSSIBILE LA POESIA NELLA SOCIETA’ DI MASSA?
Possibile ma senza ansia da prestazione. Ovvero la Poesia ha bisogno di tempi lunghi per sedimentare, scandaglia profondità, si nutre di silenzio e penombra per poi zampillare in superficie come acqua di sorgente. La Poesia è nel mondo ma non è di questo mondo.
 
L’EDITORIA RISPONDE ADEGUATAMENTE AL BISOGNO INTRAMONTABILE DI ESPRIMERE IN POESIA?
A mio avviso la Poesia da molti editori non viene guardata di buon occhio soprattutto per un fatto fondamentale: non risponde a criteri di economicità. Poi al resto dei bisogni ci pensa superficialmente … Per essere più precisi e incisivi si vende poco. E l’iniezione di “ottimismo” che con gli ebook potrebbe infondersi dagli editori verso la Poesia e i poeti, non è sufficiente oggi in Italia a risollevare le sorti di una micro porzione di mercato editoriale, soprattutto perché in Italia l’analfabetismo digitale è ancora molto persistente.
 
COSA DISTINGUE IL POETA DA UNO SCRITTORE? E’ SOLO UN FATTO DI FORMA?
Penso che non via siano distinzioni tra uno scrittore e un poeta, se non forse per il modo di raccontare , di narrare, per la capacità di guardare al mondo, alle cose di ogni giorno.
Assolutamente no. Non è solo un fatto di forma. Almeno secondo il mio punto di vista. La Poesia è un percorso iniziatico, un vero e proprio INITIUM che è azione e meditazione, atto e forma, sostanza e potenza. Un vortice fenomenico che trasforma chi scrive versi in un essere nuovo, che ha visto le fiamme dell’Inferno, la fuligine del Purgatorio, la luce del Paradiso.
 
REGALACI UN TUO VERSO. UNO DEI TANTISSIMI CHE HAI SCRITTO…
“Quel nero senza fine e ancora nero // che sprofonda e scurisce il cuore// nero se di luce non splende // che nero lo strappo tende per sempre // nero che nella mente s’addolcisce// nero dunque ormai spasmo puro // s’addice al nero la vita che imparo // l’abisso nero che è fiele allo sguardo [...]”
 
SE TI PRESENTO UN TUO LIBRO PER CHIDERTI UNA DEDICA COSA MI SCRIVERESTI?
Ad Alberto che crede nella poesia e negli incanti del vivere


PER CONTINUARE A SEGUIRE STEFANO:  http://stefanodonno.blogspot.it/

lunedì 12 gennaio 2015

Intervista a Gisella Laterza - Alberto Zuccalà




CHI E’ GISELLA LATERZA?
Una ragazza di ventitré anni che sta studiando Lettere moderne e che ha da sempre la passione per la scrittura.
Ho iniziato a scrivere a undici anni e non ho mai smesso. Scrivo di tutto, dal fantasy al racconto introspettivo, dall'horror alle fiabe.
Scrivo per sfogarmi, per trovare un senso a ciò che vivo.
Ma soprattutto, scrivo perché scrivere mi piace.


“DI ME DIRANNO CHE HO UCCISO UN ANGELO” EDITO DA RIZZOLI… COME NASCE QUESTA STORIA? DI COSA PARLA?
Questa storia nasce dai dubbi e dalle angosce della mia adolescenza. È stata scritta infatti quando avevo sedici anni e la considero una metafora di quell'età. Parla di un angelo che cade sulla terra, inizia un viaggio alla scoperta del mondo e lungo la strada incontra diversi personaggi. Ecco, l'angelo è come l'adolescente: affacciato alla vita, sospeso in un momento di infinite possibilità, dove l'unica cosa che può fare è buttarsi. Sperimentare. Conoscere. Anche a costo di perdere qualcosa di se stesso.

TU SEI UNA BRAVISSIMA SCRITTRICE DEL GENERE FANTASY. IN ITALIA E’ CONOSCIUTO? E’ BEN INSERITO?
Più che scrittrice di fantasy, direi scrittrice di fantastico. Le mie storie hanno elementi di magia, ma non è la magia a governare il mio mondo: è una metafora.
In Italia parlare di fantasy significa toccare un tasto dolente: è un genere che trova molta difficoltà a farsi prendere sul serio, per colpa di un pregiudizio radicalizzato che vede nel fantasy una forma di evasione dalla realtà. Il fantasy non è un modo per fuggire alla realtà, ma è anzi un modo per interpretarla da una diversa prospettiva.
Vale lo stesso per il fantastico in generale, anche se quest'ultimo ha alle spalle una tradizione letteraria più solida (Calvino, Landolfi, Palazzeschi) e quindi è considerato con più riguardo.

ESISTONO DAVVERO GLI ANGELI? E ANCHE QUALCUNO CHE LI UCCIDE?
Potreste chiederlo all'angelo della mia storia. Anche se è molto timido: non si farà vedere facilmente.

COME E QUANDO INIZIA LA TUA ESPERIENZA DI SCRITTURA? QUANDO HAI CAPITO CHE SAREBBE POTUTO DIVENTARE UN PROGETTO ARTISTICO?
La mia esperienza inizia per divertimento. Come Bastiano della Storia infinita, anche io ho subito fin da bambina l'irresistibile fascino del sapermi raccontare una storia.
Progetto artistico? Chissà. So che non si smette mai di migliorare, dal punto di vista stilistico, e che è impossibile sapere con certezza quando si sta facendo dell'arte.



