sabato 31 marzo 2012

Un posto sicuro - Alberto Zuccalà

(Ph: Alberto Zuccalà)





Esisto anch'io. Lo vedo dal mio letto sfatto. Mi specchio nei vetri degli occhi suoi. Io per questo non muoio ancora. Se è vero che sei fatto di pelle, se ci credi almeno un pò, lasciami le chiavi ed una penna ferma. Porte e finestre aperte. Un nido da scoprire. E poi ti scriverò di quanto il tempo ho saputo aspettare per noi. 

venerdì 30 marzo 2012

Imprevisto - Paolo Cos


Il suo guaio è che pensava di avere la vita nelle sue mani. Come molti, era diventata brava nel prevedere il prevedibile. Tra le sue dita destreggiava abilmente quali decisioni soppesare. Minuziosa nel minimizzare le possibilità di fallimento e altrettanto meticolosa nell'enfatizzare le cadute altrui. Fu un imprevisto che la destò dal sopore dei suoi strutturati pensieri. Ma difficilmente riuscì a nascondere la sorpresa di quella scoperta. L'imprevisto era proprio lui. Difficile non (pre)vederlo.

Buon compleanno a carlotta - Il Tendone


DA PARTE DI TUTTO IL TENDONE TANTI AUGURI DI BUON COMPLEANNO ALLA NOSTRA REDATTRICE CARLOTTA :) 

giovedì 29 marzo 2012

Intervista ai Jack in the head - Alberto Zuccalà

CHI SONO I JACK? 
Quattro musicisti stanchi delle solite conzonette da quattro soldi che si sentono per radio o in televisione e che tentano, con un progetto inedito e fuori dai comuni standard radiofonici e di immagine, di ritagliarsi uno spazio nella piccola vetrina della musica italiana.

PERCHE’ SI ARRIVA AD AUTOPRODURRE UN ALBUM? IL MERCATO NON LASCIA SPAZI SUFFICIENTI? SI CREDE POCO NEI NUOVI TALENTI? 
Perchè ritenevamo e riteniamo ancora che oggi avere una buona visibilità è molto difficile, soprattutto quando a lavorare per te sei solo tu! Quindi la scelta di autoprodurre il nostro album e di caricarlo in freedownload in internet (scaricabile al seguente link http://jackinthehead.bandcamp.com/ ) è stato anche un voler condividere ciò che amiamo e che abbiamo in mente con tutti, senza chiedere nulla in cambio, cercando in qualche modo di agevolare il mercato emergente e le tasche delle persone! Purtroppo oggi il mercato della musica è in crisi, e di conseguenza le case discografiche hanno paura nell'investire in bands nuove, giovani ed al momento sconosciute al grande pubblico! Ma le cose prima o poi cambieranno, su questo siamo fiduciosi!

QUANTO CONTA LA FIGURA DI UN PRODUTTORE IN UN DISCO? 
Non ne abbiamo idea per il momento: sino ad oggi abbiamo lavorato di testa nostra, eseguito le nostre emozioni imparando dagli sbagli del passato e cercando di non ripeterli. Ma sicuramente un produttore che ti segue, che crede nella tua musica e che può indirizzarti nei "canali" giusti ci sarebbe di grande aiuto nell'ottimizzare i lavori e di credere ancora di più in noi stessi.

COSA RAPPRESENTA “IL CAVO NELLA MENTE” – JACK IN THE HEAD APPUNTO? Rappresenta il passepartout per accedere alle idee che balenano nella mente di ognuno di noi e che le rende possibili.

L’ALBUM E’ PIU’ REALE E SURREALE? COME NASCE? -Sicuramente è un album dove il reale ed il surreale si mischiano a tal punto che riconoscere l'uno o l'altro diventa quasi del tutto impossibile! E' un ambiente dove sentimenti, sensazioni e situazioni sono del tutto reali, vivibili da ogni essere umano. Ma in questo caso, noi abbiamo fatto si che questi sentimenti sia un robot a provando, rendendo quindi surreale un tema che altrimenti sarebbe stato comune. Per capire bene il nostro album bisogna perdere un pò le nostre concezzioni di odio, amore, tragedia, disprezzo, delusione ecc e lasciare che sia il nostro "fittizio" androide a raccontarle!

PARAFRASANDO UNA VOSTRA CANZONE “LA VOSTRA MENTE DOVE RESPIRA”? -In realtà, essendo "La tua mente respira" la penultima track del nostro album, intendevamo raccontare come questo androide si sia accorto con ritardo di esser capace di provare sentimenti umani! Insomma è un pò come se la chiave per capire il disco sia racchiusa in questa frase.

