Partiamo dalle
presentazioni: chi è e da dove viene?
Mi
chiamo Gero Marino e sono un autore siciliano, vivo a Porto Empedocle in
provincia di Agrigento, terra natia di illustri scrittori come Camilleri e
Pirandello.
Proseguiamo con la più
scontata delle domande: perché scrivere e pubblicare?
Scrivere,
per me, è come condividere un diario con il resto del mondo, una valida
opportunità per esprimere il mio carattere, i miei modi di pensare, le mie idee
e tanto altro. E’ come poter riunire tante persone in cerchio e avere la
possibilità di raccontare loro le mie storie in piena libertà e offrire ore e
ore di svago ma anche di riflessione. Pubblicare degli scritti in rete è come
lasciare una traccia del mio passaggio sulla Terra, proprio come si farebbe con
un figlio. All’inizio anch’io mi chiedevo il perché dello scrivere, visto che
spesso si ha la sensazione che ogni storia sia stata già raccontata e ogni
parola messa nero su bianco poi, però, ho capito che nel tempo e nei fatti, in
ogni epoca le cose cambiano e quindi ogni scrittore nel suo piccolo diventa,
volente o nolente, in qualche maniera testimone del suo tempo.
Attualmente le sue
opere si trovano in rete in self-publishing, da dove ha origine questa sua
scelta di pubblicare in completa autonomia e, alla luce delle sue ragioni,
crede di aver fatto la cosa giusta?
Sì,
ho fatto la cosa giusta e se ne avessi avuto l’esperienza fin dal principio,
credo che avrei anche risparmiato mesi e mesi di attesa per ricevere delle
risposte inutili dalle case editrici. Sia chiaro, non ho nulla contro di loro,
anzi, le rispetto e sono perfettamente consapevole dei problemi in cui sono
costretti a sguazzare, per questo non ho voluto perdere né ulteriore tempo (sia
per loro che per me) né questa fantastica opportunità di gestire le mie opere e
i miei piccoli introiti in piena autonomia. Scegliendo di sbarcare in rete
senza censure e senza il vaglio di terzi soggetti, dimezzo i tempi e ho la
certezza di offrire ai lettori un testo genuino direttamente dal mio computer
allo store, la storia potrà piacere oppure no, ma lascio che sia il pubblico a
giudicare e non una commissione che m’imporrebbe tagli e modifiche se non
addirittura il cestinamento dei miei manoscritti. Oggi il mercato della
letteratura è troppo vasto e di contro le tendenze dei lettori vertono alla
multimedialità più che alla semplice lettura, quindi farsi largo in questo
settore è assai difficile, questo si traduce in due cose: primo, se vuoi farti
strada in una casa editrice di successo devi sfondare le loro porte con
un’opera degna di un vero best seller, magari con l’ausilio di una agenzia
letteraria, e secondo, se scegli di affidarti alle case editrici minori, rischi
di avere un successo pari a zero e percentuali di guadagni ridicole. Alla luce
di questi motivi, tanto vale fare da sé, spendendo anche del tempo per
autopromuoversi attraverso i blog, i social network, un proprio sito internet
(il mio è www.geromarino.altevista.org)
e così via. Se le storie sono buone e catturano l’interesse del pubblico,
allora il successo arriverà ugualmente seguendo un degno principio di meritocrazia.
Alla luce di quanto
dichiarato quindi, a cosa aspira con le sue opere?
Non
sono mai stato un tipo eccentrico, anzi, tutto il contrario, di sicuro
diventare famoso sarebbe l’ultimo dei miei desideri. Vorrei che lo fossero i
miei libri, che si parlasse più di loro che di me, proprio come i fan vanno in
delirio per le saghe di Guerre Stellari o per i personaggi dei fumetti,
equivarrebbe alla stessa soddisfazione che un cuoco sortisce per i piatti che
ha cucinato. Se c’é una cosa che sogno volentieri, è il fatto di poter
proseguire una carriera di scrittore e ideatore, mi piace creare nuove storie e
situazioni sempre diverse e vorrei che i miei followers potessero provare il
mio stesso entusiasmo, tuttavia, io non mi professo mai come scrittore, più che
altro mi sento un autore e basta. Gli scrittori veri sono persone colte, con un
bagaglio di cultura e di lauree bello capiente, io mi limito soltanto a dare
sfogo alla mia immaginazione cercando di vedere più in là di tutti gli altri.
Cosa intende con
quest’ultima frase? Vedere più in là degli altri?
Se
c’é una proprietà che viene generalmente attribuita a uno scrittore di
fantascienza è proprio quella di anticipare gli accadimenti ed essere
precursore del suo tempo. A me è già capitata una cosa simile scrivendo il mio
piccolo romanzo Stanza 19. Nel
duemilaquattordici le televisioni italiane erano zeppe di trasmissioni che
documentavano tragicamente i cittadini italiani afflitti dalla crisi economica
generata dall’euro, un problema che ancora oggi non cessa di esistere. Con
questo libro ho voluto provare a dare voce a chi ha dovuto abbassare la
saracinesca della sua attività a causa delle tasse esorbitanti, a chi ha
fallito con la propria azienda per colpa della burocrazia italiana ed europea
(con tutte le leggi assurde in vigore) ai giovani e i meno giovani che in massa
hanno dovuto fare le valige per lasciare le proprie famiglie e trasferirsi nel
nord Europa cercando un avvenire migliore perché la politica italiana non è in
grado di offrire loro un posto di lavoro attirando i necessari investimenti e
tanto tanto altro. In questo romanzo che scrissi in fretta e furia per
partecipare ad un concorso letterario, avevo previsto l’inutilità di una moneta
che ci sta facendo fallire, avevo previsto immani esodi di massa, avevo
previsto una guerra globale tra medio oriente e occidente e perfino
profetizzato l’uso di cibo a base di insetti di cui ora si fa un gran parlare.
