sabato 1 dicembre 2012

Intervista a Jolanda Buccella - Alberto Zuccalà





CHI E’ JOLANDA BUCCELLA?
Sono una trentenne come tante che sta lottando tenacemente per realizzare i suoi sogni. Sono una ragazza molto timida e di poche parole nonostante abbia nelle vene del vivace sangue  campano, sono testarda, capricciosa, poco riflessiva e molto lunatica. Insomma credo di avere più difetti che pregi, ma quando amo qualcosa o qualcuno do tutta me stessa e sono infinitamente leale e sincera.

DI COSA PARLA IL TUO ROMANZO “FORTUNA, IL BUCO DELLE VITE”? E CHE VUOL DIRE “IL BUCO DELLE VITE”?
Fortuna è la storia di una quarantenne che per amore decide di lasciare l’Italia per trasferirsi  con il suo compagno, un affascinante pediatra di colore, in Ruanda a pochi giorni dall’inizio del genocidio dei tutsi dell’aprile del 1994. Le intricate vicende del destino, la porteranno a trascorrere gli ultimi giorni della sua esistenza in un carcere militare e a poco tempo dall’esecuzione della sua condanna a morte, ripercorrerà il suo lungo e tormentato passato che l’ha portata a cambiare nome e identità per ben due volte, dovendosi reinventare una vita. “Il buco delle vite” è un nome inventato per definire la malformazione genetica alla colonna vertebrale  da cui è affetta la protagonista della mia storia e che inciderà notevolmente sul suo percorso, perché molto probabilmente se J., questo è il primo e vero nome di Fortuna, non fosse nata con una malformazione non avrebbe mai avuto modo di vivere altre due vite totalmente diverse dalla prima.

COME CI SI SCOPRE SCRITTORI? COM’E’ INIZIATA LA TUA AVVENTURA NELLA SCRITTURA?
Innanzitutto ci tengo a precisare che non riesco ancora a considerarmi una vera scrittrice, Fortuna, il buco delle vite è soltanto il mio primo romanzo e per affermarmi  in modo serio e duraturo nel campo della scrittura ho ancora tantissima strada da fare. Credo che non sia necessario sforzarsi  per scrivere qualcosa di decente, deve essere qualcosa di completamente spontaneo, insomma sono fermamente convinta che avere una buona capacità di scrittura sia un talento di Dio.

CI SONO ABBASTANZA SPAZI OGGI PER ESSERE PUBBLICATI?
Purtroppo è molto più semplice di quello che si possa pensare con il self publishing e le case editrici a pagamento. Dico purtroppo perché non sempre i prodotti  che poi arrivano sul mercato sono di buona qualità, credo che se si desidera intraprendere in modo serio la strada della scrittura, allora sia necessario rivolgersi a delle case editrici qualificate che hanno alle spalle uno staff di editor che curano il  romanzo fase dopo fase fino alla pubblicazione e danno degli ottimi consigli per migliorare l’elaborato. Perciò mi sento di dare un piccolo consiglio a tutti quelli che sognano di pubblicare: non fidatevi di quelle case editrici che vi chiedono dei soldi per pubblicare il vostro libro, non otterrete alcuna soddisfazione. Io prima di riuscire a pubblicare Fortuna ho aspettato cinque anni ma non me ne sono pentita, perché mi sono affidata a un ottima casa editrice come la Ciesse edizioni di Padova.

QUAL E’ IL PIU’ BEL LIBRO CHE HAI LETTO O UN ATORE CHE PIU’ TI APPASSIONA?
E’ difficile scegliere un libro in particolare, perché ciascuno dei libri che ho letto è stato come un viaggio fantastico che mi ha lasciato mille sensazioni indimenticabili, però se devo citarne per forza qualcuno allora dico “Un uomo” di Oriana Fallaci e “Cime Tempestose” di Emily Bronte. Ho una passione smodata per tutti i libri della Fallaci ma leggo molto volentieri anche i romanzi di Isabel Allende, Gabriel Garcia Marquez, Flaubert, Stendhal  e Balzac. Tra gli italiani invece  mi piacciono molto Luigi Pirandello, Elsa Morante, Cesare Pavese, Michela Murgia e Silvia Avallone.