QUALE ESPERIENZA VI HA EMOZIONATO DI PIU’ FINO AD ORA? 
Tutte le nostre esperienze hanno avuto il loro peso ed hanno contribuito al nostro accrescimento artistico. Ma siamo sicuri che l'emozione più grande sarà la prossima........

MA LA SCELTA DI METTER SU UNA BAND SENZA CHITARRA NASCE DA UNA PROTESTA CONTRO I CHITARRISTI?!? CHE VI HANNO FATTO I CHITARRISTI?! 
Assolutamente nulla: siamo fermamente convinti che nel 2000 la musica deve cambiare e nel nostro piccolo cerchiamo di dimostrare che è possibile fare del buon rock anche senza la chitarra elettrica, simbolo rock per eccellenza da sempre!

CHE SOGNO SEGRETO HANNO I JACK? 
Se ve lo diciamo poi non si avvera! :)

VI PORTO LA COPIA DI UN VOSTRO CD PER UNA DEDICA… 
(Questa non l'hanno capita! ...ahahah!)





PER CONTINUARE AD INCONTRARE LA MUSICA DEI 
JACK IN THE HEAD:

facebook.com/jackinthehead
jackinthehead@gmail.com
youtube.com/mrjackinthehead

Prossimo live: Domenica 8 Aprile 2012 Nardò (LE) Piazza Castello 


Si alterneranno inoltre come ospiti alcuni loro grandi amici di sempre: Puccia e Valerio Combass Bruno degli Après la Classe, Gabriele Blandini e Romeus (Carmine Tundo)

martedì 27 marzo 2012

Non so - Zoè



Non so dove tu trovi questa pazienza madre.. troppo amore hai dato al suo volto.. troppa speranza affidata alle sue mani... troppa bellezza sprecata in quegli occhi che non hanno saputo mai restituirti neppure un briciolo di dolcezza.... 


Non so come tu possa sopravvivere ogni giorno ed io non so come aiutarti.. le grida la rabbia nascosta le lacrime soffocate in quel cuscino.. troppa tristezza ha attraversato il tuo cuore... ed io sono qui impotente.. che non posso fare altro se non abbracciarti.... 

domenica 25 marzo 2012

Intervista ad Andrea Epifani - Alberto Zuccalà


CHI E’ ANDREA EPIFANI?
Oggi con la crisi ci si adatta a fare un po’ di tutto. Sono innanzitutto uno che si dichiara un cantautore, altrimenti non mi staresti intervistando, ma anche un dottorando di ricerca, un assistente universitario, uno specializzando in psicoterapia, per tre mesi ho fatto l’operatore di censimento… tra l’altro se hai problemi con le gomme della macchina contattami che ti faccio un buon prezzo.


PRIMA DELLE SUE CANZONI ANDREA EPIFANI SUONAVA ALTRO O SI E’ LANCIATO FIN DA SUBITO A MUSICARE I SUOI TESTI?
Da quando ho cominciato a suonare la chitarra (avevo circa undici anni) ho sempre pensato che la cosa più bella che si potesse fare con quello strumento fosse scrivere delle canzoni. Per cui diciamo che la priorità è sempre stata quella. Poi ho suonato in adolescenza in qualche gruppetto qua e la, ma contemporaneamente facevo molta attenzione a tenere nascoste le canzoni che ogni tanto scrivevo. Già a quattordici, quindici anni, scrivevo delle canzoni, ovviamente erano terribili. Finché ad un certo punto non mi sono convinto a farle 
sentire in giro, ed eccomi qua.

QUANDO HAI PENSATO CHE LA TUA CANZONE POTESSE INTRAPRENDERE LA STRADA DI MUSICULTURA?
“Tzigano della badante” ha vinto anche il Premio De André ed altri due concorsi, quindi diciamo che sono arrivato al Musicultura con una canzone già “collaudata”. L’ho sempre considerata una canzone diversa dalle altre che ho scritto, fin da subito. Io in genere sono molto autocritico, quando finisco di scrivere una canzone, anche se mi piace, raramente sono soddisfatto al cento per cento. Invece subito dopo aver scritto quella canzone ho provato uno strano senso di soddisfazione, la risuonavo come se non fosse mia, come se avesse una vita propria. È difficile da spiegare.


