domenica 9 ottobre 2011

Riflessione sulla Parola,XXVIII Tempo Ordinario-Carlotta Fai

 Tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze.  (Mt 22,1-14)     


La Parabola presente nel Vangelo di oggi, sulle nozze del Figlio e l'invito del Padre al banchetto di "grasse vivande, di cibi succulenti e vini raffinati", è senza dubbio l'allegoria del Paradiso, nel cui Regno la festa,il banchetto, la gioia, sono l'atmosfera che lo circonda, volti illuminati dalla Luce Eterna che è anche Bisogno, Necessità, e non mancanza, in un sistema pressocchè contemplativo che non necessità d'altro perchè coloro che siedono alla Mensa non hanno nè bisogno di grasse vivande nè di vini raffinati, in quanto la visione di Dio occupa tutto il loro essere. Ma per averne accesso, tutti possono accedervi. L'ingresso è libero. Dipende solo dalla propria volontà, dipende solo se lo vogliamo o no. Se c'è sul serio interesse. Molti di coloro che erano stati mandati a distribuire inviti ai "prescelti" sono stati scacciati, picchiati, assassinati. Gli invitati di "seconda scelta" invece, li hanno seguiti e sono entrati a far parte molto volentieri. Questo mi fa pensare che l'ingresso non è precluso a nessuno, ma semplicemente che ogni azione dell'uomo prevede delle conseguenze. Dio non punisce,non castiga,non è un padrone senza scrupoli. é la volontà che incatena. Il Signore non ci avrebbe dato libero arbitrio se fosse stato un Dio punitore. E così l'Inferno, le tenebre, là dov'è "pianto e stridore di denti" è la diretta conseguenza del libero arbitrio. C'è ancora un punto. Cos'è l'abito nuziale? La prima lettera ai Corinzi di s. Paolo, cap. 13,vs.1, inizia così: "Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli ma non avessi la carità,sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita". Ecco la veste nuziale. Ecco la Carità. Tutto il resto è nulla. Per esserne vestiti non bisogna far altro che essere come i poveri. "Beati i poveri, gli afflitti e gli affamati".

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