Pompei, L’Aquila, Fukushima, Vernazza (e tutte le cinque terre). Posti diversi, lungo i quali possiamo tracciare l’invisibile linea dei disastri ambientali, l’eliminazione delle tracce dell’uomo. Il termine “disastro ambientale” non significa nulla. Sono semplicemente fenomeni naturali, che alterano le condizioni ambiental ma ne sono parte integrante. L’ambiente è un sistema complesso, e l’uomo ne è parte. Ma spesso sembra scordarsene, comportandosi da padrone, pensando di governare gli elementi, di porgli freni, argini, controllo. L’uomo costruisce, con l’arroganza di chi credo di lasciare un segno eterno del proprio passaggio. Invece troppi elementi del sistema in cui viviamo ci sono ignoti; ed ignoriamo persino la nostra ignoranza.
Così, a volte, intervengono fenomeni naturali a ricordarci che siamo solo un puntino sulla linea infinita del tempo dell’universo. A dirci che se solo avessimo avuto più umiltà, non avremmo dovuto piangere tanti morti, addossando la colpa ai “disastri ambientali”. Scomparvero i dinosauri e il loro mondo. Scompaiono in un attimo vite e paesaggi umani bellissimi dalla nostra vista, e dalla memoria.
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