CHE EFFETTO FA CANTARE LA PROPRIA MUSICA SU RAI UNO? MA POSSIBILE CHE L’EMOZIONE NON GIOCA SCHERZI?Prima di salire sul palco dello Sferisterio di Macerata ricordo che andavo avanti e indietro di continuo, a testa bassa. Uno dei tecnici di palco, che ancora mi capita di incontrare a Bologna, tutte le volte ci scherza dicendomi che dovrò pagare i danni per aver consumato il retro del palco con i miei andirivieni. L’emozione era tanta, ovvio, però una volta salito su quel palco mi sono trovato a mio agio. Lo Sferisterio è un’arena grande ma anche molto accogliente, il pubblico lo senti molto vicino, come se fosse un immenso locale.


COSA E’ SEGUITO DOPO IL PREMIO COME MIGLIOR TESTO AL CONCORSO DI MUSICULTURA?
È seguita una visibilità maggiore e un contratto editoriale con la Castorone Edizioni Musicali, che sta anche producendo il mio primo EP insieme a Lele Barlera. Poi ho partecipato al Musicultura Tour 2010, in una serie di serate in giro per i teatri marchigiani con Paola Turci come ospite fisso. È stata una bellissima esperienza. Per il resto la vita è sempre la stessa.


CHE COMPITO DEVE AVERE LA CANZONE? E’ VERO CHE LE CANZONI “NASCONO DA SOLE E VENGON GIA’ CON LE PAROLE?”
Credo che uno dei compiti più nobili della canzone sia quello di dare voce a chi non ha voce. De André lo ha dimostrato in tutta la sua carriera. Al di là di questo, una canzone può avere molti compiti, a volte all’interno dei tre minuti e mezzo è possibile ritrovare stati d’animo che spesso proviamo, ma che a volte ci riesce difficile descrivere. Prendi molte canzoni di De Gregori, quelle più intimiste: la sua forza è quella di farti provare delle sfumature particolari di alcuni stati d’animo ai quali magari nemmeno prestiamo attenzione.


QUAL E’ IL PIU’ BEL COMPLIMENTO CHE TI HANNO FATTO?
Oddio, in questo momento non mi viene in mente. È grave?


INTERNET AIUTA LA MUSICA MENO CONOSCIUTA? O RESTA SOFFOCATA?
Internet è una risorsa per chi fa musica, anzi per chi fa arte in genere. Oggi chiunque, con un po’ di buona volontà, può crearsi un suo pubblico grazie alla rete. Posto ovviamente che ci sia del talento, ma a volte non è detto… Quando ho cominciato a far sentire le mie canzoni utilizzavo moltissimo MySpace, un social network ormai molto più in disuso purtroppo. Grazie a MySpace non solo riuscivo a far ascoltare le mie registrazioni casalinghe, ma anche a conoscere gruppi e cantautori che altrimenti non avrei mai conosciuto. Non bisogna però dimenticare che la vera musica è quella suonata dal vivo, è li che si gioca tutto. Internet è una spinta, ma per il resto il mestiere del musicista resta sempre lo stesso.


PROGETTI FUTURI?
A breve dovrei terminare, come ti dicevo, il mio primo cd ufficiale (quello attualmente in circolazione è in realtà un demo). Dopodiché spero di poterlo presentare in quanti più posti è possibile.


mercoledì 21 marzo 2012

Come fratelli - Alberto Zuccalà


La cosa sorprendente dell'amicizia è che ti puoi ritrovare ad avere gli stessi bisogni nello stesso istante e parlare con un interlocutore "da parte a parte" e questi ti comprende fino in fondo perchè sta passando il tuo stesso momento, le tue stesse difficoltà, la tua stessa fondamentale esigenza. Talvolta se ne fa persino carico. Qualcuno si guarda la cinta firmata e l'altro gli mostra la sua. Qualcuno racconta una storia e l'altro gli racconta la sua. Qualcuno aspetta qualcosa e l'altro gli fa compagnia. Insomma, avere un amico è un pò l'immagine insolita di due porte speculari e differenti soltanto nel colore del buco della serratura. Talvolta è un amico. Talvolta è un cugino.

