CHI E’ JOLANDA BUCCELLA?
Sono una trentenne come tante che sta lottando tenacemente
per realizzare i suoi sogni. Sono una ragazza molto timida e di poche parole
nonostante abbia nelle vene del vivace sangue
campano, sono testarda, capricciosa, poco riflessiva e molto lunatica.
Insomma credo di avere più difetti che pregi, ma quando amo qualcosa o qualcuno
do tutta me stessa e sono infinitamente leale e sincera.
DI COSA PARLA IL TUO ROMANZO “FORTUNA, IL BUCO DELLE VITE”?
E CHE VUOL DIRE “IL BUCO DELLE VITE”?
Fortuna è la storia di una quarantenne che per amore decide
di lasciare l’Italia per trasferirsi con
il suo compagno, un affascinante pediatra di colore, in Ruanda a pochi giorni
dall’inizio del genocidio dei tutsi dell’aprile del 1994. Le intricate vicende
del destino, la porteranno a trascorrere gli ultimi giorni della sua esistenza
in un carcere militare e a poco tempo dall’esecuzione della sua condanna a
morte, ripercorrerà il suo lungo e tormentato passato che l’ha portata a
cambiare nome e identità per ben due volte, dovendosi reinventare una vita. “Il
buco delle vite” è un nome inventato per definire la malformazione genetica
alla colonna vertebrale da cui è affetta
la protagonista della mia storia e che inciderà notevolmente sul suo percorso,
perché molto probabilmente se J., questo è il primo e vero nome di Fortuna, non
fosse nata con una malformazione non avrebbe mai avuto modo di vivere altre due
vite totalmente diverse dalla prima.
COME CI SI SCOPRE SCRITTORI? COM’E’ INIZIATA LA TUA AVVENTURA
NELLA SCRITTURA?
Innanzitutto ci tengo a precisare che non riesco ancora a
considerarmi una vera scrittrice, Fortuna, il buco delle vite è soltanto il mio
primo romanzo e per affermarmi in modo
serio e duraturo nel campo della scrittura ho ancora tantissima strada da fare.
Credo che non sia necessario sforzarsi
per scrivere qualcosa di decente, deve essere qualcosa di completamente
spontaneo, insomma sono fermamente convinta che avere una buona capacità di scrittura
sia un talento di Dio.
CI SONO ABBASTANZA SPAZI OGGI PER ESSERE PUBBLICATI?
Purtroppo è molto più semplice di quello che si possa
pensare con il self publishing e le case editrici a pagamento. Dico purtroppo
perché non sempre i prodotti che poi
arrivano sul mercato sono di buona qualità, credo che se si desidera
intraprendere in modo serio la strada della scrittura, allora sia necessario
rivolgersi a delle case editrici qualificate che hanno alle spalle uno staff di
editor che curano il romanzo fase dopo
fase fino alla pubblicazione e danno degli ottimi consigli per migliorare
l’elaborato. Perciò mi sento di dare un piccolo consiglio a tutti quelli che
sognano di pubblicare: non fidatevi di quelle case editrici che vi chiedono dei
soldi per pubblicare il vostro libro, non otterrete alcuna soddisfazione. Io
prima di riuscire a pubblicare Fortuna ho aspettato cinque anni ma non me ne
sono pentita, perché mi sono affidata a un ottima casa editrice come la Ciesse
edizioni di Padova.
QUAL E’ IL PIU’ BEL LIBRO CHE HAI LETTO O UN ATORE CHE PIU’
TI APPASSIONA?
E’ difficile scegliere un libro in particolare, perché
ciascuno dei libri che ho letto è stato come un viaggio fantastico che mi ha
lasciato mille sensazioni indimenticabili, però se devo citarne per forza
qualcuno allora dico “Un uomo” di Oriana Fallaci e “Cime Tempestose” di Emily
Bronte. Ho una passione smodata per tutti i libri della Fallaci ma leggo molto
volentieri anche i romanzi di Isabel Allende, Gabriel Garcia Marquez, Flaubert,
Stendhal e Balzac. Tra gli italiani
invece mi piacciono molto Luigi
Pirandello, Elsa Morante, Cesare Pavese, Michela Murgia e Silvia Avallone.
CI SONO ABBASTANZA SPAZI PER GLI SCRITTORI
ESORDIENTI/EMERGENTI NELLA NOSTRA SOCIETA’ ? OPPURE VINCONO E FANNO VINCERE
SEMPRE GLI STESSI NOMI?
