sabato 26 settembre 2015

Intervista a Roberta Mancarella, la pittrice che crea splendore - Alberto Zuccalà







Come nasce un’opera?
Un opera può nascere da un’idea e passare attraverso le linee di un progetto precedentemente definito. Più spesso nasce dal caso, così, da un qualcosa che tutto è tranne che quello che avresti immaginato. Credo siano “le opere che non mi aspetto” quelle più riuscite poiché rappresentano l’occasione per stupirmi, guardare con occhi nuovi la realtà del quotidiano, così come le infinite possibilità del colore che ho sottomano, scorgere e impadronirmi di una nuova scoperta.


Quando hai cominciato a dipingere?
Sarà banale ma, come immagino tanti pittori come me, da che ho memoria. Ricordo di aver sempre disegnato e subito dopo dipinto… da bambina dipingevo un po’ con quello che avevo a disposizione. Se non erano tubetti di colore… pestavo i petali di fiori che avevo in abbondanza giù in  giardino … e se non avevo fogli usavo vassoi, mattonelle… e i muri di casa.. quelli interni!

 
Cosa esprimi nelle tue opere?
Beh sono immagini riconducibili al mondo dell’inconscio, all’attività onirica. Di solito isolo frammenti di realtà riproducendoli con perizia nell’intento di portare il fruitore in una dimensione simbolica … che somigli alla realtà conosciuta ma che sia una dimensione diversa, profondamente eterea, poetica. La “poesia”della pittura credo sia il bene più grande, e questa poesia può passare per le forme del vero o essere completamente astratta… se è poesia lo vedi e lo senti immediatamente. Ti rapisce e ti resta dentro, e non puoi fare altro che portarla con te.


Cosa pensi dello “stile” in pittura?
Mmm questo è un tema fortemente dibattuto oggi. Credo che lo stile sia e debba essere semplicemente il timbro personale dell’artista. Oggi siamo reduci della lezione delle avanguardie storiche e l’arte contemporanea ha asservito ogni mezzo all’urgenza  della sua espressione. Credo che dobbiamo fare nostra la conoscenza  e l’esperienza di quello che sono stati e hanno significato i movimenti del secolo scorso, sia a livello teorico sia a livello propriamente tecnico. Dopo aver fatto nostra questa esperienza però, dobbiamo esprimere quello che siamo in tratti che, inevitabilmente riecheggiano le forme culturali storiche e contemporanee ma che, necessariamente, devono essere “nostre”. Poco importa, a mio avviso, se la tecnica della nostra espressività sia più o meno affine agli stili coevi. Ciò che conta davvero, credo, è che il nostro stile sia una scelta libera e consapevole.

Cosa pensi della pittura?
Ahahahah…. Che nn potrà mai essere sostituita dalla fotografia! Nn fraintendermi, amo la fotografia… alcune foto sono davvero delle opere d’arte! Credo solo che siano due cose troppo diverse. La pittura intrappola nella materia dei suoi tocchi tutto l’essere del pittore..
Più propriamente credo che la parola chiave della pittura sia innanzitutto ricerca, continua sperimentazione.. del colore, della tecnica, della forma, di sé stessi. Si tratta di “giocare” con la materia per tirar fuori forme inattese.

Cosa pensi della didattica dell’arte?
L’insegnante deve offrire un’attenta e rigorosa preparazione tecnica ma deve soprattutto mirare alla formazione di una mente libera e indipendente. Credo che il compito di un buon docente di pittura sia aiutare l’allievo a raggiungere i suoi propri obiettivi. Si tratta di individuare in modo arguto e istintivo le strade più favorevoli e vantaggiose per ognuno e incoraggiare l’allievo a perseguirle fino in fondo.
Compito arduo ma fondamentale credo, quello di trasmettere la capacità di stupirsi in modo inesauribile di fronte alle espressioni della realtà empirica e di fronte alle possibilità offerte dalla materia cromatica. Si tratta di autoprodurre, ogni giorno, l’occasione per fare felici scoperte e arricchirsi di ciò. In sintesi, aiutare l’allievo a diventare “curioso” di sé stesso. 


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