Cose belle dal mondo - Alberto Zuccalà


Oggi una signora è venuta in ambulatorio. Arrivato il suo turno ha aperto la porta, è entrata e mi ha detto "Buongiorno dottò! duihfwieofrn huhdiw huhsciz hhcuh zzhah hcauihcidw c hcidhudh czxhuih cxucxhhch hi no no no udhuih shuh suxy xywuyx hwu fhwufh suu pjokjkj jkyopkh qqwerwtx xyfxa  ydsgsgx g uhu dieioqp aiisoa hdd j ioewj xewui ixhew bnmcv bcxnxcxazwqw jdh jio ueiurqp!!!".
Era partita bene, ma ho dovuto chiamare la segretaria per farmi tradurre il suo dialetto: non spiaccicava una parola in italiano!!! olè!

martedì 20 marzo 2012

Luce ad Est - mariagrazia


Gli occhi appena aperti; il segno della croce;    il letto da rifare ; l'avvolgibile da alzare; la finestra da aprire; l’aria  pulita e fresca da respirare. Il vortice dell’abitudine, se non apprezzato nei suoi innumerevoli  giri, può quasi apparire un cacciatore di emozioni che tende le sue trappole. Davanti a questa finestra  però mi sento libera dalle  retoriche. E' compagna di tante ore, di pensieri, di lacrime e di speranze… Ogni mattina saluta il sole che sorge  , si complimenta con lui per la potenza con cui risveglia il mondo dal buio della notte. Mi dà un’irresistibile  luce ad Est e  la primavera, da qui, si può sentire di più. Tu la chiamavi ’’peschi in fiore’’  ma trascuravi la primavera che sboccia dentro di te lasciandoti volare. In fondo l’aria più calda che respiri non è altro che il tepore entro cui aprire le ali e respirare la tua libertà.

domenica 18 marzo 2012

Gli scherzi del sole - Sergio Paolilli Treonze

Deve essere il sole che scherza! 
Già, è un suo riflesso. Si, un riflesso dorato....
Anche se,  più che dorato, a guardar bene,  sembra argenteo... 
No; ...  è bianco.     Proprio un filo bianco.

A contarli in effetti,  sono 4, quattro fili bianchi. Qui, in mezzo al mio petto.

La natura mi ricorda così, una mattina, che i miei giorni passati a giocare sommano comunque 37 anni.
37 anni di giochi, giochi da ragazzo, giochi da padre, giochi da lavoratore, da marito.
Ma ho ancora voglia di giocare. 
Allora metto la maglia, tengo dentro i miei 4 fili bianchi, e mi cullo al pensiero che  i miei capelli chiari ben camuferanno i primi che compariranno con il segno della saggezza.



 

sabato 17 marzo 2012

Su per giù - Alberto Zuccalà



Francesca sistemò la sua pasta nel piatto e accese la televisione. Aprì la finestra per confondere il profumo del preparato con quello della primavera. A volte la vita ti porta in un altro luogo e quel luogo sai che diventerà la tua casa per il resto degli anni. E cosa resta della casa che hai abitato fino a quel momento? Siamo progetti in divenire e nessun luogo è davvero per sempre. Ma la pasta al tonno, se ci metti il prezzemolo, resta la stessa ovunque. Su per giù.

Intervista a Raffaele Vasquez - Alberto Zuccalà

CHI E’ RAFFAELE VASQUEZ?
Un tipo con un cognome spagnolo che ha avuto del tempo da dedicare al proprio hobby. Il resto me lo chiedo da circa trentaquattro anni senza risposta alcuna.

“SENZA BASTONI TRA LE ALI”  E’ IL TUO ESORDIO DISCOGRAFICO COME CANTAUTORE. QUALI SONO I BASTONI CHE MINACCIANO LE ALI? COME CI RACCONTI QUESTA ESPERIENZA?
I bastoni sono i “paletti” che troppo spesso, noi stessi, ci mettiamo da soli tra i nostri sogni, tra le nostre ambizioni, tra i nostri amori. A volte capita, però, che gli ostacoli ci vengano messi da altri, ed in quel momento lo sfogo viene spontaneo. Con quello che ho scritto, che canto, in questo caso,appunto, mi sfogo.

QUESTO NUOVO LAVORO SEGNA UN CAMBIAMENTO MUSICALE IN RAFFAELE VASQUEZ?
Segna un passaggio. Da piccolo ascoltavo i Ricchi e Poveri e “sarà perchè ti amo” era la mia canzone preferita. Avevo tre o quattro anni. A quattordici  ascoltavo solo i Dire Straits per poi passare, verso i diciassette, ai Beatles . Negli anni dell' università si è imposto il Jazz e tutto il filone cantautoriale italiano. Ora ascolto un po' di tutto, mi piace ascoltare quasi tutta la musica e suono vari generi. I gusti cambiano, ma non è detto che non comprerò mai più un disco dei Ricchi e Poveri.