Se hai la fortuna di pubblicare il tuo primo romanzo con una
grande casa editrice come la Mondadori o la Rizzoli hai tutti gli spazi che
desideri e spesso ti può capitare di vincere un premio prestigioso e vendere
migliaia di copie come è successo a Silvia Avallone con “Acciaio”. Se invece
pubblichi il tuo primo romanzo con una casa editrice medio piccola, la tua
strada è decisamente in salita e piena di ostacoli che sembrano insuperabili,
fai molta più fatica a vedere il tuo romanzo esposto in libreria e quando vai a
chiedere, con tutta la gentilezza del mondo, se ti danno la possibilità di fare
una presentazione ti senti spesso ti dicono un bel no.
C’E’ UN BREVE PASSO DEL LIBRO, UNA FRASE, A CUI SEI
PARTICOLARMENTE LEGATA?
Io adoro ogni personaggio del mio libro, credo che sia
inevitabile perché alla fine diventano tutti un po’ come dei figli, però ho un
debole particolare per nonna Umberta Prima Rizzutelli, la nonna materna di
J./Fortuna, perché è una donna allegra, energica e che non si da mai per vinta,
mi piace tutto ciò che dice e mi è rimasto particolarmente impresso nella
memoria un piccolo dialogo che ha con la nipote a proposito della felicità e
dice: «…la felicità esiste e per riuscire a ottenerla, qualche volta dobbiamo
avere il coraggio di rischiare».
«Rischiare che cosa?»
«Tutto: la reputazione, le certezze, la quotidianità.
Rischiare di es-sere additata dalla gente che pensa di essere migliore di te,
soltanto perché vive all’interno di schemi grigi e inutili. Rischiare di essere
in-sultata, come se fossi l’essere peggiore della terra. Rischiare la
solitu-dine e qualche volta persino il disprezzo».
La bambina rimase un po’ perplessa da quel discorso, allora la
nonna sorrise e le chiese:
«Ti ho spaventata?»
«Sì, un po’» rispose candidamente lei.
«J. la felicità è una cosa preziosissima perciò è tanto
difficile da conquistare, ma quando ci riesci ti ripaga di tutto quello che hai
sofferto per ottenerla».
COLTIVI ALTRE PASSIONI OLTRE ALLA SCRITTURA?
Ho mille passioni
oltre la scrittura. Mi piace cucinare i piatti della mia amatissima Campania,
soprattuto ora che vivo a Milano, andare al cinema e al teatro, sogno di poter
partecipare a una prima della Scala, nuotare pensando di essere nelle acque
limpide e cristalline della splendida costiera amalfitana, dipingere quadri
astratti, fare il punto a croce e vorrei imparare ad andare a cavallo, perché i
cavalli sono i miei animali preferiti.
MA E’ VERO CHE SEI TIFOSA DEL MILAN?
Sono una tifosa sfegatata!!! Toglietemi tutto ma non il
milan. E’ una passione irrefrenabile che a volte mi fa soffrire come un cane e
altre impazzire di gioia e toccare il cielo con un dito come è capitato
nell’ultima finale di Champions league che ha disputato ad Atene nel 2007 e
vinto con una splendida doppietta del mio amatissimo Pippo Inzaghi. Non potrei
vivere senza l’adrenalina che mi regalano quei 90 minuti più supplementari, chi
non conosce il calcio pensa che sia uno sport idiota, ventidue uomini che
corrono e sudano dietro un pallone in calzoncini corti, ma quando lo conosci e
ti appassioni a una squadra e ai suoi colori, allora ti rendi conto che non è
cosi. Il milan ormai è come una seconda famiglia per me, non c’è giorno che non
trovi modo di parlare del milan, che non mi preoccupi delle condizioni di
salute dei giocatori e quando c’è qualche addio, purtroppo, qualche lacrima di
commozione è inevitabile Dio mio quanto ho pianto per capitan Maldini, Gattuso
e Inzaghi!
SE TI PRESENTO LA COPIA DEL TUO ROMANZO PER UNA DEDICA, COSA
MI SCRIVI?
Se lo compri e lo leggi mi rendi infinitamente felice, non
sono ancora abituata a fare le dediche, quando qualcuno me la chiede resto
sempre un pochino perplessa perché penso che, in fondo, non sono ancora
nessuno e perciò il mio autografo vale
poco, però se me la chiedessi ti scriverei :”Ad Alberto, mille grazie per aver
dato fiducia alla mia Fortuna, che la vita gli possa regalare la forza e il
coraggio di reinventarsi sempre dopo
ogni piccola o grande caduta”.
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