La facciata della basilica, intatta, concede al cuore la mera illusione che, al di la di essa, tutto sia rimasto com'era. Da sola passeggio intorno a questo prato mai restio ad offire il solito meraviglioso scenario dove s'incastrano, in una perfetta armonia, profumi di terra, erba, pini.
E' qui che faccio sempre i conti con i miei errori passati, è qui che trovano pace i miei dubbi.
Ragazzi si rincorrono, difendendo grintosi l'idea del vero primo amore; da un lato una mamma spinge un carrozzino che custodisce il suo frutto d'amore, dall'altro un uomo accompagna una carrozzella su cui il suo passato amore presto non sarà più.
Due cani s'avvicinano, si annusano, non litigano; qui non sono ammessi bisticci e io mi convinco che questi momenti sono piccoli assaggi di Paradiso. Allora gusto questa grazia che ancora una volta mi viene concessa e mi godo l'abbraccio del sole, il ristoro di una brezza leggera.
Decido che tutta me non disdegnerà mai l'appartenenza a questa città.
Più avanti un drago-ruspa spalanca le sue fauci e cancella gli ultimi ricordi di una vita che fu.
Ma qui, in questo momento, tutto è immutato.
Incrocio un ragazzo di colore che parla un dialetto aquilano perfetto. Sorrido.
Questa è Collemaggio... questa è L'Aquila.
Nessun commento:
Posta un commento