HAI LAVORATO PER IL FILM “FINE PENA MAI – PARADISO PERDUTO” E PER IL FILM “COME TU MI VUOI” DI MEDUSA CON NICOLAS VAPORIDIS E CRISTINA CAPOTONDI. CHE EFFETTO FA SENTIRE LA PROPRIA CANZONE COME COLONNA SONORA DI UN LAVORO CINEMATOGRAFICO?
La proiezione nelle sale cinematografiche segue ad una fase di post-produzione molto lunga. Diciamo che arrivo al cinema “preparato”. Ma fa comunque un effetto notevole leggere il proprio nome tra i titoli di testa o di coda sullo schermo.

PIU’ CHITARRA O PIANOFORTE?
Dipende dagli stati d'animo. Vivo la chitarra in modo giocoso. Il piano mi parla con più malinconia. Chitarra ad un falò, pianoforte in casa o in teatro. Ma arriverà il giorno in cui mi porterò il piano sulla spiaggia. Forse.

SPAZI NELLA MUSICA NEL TEATRO NEL CINEMA,  QUALI SONO GLI ARTISTI CHE AMMIRI IN QUESTE DIFFERENTI FINESTRE DI CREATIVITA’?
 Uno per tutti: Magritte. Lo so, lo so.

ZELIG LAB UNA NUOVA PAGINA INASPETTATA O DA SEMPRE SOGNATA?
Improvvisatissima volata ad un provino superato con successo. Ho deciso, però, di non continuare. Mi sarei dovuto spostare a Milano.

COS’E’ LA FANTASIA?
Una proiezione. Una realtà che l'uomo, ancora, non ha capito essere tale. Mi sono capito da solo, forse.

NON FARTI UNA DOMANDA, MA DATTI UNA RISPOSTA.
Circa sette miliardi.

HO IN MANO UNA COPIA DI “SENZA BASTONI TRA LE ALI” PER UNA TUA DEDICA.
“E vola vola con me, il mondo è matto perchè...” Franco & i Ricchi e Poveri





venerdì 16 marzo 2012

C'era una volta Quaremma... - mariagrazia


Nonna : << C’era una volta (…e c’è ancora oggi) Quaremma. È una vecchia signora. Ha il fazzoletto  in capo, lo scialle sulle spalle e il grembiule in vita. Tutto rigorosamente nero perché lei è in lutto. Infatti suo marito, il signor Carnevale, è morto dopo aver sperperato tutti i suoi averi. E' povera, magra e trasandata. In mano ha un fuso e una conocchia per filare. Ai suoi piedi un’arancia amara ( la marancia) e infilzate su di essa sette penne di gallina. In tasca fichi secchi, qualche tarallo e un pò d’olio. La vedi per le strade a partire dal Mercoledì delle Ceneri ma scompare nel fumo grigio il giorno prima di Pasqua.>>
Nipote : << Ma Quaremma chi è veramente?  >>
Nonna : << E’ un fantoccio che per tradizione viene appeso per le strade e sulle terrazze  del paese durante  la Quaresima. Rappresenta tutta la popolazione che vive l’attesa della Pasqua nella penitenza e nelle privazioni.  Il fuso che ha in mano segna lo scorrere del tempo; l’arancia, col suo sapore acre, indica la sofferenza; le sette penne di gallina, una per ogni settimana che manca alla Pasqua, rappresentano invece l’astinenza, il sacrificio e il digiuno Quaresimali. Viene poi bruciata la sera del Sabato Santo in segno di purificazione per la Resurrezione interiore di ogni persona. >>
Nipote : << Si, ma cosa rappresenta ? >>
Nonna : << E’ la consapevolezza di ognuno di noi che la vita segue cicli di serenità e momenti duri. E’ un richiamo all’essenzialità delle cose e dei sentimenti. È un monito per non dimenticare il valore delle situazioni e delle persone che viviamo . E poi rappresenta la speranza perchè ricorda che dopo ogni tempesta c'è il sereno. >>




mercoledì 14 marzo 2012

Perdonami - Zoè

Perdonami per ciò che non ti ho mai detto
per le carezze che non ho saputo darti
per la rabbia urlata in faccia
per il rancore che non ti ho nascosto
per il disprezzo mischiato alle lacrime
Perdonami per i sogni che non ti ho confessato
per la dolcezza che ho allontanato dal mio cuore
per il male che gettavo tra le nostre mani
per averti creduto sempre troppo lontano da me 
Perdonami per non averti mai guardato negli occhi
per non averti donato neppure un solo abbraccio
per non averti ascoltato quando mi cercavi
per non averti amato come volevo..
per non essere mai riuscita a dirti..
.sussurrando piano...
..quanto ti amo..

