«Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!»
Ciascuno di noi tende all'amore. Non lo ammettiamo per sfida, per teatro, per autoconvincimento, ma la parafrasi della felicità è davvero tutta lì. L'amore è un'esperienza crescente: se questo non succede, è confuso in altro, non è amore. Guai a tutto ciò che resta come "il primo giorno". Guai alle tende stazionarie. L'amore va avanti, cammina, non tace mai e per questo va ascoltato. L'amore è come un bimbo: torna a parlare, ad aver fame e a diventare grande. Ascoltare Gesù vuol dire aprirsi ad un amore che, nei tempi dovuti, è solo destinato a crescere. Finisce davvero tutto sulla croce? Non esiste la resurrezione? Duemila tempi dopo, ma a livello planetario, ne stiamo ancora a parlare. Non è forse tutto cresciuto? Ma allora forse è amore. Dalle tende accampate delle nostre fascinose risposte preconfezionate, non riparte la felicità! L'ho pianto su di me.
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