domenica 6 novembre 2011

L'Italia e l'incuria di tutto - Sergio Paolilli Treonze

Sempre agli ultimi secondi. Sempre con gli spiccioli contati. Sempre a considerare le cose con il senno di poi.
Questa è l'Italia che da anni da mostra di se, agli italiani e agli stranieri.
Genova e le cinque terre sono disastrate; si era previsto, ma si arriva sempre dopo, a contare i morti e a riparare i danni.
Gli aquilani pagheranno 1 intero anno di tasse arretrate in un solo mese; non perchè si è valutato che sia corretto così, ma solo  perchè nessuno si è preso la briga di esaminare per tempo la questione. 
Non si restaura Pompei perchè .....  sostanzialmente non interessa, e non vengono stanziati fondi. 
Le strade italiane sono carrettiere peggiori delle strade dei romani. Però abbiamo l'arroganza di voler sembrare un paese a vocazione turistica.
Non ci credo che manchino le risorse; non ci credo che non si possa fare diversamente.
Credo invece che, chi ne ha la responsabilità, non abbia la voglia di  mettersi seriamente al servizio del Pubblico; di amministrare le cose di tutti con il dovuto senso del dovere, con onore.
L'Italia si sta imbarbarendo. Abbiamo civilizzato il mondo antico con i romani, e diffuso arte e scienze nel risorgimento. 
Forse dovremmo ammettere ora di essere i moderni barbari, in un capovolgimento di ruoli con gli Unni dell'epoca, e imparare dai popoli nordici cosa significhi:   Programmare, Amministrare, Servire, Vivere.

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