CI SONO ABBASTANZA SPAZI PER GLI SCRITTORI ESORDIENTI/EMERGENTI NELLA NOSTRA SOCIETA’ ? OPPURE VINCONO E FANNO VINCERE SEMPRE GLI STESSI NOMI?
Se hai la fortuna di pubblicare il tuo primo romanzo con una grande casa editrice come la Mondadori o la Rizzoli hai tutti gli spazi che desideri e spesso ti può capitare di vincere un premio prestigioso e vendere migliaia di copie come è successo a Silvia Avallone con “Acciaio”. Se invece pubblichi il tuo primo romanzo con una casa editrice medio piccola, la tua strada è decisamente in salita e piena di ostacoli che sembrano insuperabili, fai molta più fatica a vedere il tuo romanzo esposto in libreria e quando vai a chiedere, con tutta la gentilezza del mondo, se ti danno la possibilità di fare una presentazione ti senti spesso ti dicono un bel no.

C’E’ UN BREVE PASSO DEL LIBRO, UNA FRASE, A CUI SEI PARTICOLARMENTE LEGATA?
Io adoro ogni personaggio del mio libro, credo che sia inevitabile perché alla fine diventano tutti un po’ come dei figli, però ho un debole particolare per nonna Umberta Prima Rizzutelli, la nonna materna di J./Fortuna, perché è una donna allegra, energica e che non si da mai per vinta, mi piace tutto ciò che dice e mi è rimasto particolarmente impresso nella memoria un piccolo dialogo che ha con la nipote a proposito della felicità e dice: «…la felicità esiste e per riuscire a ottenerla, qualche volta dobbiamo avere il coraggio di rischiare».
«Rischiare che cosa?»
«Tutto: la reputazione, le certezze, la quotidianità. Rischiare di es-sere additata dalla gente che pensa di essere migliore di te, soltanto perché vive all’interno di schemi grigi e inutili. Rischiare di essere in-sultata, come se fossi l’essere peggiore della terra. Rischiare la solitu-dine e qualche volta persino il disprezzo».
La bambina rimase un po’ perplessa da quel discorso, allora la nonna sorrise e le chiese:
«Ti ho spaventata?»
«Sì, un po’» rispose candidamente lei.
«J. la felicità è una cosa preziosissima perciò è tanto difficile da conquistare, ma quando ci riesci ti ripaga di tutto quello che hai sofferto per ottenerla».

COLTIVI ALTRE PASSIONI OLTRE ALLA SCRITTURA?
Ho  mille passioni oltre la scrittura. Mi piace cucinare i piatti della mia amatissima Campania, soprattuto ora che vivo a Milano, andare al cinema e al teatro, sogno di poter partecipare a una prima della Scala, nuotare pensando di essere nelle acque limpide e cristalline della splendida costiera amalfitana, dipingere quadri astratti, fare il punto a croce e vorrei imparare ad andare a cavallo, perché i cavalli sono i miei animali preferiti.

MA E’ VERO CHE SEI TIFOSA DEL MILAN?
Sono una tifosa sfegatata!!! Toglietemi tutto ma non il milan. E’ una passione irrefrenabile che a volte mi fa soffrire come un cane e altre impazzire di gioia e toccare il cielo con un dito come è capitato nell’ultima finale di Champions league che ha disputato ad Atene nel 2007 e vinto con una splendida doppietta del mio amatissimo Pippo Inzaghi. Non potrei vivere senza l’adrenalina che mi regalano quei 90 minuti più supplementari, chi non conosce il calcio pensa che sia uno sport idiota, ventidue uomini che corrono e sudano dietro un pallone in calzoncini corti, ma quando lo conosci e ti appassioni a una squadra e ai suoi colori, allora ti rendi conto che non è cosi. Il milan ormai è come una seconda famiglia per me, non c’è giorno che non trovi modo di parlare del milan, che non mi preoccupi delle condizioni di salute dei giocatori e quando c’è qualche addio, purtroppo, qualche lacrima di commozione è inevitabile Dio mio quanto ho pianto per capitan Maldini, Gattuso e Inzaghi!

SE TI PRESENTO LA COPIA DEL TUO ROMANZO PER UNA DEDICA, COSA MI SCRIVI?
Se lo compri e lo leggi mi rendi infinitamente felice, non sono ancora abituata a fare le dediche, quando qualcuno me la chiede resto sempre un pochino perplessa perché penso che, in fondo, non sono ancora nessuno  e perciò il mio autografo vale poco, però se me la chiedessi ti scriverei :”Ad Alberto, mille grazie per aver dato fiducia alla mia Fortuna, che la vita gli possa regalare la forza e il coraggio di reinventarsi  sempre dopo ogni piccola o grande caduta”.

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