venerdì 9 ottobre 2015

"Mi nutro di passioni": Simone Perrone ci canta la devozione in "Silvia non lo sa" - Alberto Zuccalà






Inizierei con la classica domanda, “chi è Simone Perrone?”.
Sono un cantantautore e scrittore, o se preferite, sono uno di quegli individui che i vecchi del paese in cui vivi definiscono “l’artista”. Ho 28 anni. Vivo a Carmiano, in provincia di Lecce. Mi sono Laureato in Lingue e Letterature straniere nel 2012. 

Qual è il tuo background artistico?
Ho iniziato a cantare a 8 anni, iscritto di nascosto ai festival cittadini, da mio padre. A liceo ho cominciato a scrivere le mie prime canzoni. E’ stato lì che ho capito per la prima volta che per me il canto era un mezzo per dare voce a quello che scrivevo.
Nel 2007 ho vinto il Cornetto free music Festival, che mi ha permesso di aprire alcune tappe del World Tour di Zucchero Fornaciari e da lì non mi sono mai fermato, ho sempre suonato in ogni dove, dal localino di periferia sperduto nel salento,  alle grandi piazze da 80 mila spettatori durante grandi eventi. Ho avuto delle esperienze discografiche con i singoli “L’estate di Adelina” (2008) e “Dannato Amore”(2010). Parallelamente al mio progetto solista, sono il frontman di una band, i Jack in the Head, con la quale ho vinto l’ Heineken Jammin’ festival (2011). Ho collaborato con il cantante Antonio Maggio, scrivendo per lui testi e musiche di alcune canzoni contenute nei suoi album ( Parigi, Stanco – ft. Clementino, L’equazione, ecc.).  Nel 2015 ho partecipato al programma televisivo “The  voice of Italy” nel team di Piero Pelù.
Sempre quest’anno, ho pubblicato il mio primo romanzo, dal titolo “Spremuta d’Arancia a mezzogiorno”, edito da LupoEditore e ho intrapreso un nuovo percorso artistico, iniziato con il lancio del singolo estivo “Il peggio è passato” ft. Cesko from Après la Classe, e che prosegue durante questo autunno con l’uscita del secondo singolo, dal titolo “Silvia non lo sa”.

 Proprio “Silvia non lo sa” è il motivo di quest’intervista. Parliamone.
“Silvia non lo sa”, come dicevo, è il mio nuovo singolo, che potete richiedere in radio, scaricare da tutti i DigitalStores, e di cui potrete anche guardare il videoclip (realizzato da un bravo regista della mia terra, il Salento, Walter Suray.)
E’ una canzone a cui tengo molto. Quando, insieme ai miei produttori, Michele Cammarota, Paci e Pippo Landro, abbiamo deciso che sarebbe stato questo il singolo…beh è stata davvero una bella sensazione.
 La definirei una canzone che parla di devozione. La devozione che entra in gioco nel momento in cui ci si lega inspiegabilmente a qualcuno, ma nel modo più puro, esente da vincoli e constrizioni; quando mandi a quel paese la logica e ogni regola salta, quando in mezzo ad una mandria di silenzi, d’improvviso, parte un rumore che piacevolmente ti sfonda i timpani. Devozione che può anche essere quella di un padre per i propri figli, sacrificandosi e rischiando se stesso per offrire loro un futuro. Il testo ha quindi varie sfumature interpretative (cosa che cerco di fare in quasi tutti i miei pezzi).



Con quest’intervista hai l’opportunità di farti conoscere e di invogliare la gente ad ascoltare i tuoi lavori, ma quanto è diventato difficile per gli emergenti ritagliarsi degli spazi e, soprattutto, cosa pensi della situazione della musica in Italia?
Gli spazi sono sempre meno, ma soprattutto, c’è sempre meno voglia di ascoltare il nuovo. Io non amo molto parlare o criticare il tempo in cui vivo, come ho scritto in una canzone, qualche anno fa, “infondo il presente è sempre stato in forte stato di degrado”. Preferisco concentrarmi sul mio lavoro. La musica, come qualsiasi altra cosa, in Italia, come in qualsiasi altro paese, non è che lo specchio della società che viviamo. Se viviamo in un tempo “ povero di valori” è conseguentemente normale che si produca e si ascolti in prevalenza musica vuota. Ed è questo che penso della musica in Italia: avverto molta musica vuota (ma con questo non voglio dire che io sia migliore degli altri) . La soluzione saremo noi stessi, come sempre, in ogni tempo e in ogni luogo. 

I tuoi testi, spesso e volentieri, appaiono ricchi di citazioni letterarie. Un libro, un film, un’opera d’arte per te imprescindibili? 
Cerco di nutrirmi. Nutrirmi con delle passioni. La vita sarebbe più noiosa altrimenti. Mi piace la parola “ricerca”, come crescita personale. E nel momento in cui scrivo, si, spesso amo fare citazioni, con la consapevolezza che magari in pochi capiranno quello a cui mi riferisco. Ci sono delle opere che per me sono imprescindibili: nella letteratura, “ il maestro e Margherita” di Bulgakov sicuramente è il mio libro preferito. Nel cinema, trovo “Nuovo Cinema Paradiso” il capolavoro dei capolavori. Non sto qui a dilungarmi tanto, ma di imprescindibile nel mio bagaglio culturale ci sono anche le tele di Chagall ..e TUTTE le canzoni dei Beatles.

Quali sono i progetti per il futuro ?
Sto lavorando al mio primo album da Solista. Ho un equipe di lavoro davvero tosta, e con la quale stiamo lavorando giorno e notte per far si che la mia musica abbia la possibilità di essere conosciuta da sempre più persone. Questo è il mio progetto per il futuro più imminente. Ovviamente a ciò si aggiunge il suonare in giro come ho sempre fatto e il portare avanti le varie dimensioni artistiche che mi rappresentano ( sono reduce da un’intensa attività live che mi ha visto occupato per tutta la stagione estiva, parallelamente alle presentazioni del mio libro, in cui univo musica e teatro). 





Ma per chiunque voglia informarsi meglio su di me , potete dare un’occhiata alla mia pagina ufficiale Facebook: (https://www.facebook.com/SimonePerroneOfficialPage?ref=hl) o ai miei profili twitter e instagram.


Nessun commento:

Posta un commento