Raccontare
se stessi. Ognuno potrebbe parlare di se descrivendo le ansie, le paure, le
angosce che dispiegano gli scenari in cui fluttuano i propri sogni. Vale per
tutti, ancora di più per chi racconta se stesso attraverso le incursioni in
campo artistico e fa delle sue ossessioni la prima materia di cui si compongono le sue opere.
Marco Gubellini, con le sue foto composizioni aveva già messo in guardia lo
spettatore. Lì, replicando se stesso, giungeva a estreme conclusioni circa la
difficoltà di trovarsi, inquilino tra i tanti, a condividere pensieri e modi di
vivere. Con le installazioni, il percorso già avviato si traduce in aperta
dichiarazione di intenti. Qui il resto del mondo è raffigurato nella sua
varietà, il narcisismo dell'autore contenuto nei limiti e nelle limitazioni
dell'oggettiva rappresentazione , almeno così in apparenza. Ma chi conosce i
lavori di Gubellini sa che il gioco preferito dell'autore è sempre quello di
prendere poco sul serio le avversità della vita.
Ecco allora che il suo
immaginario, se da un lato guadagna la terza dimensione, dall'altro perde
consistenza fisica e denuncia, nel disfacimento dell'aspetto ridotto ai minimi
termini, la perdita di "coscienza" di sè. Gli uomini non sono
compiuti in se stessi, traggono alimento da altri uomini ( e non è
un'operazione indolore) o dalla cultura /coltura dei libri. Ma ogni stimolo
esterno, di qualunque natura esso sia, richiede consapevolezza , altrimenti è
come vivere con un paraocchi e osservare sempre la stessa angusta porzione di
muro. Sembra facile, scegliere di abbeverarsi dalle teste che pensano più in
alto o attraverso le radici capaci di spingersi dentro le viscere più profonde,
ma dentro ogni desiderio di riscatto, il demone del bambino onnipotente che
ciascuno di noi è stato, affiora e ci costringe a riconsiderare cosa sono gli
altri per noi.
Ed è
con la stessa freddezza chirurgica e al contempo con una componente ironica
spiazzante, che l’autore tratta temi di valore più sociale e fortemente
attuali, come la tematica terroristica e la ancor più ribadita tematica sul
nutrimento planetario.
Marianna
Agostino
Nessun commento:
Posta un commento