Oggi sono stata a Roma. Ho visitato una mostra particolare. Si chiama Body Words. Si tratta di un’esposizione di corpi umani donati per essere plastinati, conservati per sempre. Vederli è anatomicamente e didatticamente interessante, tanto più se il corpo umano è la tua passione. I particolari studiati sui libri si fanno reali, chiari. Ma, al di là delle descrizioni, mi sono sorpresa di una riflessione che non ho mai fatto prima: sotto la pelle siamo tutti uguali.
E, non mi sembra poi ‘’una scoperta dell’acqua calda’’ ! E’ incredibile come la pelle, un cappotto identificativo, ci renda in fondo unici, completando un’opera che ha radici profonde già nel pensiero e nelle emozioni, oltre che nel genoma…
Ed oggi ritrovo la nostra unicità in queste righe : <<Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa, che significa Pietro >>.
Tu sei. Due parole rivolte a ciascuno di noi, a sottolineare il nome che ha ogni singola storia.
Di fronte ad un corpo immortalizzato ma anonimizzato vorrei poter chiedere : <<E tu, chi eri? Chi amavi? Chi sente oggi la tua mancanza?>> .
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