Peccato che non vinsi il concorso, non per soddisfazione personale, quanto più
che altro, per dare voce a tutti i soggetti deboli che vivono nella nostra
società. Quando scrissi quel libro, già allora ero dell’idea che l’Europa unita
(intesa come soggetto economico monetario) non avrebbe avuto vita facile, non
solo per le differenze culturali delle varie nazioni, ma per il semplice motivo
che un gruppo di qualche centinaio di parlamentari europei non posso decidere
del destino di milioni di persone. Chi lo sa? Forse questa storia verrà
rivalutata in futuro come un testo profetico, io me lo auguro, sarebbe comunque
un valido riscatto per me e per tutti quelli che hanno sofferto delle
scelleratezze inferte dai governi, primo fra tutti, quello incapace ed inetto
italiano.
Dai suoi discorsi sul
suo libro si intuisce che la sua anima si stia rivelando non del tutto
patriottica, a cosa si deve tanto rancore?
Ogni
giorno vedo la mia cittadina sempre più spopolata, negozi che falliscono perché
stroncati dalle tasse, tutti i miei amici e vecchi compagni di scuola non ci
sono più, a parte qualche “superstite”. Vedo un territorio abbandonato a se stesso,
per nulla valorizzato, nonostante noi cittadini contribuiamo a pagare tasse su
tasse e ci sorbiamo ogni giorno gli slogan dei politici che ormai la gente
segue in tv come se fosse una soap. Si respira un’aria di protagonismo becero,
di individualismo e di egoismo, sentimenti che scendono dall’alto verso il
basso, perché chi ci governa dovrebbe dare il buon esempio e invece, non passa
mese che non ci tocchi assistere ad un nuovo scandalo. I giovani d’oggi lo
sanno e chi non lo sa dovrebbe essere istruito a seguire una formazione utile a
lasciare questa nazione dopo la scuola, oppure a restare per combattere, perché
per come vanno le cose adesso non si prospetta nulla di buono nel futuro
dell’Italia.
Di che cosa parlano i
suoi libri e che progetti ha per il futuro?
Il
mio primo libro Il manoscritto di
Jonathan Merris parla di uno scienziato che viaggia nel tempo, scritto come
se fosse quasi una sceneggiatura è il primo romanzo in cui un lettore potrà
notare il mio stile acerbo nel modo di scrivere che spero sia migliorato con i
testi successivi. Ho scritto i miei primi romanzi spesso in maniera anarchica,
trascurando o non prendendo in giusta considerazione i consueti canoni che
adoperano gli altri scrittori. Credo che tanti autori guarderebbero al passato
dei loro romanzi come qualcosa di avventato o da rifare, proprio come alcuni
attori preferiscono evitare di riguardarsi in una pellicola appena uscita nelle
sale, io preferisco andare avanti e cercare di migliorare continuando a
scrivere, sono certo che chi leggerà i miei libri in ordine cronologico potrà
essere testimone di questa maturità progressiva. Jonathan Merris inventa una
macchina del tempo, come dicevo, e porterà alla luce tanti enigmi della storia
dell’umanità. Con le avventure di Saytor
ho voluto dare origini ad un personaggio sfruttabile per un ipotetico fumetto,
a me piace quel tipo di fantascienza che non si discosta troppo dalla realtà e
se c’é una delle cose più concrete fra le ipotesi più avveniristiche, credo che
sia quello di immaginare viaggi nello spazio esclusivamente per mezzo dei
cyborg, soltanto degli esseri artificiali sono attualmente i candidati perfetti
per poter solcare gli oceani dell’Universo e da queste solide basi è nata
l’idea di questo esploratore fatto in lega e circuiti. Nome in codice “Nefthe” affronta le affascinanti tematiche dell’intelligenza
artificiale, dell’archeologia eretica, degli universi paralleli, degli alieni e
molto altro, vissute attraverso le prospettive di un radioastronomo che riesce
a mettersi in contatto con una donna di un altro mondo. Attualmente, sto
finendo di scrivere una storia a metà tra l’horror e il comico, diciamo una
storia di fantasmi, presto sbarcherà in rete e i lettori potranno divertirsi
davvero. Ogni tanto cambiare genere aiuta a sondare i gusti del pubblico
sperando di scrivere in futuro, un vero horror e qualche noir o thriller,
vedremo se ce ne sarà occasione.
In definitiva cosa
vorrebbe dire ai suoi lettori o a chi è ancora indeciso se comprare o no i suoi
libri?
A
chi ha già acquistato e letto i miei romanzi non posso fare altro che esprimere
la mia gratitudine, essere letti è un privilegio e un onore. A chi non mi ha
ancora letto non solo consiglio di farlo, visto che un eBook costa pochissimo,
ma lo invito caldamente a provare altri autori esordienti o poco conosciuti
come me, a volte, i libri possono rivelarsi come i prodotti del supermercato,
le nostre scelte sono influenzate dai marchi strapubblicizzati dai media che
inconsapevolmente condizionano i nostri acquisti puntando su un marchio di una
multinazionale che potrebbe anche rivelarsi deludente, specie se non abbiamo la
curiosità di provare il prodotto dello scaffale più in basso che magari
contiene merce di pari qualità (se non migliore) fatto da un artigiano locale
con ingredienti genuini. Saluto chi mi segue e auguro a tutti una buona
lettura!
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