domenica 11 marzo 2012

Luce propria - mariagrazia

Quando penso a casa mia è questo il panorama su cui  il cuore volge il suo primo sguardo … Proprio così, sul far della sera, al confine tra ciò che si vede ancora e ciò che invece, nascosto dal buio della notte, si lascia illuminare da poche luci preziose. Quelle dell’uomo e quelle dell’universo si avvicinano in un bacio che sa far sognare. Inizia un viaggio parallelo nel mio paese e dentro di me. Le strade che percorro a volte hanno l’odore delle viuzze antiche, muschiate , fredde e poco soleggiate… Ed io lì, pronta a barattare con te un luogo di ristoro, un po’ di calore. Mi basterebbe anche la luce riflessa  della luna. Una voce grida  ’’Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato’’. E torna  la luce sulla piazza dei pensieri. I  più tristi, barattatati  e venduti alla felicità del giorno, ora  possono brillare di luce propria.

domanda e risposta - Alberto Zuccalà



Le generazioni cambiano e non resta niente delle condivisioni. 
"Tu appartieni alla famiglia che in guerra abitava accanto alla mia!"
"Si, è vero! Ma io sono in divenire e non mi interessa più."
Meglio affidare altrove il rischio della vita? 
Forse è vero: la finestra è la sola a farci davvero compagnia.

venerdì 9 marzo 2012

L'alba - Paolo Cos



Si girò di scatto meravigliata dalle sue parole. Incrociò il suo sguardo raccogliendone verità nascoste ai più. Vedeva in lui la volontà di costruire realtà piuttosto che fragili promesse. Riconobbe in lui l'amore, quello fatto di scelte e non di parole. Fu in quel momento che il suo sorriso la tradì, e da allora solo alba e mai più tramonto.

martedì 6 marzo 2012

Intervista a Viviana Leo - Alberto Zuccalà


CHI E' VIVIANA LEO?
Viviana Leo è una ragazza semplicissima, che ama la scrittura e la lettura fin da quando era bambina e ha sempre coltivato il sogno di diventare una brava scrittrice... La passione mi ha portata a scegliere la facoltà di lettere all'università e a fare del piacere un mestiere, o almeno si tenta! Poi credo che stia molto nel lettore scoprirmi attraverso i miei libri...

COME SI INIZIA A SCRIVERE?
Per me non c'è un come. Scrivo da quando avevo nove anni o anche prima. Credo sia stato un "istinto" naturale, se così lo vogliamo chiamare. Fin dalle elementari mi sedevo ad un tavolino e annotavo i miei pensieri, le mie sensazioni... ho perfino composto poesie! E dato che mia madre e i miei professori di lettere mi hanno sempre incoraggiata, ho continuato a farlo fino a proporre le mie storie alle case editrici.

CINQUE AGGETTIVI PER IL TUO ULTIMO ROMANZO. COME LO PRESENTERESTI? 
Ironico, grintoso, misterioso, fantasioso ed emozionante. Lo presenterei come la storia di una ragazza con un passato particolare, coraggiosa e ironica, che non si ferma davanti a nulla e affronta i pericoli ogni notte pur sapendo di mettere a repentaglio la propria vita. Ha a che fare con creature mostruose e con amici che la sostengono in questa lotta. Insomma... un libro da leggere tutta d'un fiato!

SCRIVI DI GIORNO O DI NOTTE?
Io scrivo rigorosamente di notte. Sarà per il genere trattato, ma è la notte che mi da l'ispirazione. Mi capita spesso di guardare fuori dalla mia finestra e prender spunto dal paesaggio lunare. Inoltre il silenzio notturno mi aiuta a riflettere.

QUALI LIBRI TI HANNO CONQUISTATO NELLA LETTURA?
Oddio, tantissimi. Io leggo molto, non ricordo neanche un periodo della mia vita in cui non abbia letto un libro. Ecco perchè ne compro in continuazione, per non rimanere mai senza! Però, se proprio devo dire quali mi abbiano conquistato, posso rispondere con certezza che tutti quelli del genere "urban fantasy" mi appassionano particolarmente.

