venerdì 17 aprile 2015

Intervista a Cristina Taverna - Alberto Zuccalà






<<Ciao Cristina,
sappiamo che sei un’artista eclettica: disegni animali, persone, nature morte ma anche auto. Raccontaci>>
<<Disegno animali, nature e persone… le scelgo e le porto su tela. Le auto mi danno da mangiare. Da piccola erano la mia passione, dicevo sempre “da grande disegnerò le macchine” ed eccomi qui. Mi sono sempre sentita un po’ “Penelope Pitstop”!>>
<<Domanda banale, tanto per riscaldarsi: da cosa e soprattutto da quando è nata la tua passione per il disegno e la pittura?>>
<<Ci sono nata! Ricordo quando ero cucciola, ovviamente disegnavo prima di scrivere, ma disegnavo bene. Una volta il mio papà mi ha portata a vedere gli aerei che decollavano. Ricordo di aver cominciato a disegnare e disegnare tutti questi enormi mostri e la sera la mamma: “Ma li ha fatti lei?”. E papà con un sorrisone enorme da papà innamorato “E’ brava, eh?!>>
<<Quale delle discipline artistiche che affronti nel suoi lavori ti è più congeniale, quale ti piace di più: la pittura ed olio o l’acquerello? E perché?>>
<<Olio, assolutamente! Mi piace l’odore e mi permette di cercare la strada dell’iperrealismo. L’acquarello mi piace tantissimo, ma è un effetto diverso >>
<<Raccontaci dei tuoi primi lavori e degli ultimi. Come si è evoluta la sua arte?>>
<<Uh, mamma! Che domanda difficile. Diciamo che cerco di essere sempre più perfezionista e meticolosa. Io non interpreto la realtà, io riporto, o meglio cerco di riportare, il più fedelmente possibile quello che i miei occhi colgono… ogni sfumatura, ma soprattutto gli occhi: lì perdo dei giorni a definire ogni singolo riflesso>>
<<Il tuo modo di guardare gli altri artisti, famosi e non, è cambiato da quando sei pittrice?>>
<<No, assolutamente. Prendo spunto da quello che apprezzo in ognuno di loro, o meglio, ci provo. L’unica cosa che è cambiata è… il rispetto per la fatica ed il cuore messo in ogni opera, di ogni singolo artista>>
<< ti reputi un’artista?>>
<<Si! Assolutamente si! Non sarò mai un “Picasso” né sarò mai ai suoi livelli, ma mettersi in gioco davanti alla tela fa di te un artista, indipendentemente da cosa il mondo pensi di te!>>
<<Ti capita mai di emozionarti mentre stai dipingendo qualcosa?>>
<<Sempre! Se non mi desse emozione non sarei capace a dipingerlo!>>
<<Sappiamo che dipingi anche e soprattutto per beneficenza. Raccontaci questa esperienza>>
<<Ho ricominciato a dipingere da poco e per aiutare gli animali dimenticati da tutti: quelli che non hanno un posto caldo per l’inverno, quelli che non passano le ore guardando la fiamma del caminetto come fanno i miei. E, anche se non credevo, sono stata apprezzata! È un’emozione grandissima. Faccio sempre un po’ fatica a separarmi dai miei quadri, sono una parte di me, li sento non miei ma “me”…>>
<<E i tuoi gatti, ti aiutano mai con pennelli e colori o hanno imparato a tenersi alla larga?>>
<<Diciamo che sono abbastanza bravi. Una passeggiata nel mio studio la fanno sempre, ma per fortuna l’odore di acquaragia e colori ad olio li dissuade! Ovviamente faccio attenzione a non lasciare la tavolozza in giro, altrimenti a quest’ora avrei tutti i pavimenti con adorabili improntine…>>
<<Oltre alle opere che esegui su commissione, quando scegli un soggetto, cosa ti spinge a farlo?>>
<<L’emozione! Deve parlarmi, ad esempio quando dipingo un animale gli parlo per tutto il tempo… il tempo stesso si ferma! Alla fine penso di conoscerlo anche se non lo ho mai visto. Mi concentro sugli occhi, sono l’anima… ed un quadro senza anima è solo una tela di cotone con dei colori buttati sopra!>>
<<I tuoi colori esprimono anche stati d'animo?>>
<<Beh, diciamo di sì! Ci sono giorni in cui il mio umore non è capace di dipingere un determinato quadro, anche se bastano dieci minuti con tele e pennelli e… torna il buon umore. Lontano dal mondo e dallo scorrere del tempo>>
<<Cosa pensi del fatto che un po’ di te è in casa di tante altre persone, sconosciute per lo più?>>
<<Ne sono molto gelosa e... orgogliosa! Sapere che qualcuno ha apprezzato quella parte di me, mi rende euforica. Ma, come detto prima, il distacco è sempre molto penoso, se ne va una parte di me!>>
<<Pensi di essere ipercritica nei confronti del tuo lavoro, oppure ti ritieni mediamente soddisfatta delle tue opere?>>
<<Soddisfatta MAI! Devo togliere dal cavalletto il quadro altrimenti non è mai finito…>>
<<Il tuo sogno del cassetto?>>
<<vivere della mia arte e del mio orto… e, ovviamente, coccolare i miei pelosetti!>>
<<E quello nell’armadio? (Ossia quello “esageratamente grande”?)>>
<<Vivere di questo e del mio orto…. E coccolarmi i miei pelosetti! E farmi le conserve!>>
<<Ultima domanda: definisci la tua arte in una sola frase, una sorta di slogan>>
<<Capace di emozionarmi ed emozionare>>

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