Siamo tutti d'accordo: con Lucio Dalla se ne va un pezzo di musica italiana capace davvero di scrivere la musica italiana. Ma a me piace sottolineare un altro aspetto che tanto lo caratterizzava: serviva. Aveva una voce potente, che lo portò a radicare presto anche a livello internazionale. A mio avviso sapeva guardarsi bene dalla presunzione o dall'orgoglio, e su questo terreno, il suo talento, veniva fuori per generosità ed altruismo musicale. Lasciava spazio. I duetti con De Gregori li ammirati per questo. E poi c'è un'altra immagine di cui son contento: a dispetto di una società che non si affianca più ai giovani, li guida nei sogni e li tira fuori dall'anonimato pur di salvare se stessa, è meraviglioso che la sua ultima coparsa sia nella fotografia di una canzone scritta proprio con un giovane cantante. Lucio Dalla, un esempio di umiltà gustosamente creativa.
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