CI SONO ABBASTANZA OPPORTUNITÀ IN GIRO PER UN GIOVANE SCRITTORE?
Credo che le opportunità, un giovane scrittore, se le debba creare. Pubblicare è solo uno dei traguardi poichè uno scrittore deve continuamente pubblicizzarsi e deve essere il primo a credere in se stesso. Nessuno ti regala niente, ognuno di noi deve sudarsi qualunque cosa come in ogni mestiere. Ci sono alcuni spazi, come ad esempio il vostro, in cui gli scrittori esordienti sono ben accetti. Basta solo ricercarli, stando però sempre bene attenti alle possibili truffe.

SCRIVI DIRETTAMENTE SU PC O A PENNA?
Purtroppo l'ispirazione mi viene solo su carta quindi faccio una fatica immensa dopo a copiare tutto su pc! Ma sono una vecchio stampo, provo ancora piacere a vedere le mie mani sporche di inchiostro e un foglio completamente bianco da poter riempire.

COME MAI HAI SCELTO QUESTA CASA EDITRICE?
Ho scelto la Sangel edizioni per la loro serietà e la disponibilità ad accettare autori poco conosciuti ma che possono dar tanto, senza chiedere contributi e collaborando attivamente con l'autore.

HAI IN MENTE GIÀ L'IDEA DI UN NUOVO ROMANZO?
Sì, ho in mente la continuazione di "Lacrime d'argento" poichè è il primo capitolo di una saga.

CHE NE PENSI DEGLI EBOOK?
A me piace tantissimo sfogliare la carta e sentirne il profumo ma credo che gli e-book siano un metodo validissimo per chi non riesce a staccarsi dalla tecnologia ma vuole anche avere il piacere di leggere un buon libro ad un piccolo costo. 

TI PRESENTO LA COPIA DI UN TUO ROMANZO PER UNA DEDICA. 
Agli amici del Tendone, augurando una piacevole e fruttuosa lettura e ringraziandoli per lo loro disponibilità verso chi, come me, è poco conosciuto ma ha tanta grinta e voglia di emergere in questo mondo così difficile.



PER CONTINUARE A SEGUIRE LA SCRITTURA DI VIVIANA LEO:

http://www.facebook.com/pages/Lacrime-dArgento/183382845098641


lunedì 5 marzo 2012

Ho amato solo te.... - Zoè

E poi voltarsi e chiudere gli occhi
un brivido veloce mi attraversa
non voglio incontrare i tuoi occhi
mi fa male ricordare
mi fa male sentirti ancora sulla mia pelle
nonostante il male che mi hai fatto
non voglio sentire la tua voce
mi fa male ripensare al tuo ricordo
lontano 
lontano 
lontano
ecco che arriva il tuo viso
troppo fragile
non capisco
attimi che fanno scendere lacrime
vicino
vicino a me
troppo vicino
per potermi capire
troppo vicino per accorgerti di me
dimmi perché hai lasciato questa casa
non dovevi farmi quelle promesse
non dovevi amarmi in quel modo
ecco i tuoi occhi che mi rapiscono
E mi volto e chiudo gli occhi
fa troppo male averti qui
fa troppo male rendersi conto
che dal mio cuore non te ne sei mai andato..
fa troppo male in fondo capire
...che ho amato solo te...

Sabbia tra le dita - mariagrazia



Il limite tra umano e disumano non è una brutta faccia che fa paura, però mi spaventa sempre! Scorre lontano dalla mia idea di rispetto e sensibilità… E penso alle parole al vento, alle promesse volate chissà su quale lontano pianeta. Un bimbo avrebbe la forza di cercarle e ritrovarle nella luce delle stelle durante la notte. Io no, non sempre. I bambini lo sanno che la felicità sta nelle cose semplici; sanno sporcarsi le mani e sanno credere che, nonostante siano piccole , possano contenere la sabbia stringendola in un esile pugno. Soprattutto accettano che quella sabbia si disperda attraverso le dita e ci ridono sù . Poi , appena guardano le mani vuote, subito si preparano a riprenderne un po’. Vorrei imparare dalla loro semplicità, per tutte quelle volte in cui il bene che provo si disperde come sabbia tra le dita…