IN QUALI TEMPI DELLA GIORNATA SCRIVI? SCRIVI DI GETTO O STRUTTURI PRIMA L’IDEA?
Sono una studentessa universitaria e il tempo libero è poco: scrivo quando riesco a trovare dei ritagli. Riguardo alla pianificazione e alla scrittura di getto, faccio entrambe le cose: parto con un'idea generale, poi la articolo in una scaletta definita, poi mentre scrivo mi vengono altre idee e cambio la scaletta.




QUESTA TUA ESPERIENZA CHE TI HA PERMESSO DI EDITARE CON UN EDITORE NAZIONALE, TI HA PERMESSO DI CONOSCERE ALTRE PERSONE? ALTRI SCRITTORI? HAI CONDIVISO QUALCOSA DI PARTICOLARE CON LORO?
Da quando il romanzo è uscito, mi ha permesso di incontrare e conoscere lettori, scrittori e molte personalità interessanti (e vagamente folli) che si sono rivelate una bella sorpresa. Con alcuni di loro ho stretto un rapporto molto cordiale, con altri, come Aislinn e Luca Tarenzi, un rapporto di amicizia. È un aspetto della pubblicazione che non mi aspettavo e che mi rende felice: fa uno strano effetto sentirsi improvvisamente affine con persone di cui hai conosciuto prima le parole e poi il carattere.

FAI SOLO LA SCRITTRICE NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI? HAI ANCHE ALTRE PASSIONI?
Amo viaggiare e non mi tiro mai indietro di fronte alle occasioni di partire. A gennaio andrò, ad esempio, in Erasmus a Stoccolma e so che sarà per me un'ottima esperienza sia per perfezionare l'inglese, sia per conoscere luoghi, culture, persone.

SE TI PRESENTO LA COPIA DI UN TUO LIBRO PER UNA DEDICA COSA MI SCRIVI?
Presentamela, e lo scoprirai. ;)




lunedì 5 gennaio 2015

Intervista a Silvano Dragonieri - Alberto Zuccalà



CHI E’ SILVANO DRAGONIERI?
Innanzitutto ciao a tutti! Sono un medico pneumologo e docente universitario di 35 anni, barese purosangue. 

COME MAI UN MEDICO-PROFESSORE UNIVERSITARIO DECIDE DI SCRIVERE UN ROMANZO CHE DI SCIENTIFICO HA POCO E NIENTE?
Il mio cervello eclettico-eccentrico a volte decide di compiere iniziative di sua spontanea volontà e, siccome non gli basta essere occupato in tre lavori in uno, ossia il medico, il professore e lo scienziato, ha deciso di scrivere  pure un libro.

IL TITOLO DEL TUO ULTIMO LIBRO… COME NASCONO LIBRO E TITOLO? PARLACI DEL TUO LAVORO…
Silvia lo sai lo definirei un romanzo di genere storico-rosa-culturale. E’ ambientato negli anni 80, più precisamente tra la fine del 1984 e l’inizio del 1985. Il setting si divide tra la mia Bari e la magnifica Lucca, per me una delle città più belle in assoluto, a cui mi legano ricordi della mia fanciullezza. E’ principalmente la storia di un’amicizia molto particolare tra Maurizio, un insegnante 28enne barese e Silvia, una dolcissima 15enne lucchese. Questo rapporto speciale si sviluppa mentre tutt’intorno scorrono beanti gli scoppiettanti anni 80, con le loro icone, i contrasti e le mille sfaccettature. E’ un libro che, a detta dei molti che l’hanno letto, si fa leggere con estremo piacere e che lascia un “piacevole sapore” una volta finito. Il libro, come se fosse un film, è ritmato da una colonna sonora, ovviamente anni 80 e ho scelto “Silvia lo sai” come titolo ispirandomi alla celeberrima canzone di Luca Carboni, una delle mie preferite. Purtroppo non ho potuto inserirla nella mia “soundtrack” perché è stata scritta nel 1987, quindi avrei commesso un grave anacronismo.  
Visto che ho la fortuna di avere un lavoro che mi permette di portare ogni fine mese uno stipendio fisso, e di questi tempi non è per niente scontato, ho deciso di devolvere tutto il ricavato del libro in opere benefiche. Spero che questo sia un ulteriore incentivo all’acquisto di Silvia lo sai.

HAI ALTRE PASSIONI OLTRE LA SCRITTURA?
Tantissime. Oltre ad essere un divoratore di libri adoro il calcio giocato e “tifato” (FORZA BARI!), lo squash, lo sci e il cinema. Tanta è la passione per il cinema che qualche anno fa ho scritto e autoprodotto un lungometraggio dal titolo “Trovilo!”, sempre ambientato negli anni ’80, che ha  avuto un buon successo a livello locale. E’ stato un bagno di sangue dal punto di vista economico e di energie ma ne è valsa sicuramente la pena!



infine questo è un piccolo estratto del libro: http://issuu.com/wipedizioni/docs/silvia_lo_sai