Fogli vitali - Marina Cavezza

Prendi in mano un foglio. Un foglio vuoto, bianco.
Ti serve una matita anzi no: una penna.
Perché è con inchiostro che vuoi fermare il flusso dei tuoi pensieri.
Pensieri che urtano, scalpitano e ubriacano il tuo cuore,
forse minacciano anche il respiro.
E allora non riesci ad impugnare la penna,
la tua mano non risponde, si rifiuta.
Perché non è possibile travasarli su quel poco spazio, no.
Basta, esci scattosamente da quel momento imbalsamato e dici:
"I miei pensieri son sogni ed i sogni non si fissano in parole,
ma volano, volano come aquiloni.
E gli aquiloni possono sfuggirci di mano, volare da soli, senza di noi, è vero:
ma si perderebbero nel nulla dello spazio e del tempo,
per questo hanno bisogno di essere guidati da noi.
E man mano diventeremo sempre più bravi a tenerli forti,
con mani pazienti, costanti ed umili.
Certo, alcune volte il vento non sarà favorevole
e potrebbero volare troppo bassi o non volare affatto:
ma se così non fosse non sarebbe VITA!’’

sabato 3 marzo 2012

Tre tende - Alberto Zuccalà

«Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!»
Ciascuno di noi tende all'amore. Non lo ammettiamo per sfida, per teatro, per autoconvincimento, ma la parafrasi della felicità è davvero tutta lì. L'amore è un'esperienza crescente: se questo non succede, è confuso in altro, non è amore. Guai a tutto ciò che resta come "il primo giorno". Guai alle tende stazionarie. L'amore va avanti, cammina, non tace mai e per questo va ascoltato. L'amore è come un bimbo: torna a parlare, ad aver fame e a diventare grande. Ascoltare Gesù vuol dire aprirsi ad un amore che, nei tempi dovuti, è solo destinato a crescere. Finisce davvero tutto sulla croce? Non esiste la resurrezione? Duemila tempi dopo, ma a livello planetario, ne stiamo ancora a parlare. Non è forse tutto cresciuto? Ma allora forse è amore. Dalle tende accampate delle nostre fascinose risposte preconfezionate, non riparte la felicità! L'ho pianto su di me.

dove finisce il mare? - Alberto Zuccalà


Non ho idea perchè. Non ho idea. Francesca ogni tanto si metteva di fronte al foglio e pensava queste parole che scriveva: "Cosa mancava? Passava dalla mia casa. Lo sentivo respirare. E poi perchè altrove e in altre città e case?". Lei pensava una cosa e la scriveva. Penso dipenda dai fogli troppo bianchi da sopportare. Sempre e solo bianchi.  Non so perchè le succedeva. "Non basta soltanto pensarle certe cose, anima mia?". Questo messaggio lo copiai anche per me.

giovedì 1 marzo 2012

E dici.. - Zoè



E dici
non me lo aspettavo
e aspetti
che si fermi il tempo per cancellare tutto
e guardi
crollare lacrime di vita sul tuo viso
e menti
se dici che in fondo non te ne importa nulla
Ma se fa male.. allora era amore.

Lucio Dalla: se io fossi un angelo - Alberto Zuccalà

Siamo tutti d'accordo: con Lucio Dalla se ne va un pezzo di musica italiana capace davvero di scrivere la musica italiana. Ma a me piace sottolineare un altro aspetto che tanto lo caratterizzava: serviva. Aveva una voce potente, che lo portò a radicare presto anche a livello internazionale. A mio avviso sapeva guardarsi bene dalla presunzione o dall'orgoglio, e su questo terreno, il suo talento, veniva fuori per generosità ed altruismo musicale. Lasciava spazio. I duetti con De Gregori li ammirati per questo. E poi c'è un'altra immagine di cui son contento: a dispetto di una società che non si affianca più ai giovani, li guida nei sogni e li tira fuori dall'anonimato pur di salvare se stessa, è meraviglioso che la sua ultima coparsa sia nella fotografia di una canzone scritta proprio con un giovane cantante. Lucio Dalla, un esempio di umiltà gustosamente creativa. 

Disteso - Paolo Cos


Siamo così bravi a costruire impalcature con i nostri ragionamenti, che quasi ci meravigliamo di quanto siano perfetti i frutti delle nostre logiche. Ci arrampichiamo su di esse fino ad ergerci sul loro culmine e guardiamo da lassù, con aria autorevole, la maestosità del nostro io. Ed è proprio in quel momento di vana gloria che un vento silenzioso ci spinge quel che basta per far cadere rovinosamente noi e le nostre affezionate costruzioni. E' la nostra coscienza che ci riporta alla realtà. Il dolore della caduta è vivo e lascia il livido. Ma forse non è poi così un male, da distesi si ascolta meglio il Cielo.