1)Ciao Andrea. Rompiamo
subito il ghiaccio: chi sei?
Il mio nome lo sai, ho
trent'anni e attualmente vivo a Barcellona. Ho lasciato l'Italia con poco più
di vent'anni per trasferirmi alle Isole Canarie ma recentemente sono tornato
fisicamente nel vecchio continente. Il 2015 per me è stato un anno pieno di
soddisfazioni visto che a luglio è uscito il mio primo romanzo e a dicembre
sono diventato padre.
2)Il tuo romanzo
d'esordio si intitola “Storie da Seaville – Michael Livingstone -”. Un titolo
molto lungo: ci puoi spiegare cosa racchiude?
Racchiude l'essenza del
libro stesso, ovvero l'idea di una saga atipica in cui ogni storia sarà
ambientata a Seaville, una metropoli statunitense in un futuro non troppo
lontano, ma che ogni volta si centrerà sulla vita di un singolo cittadino, in
questo caso Michael Livingstone. L'idea di base è che ogni storia sia
indipendente ma, allo stesso tempo, legata da un filo invisibile ma ben solido
a tutte le altre.
3)Raccontaci il romanzo
in poche parole.
Nella Seaville del 2066,
una metropoli moderna, caotica e in profonda crisi, Michael Livingstone ha una
vita agiata, frutto della sua decisione, presa in un passato per lui difficile,
di anteporre la ragione ai sentimenti: ciò lo dimostra il suo posto di lavoro,
ovvero quello di direttore del personale di un'importante casa farmaceutica
ottenuto dopo aver sedotto e sposato la figlia del presidente della stessa
multinazionale. Un errore commesso nel passato, però, lo obbligherà a lottare
per provare a salvaguardare sé stesso e la sua amata routine dalla persona che
ha deciso di rovinargli quella vita che s'è creato a suon di bugie e ipocrisia.
Non tutto il male vien per nuocere: tra fiumi di sangue e torrenti di lacrime,
Michael intravederà la possibilità di una nuova vita, più vera e degna della
precedente. Farà di tutto per raggiungere il suo nuovo obiettivo: ci riuscirà?
5)Ho visto che qualcuno
l'ha definito un thriller futuristico: sei d'accordo?
Si. E no. Per prima cosa
è la storia di una persona, con momenti di paura, amore, eccitazione e
riflessione. L'atmosfera è sicuramente cupa e il sangue scorre durante molte
pagine, l'ambientazione è contaminata dalla suspense e, in alcuni casi, dalla
fantascienza. L'aspetto futuristico sarà presente in ogni romanzo, mentre quello
thriller, al contrario, non in tutti. Non vorrei essere frettolosamente
etichettato come un autore di romanzi thriller perché non sento di esserlo,
anche se non nascondo di trovarmi molto comodo all'interno di questo genere.
6)Parliamo adesso del tuo
stile. Non è semplice né diretto, è carico di descrizioni e di storie
secondarie, ma devo dire che si legge rapidamente. Non trovi che i lettori
potrebbero preferire qualcosa di più semplice?
Penso che ognuno abbia il
suo stile. Con il tempo si impara e si ha l'obbligo di provare a migliorarsi,
cercando di esaltare i pregi e correggere i difetti. Sicuramente il mio è uno
stile ancora piuttosto rozzo e da depurare, d'altronde sono solo al primo
romanzo. Io stesso mi accorgo di essere cambiato un po' sotto l'aspetto
stilistico in ciò che sto scrivendo ora rispetto a quanto scritto in passato e
spero che ciò mi avvicini ad ancora di più lettori.
7)Cosa stai scrivendo
adesso?
Proseguo con “Storie da
Seaville”. Ho già terminato altri tre romanzi e ora sono alle prese con il
quinto della saga. Il secondo l'ho inviato alla casa editrice che ha pubblicato
“Michael Livingstone” (la Watson Edizioni) nella speranza che la nostra
collaborazione continui. Poi si vedrà, ma di certo non ho nessuna intenzione di
smettere di scrivere e spero che ci sia sempre qualcuno disposto a pubblicarmi.
Ogni tanto scrivo anche qualche racconto breve, ambientato immancabilmente a
Seaville, più che altro per svago e per mantenere un rapporto diretto e
continuo con i lettori.
8)Ti ispiri a qualche
scrittore in particolare?
No, anche se sicuramente
ogni libro che ho letto, ogni film o serie che ho visto, ogni persona che ho
conosciuto ha contribuito a formarmi come persona e come autore. Devo dire che
ho sempre ammirato i romanzi in cui c'è qualcosa di inspiegabile, anche se ciò
non sfocia assolutamente nel genere fantastico. Ultimamente ho scoperto alcuni
scrittori francesi che riescono a far ciò e quindi a dare vita a storie
dall'atmosfera unica e coinvolgente. Detto questo, penso che sia molto
importante leggere, guardare e ascoltare un po' di tutto invece di
fossilizzarsi su un unico genere.
9)Quali sono, secondo te,
le doti che uno scrittore deve avere per forza.
Non vorrei essere
ripetitivo, ma penso che sia giusto che ognuno abbia il suo stilo. Chi scrive
romanzi storici dovrà obbligatoriamente essere molto bravo ad immergersi nella
ricerca, chi scrive romanzi per ragazzi ad entrare nella testa e nel cuore dei
più giovani. Nel mio caso punto tutto sulla fantasia, l'immaginazione e l'originalità:
uno dei miei obiettivi è quello di far sì che chi mi legge si cimenti con
un'esperienza originale, comunque verosimile e, spero, avvincente e
interessante.
10)Vivi in Spagna, quindi
la domanda sorge spontanea: pensi di pubblicare qualcosa in spagnolo?
Se il mio primo sogno era
quello di pubblicare un romanzo in Italia, il secondo è quello di oltrepassare
i confini nazionali, iniziando proprio dalla Spagna per poi magari arrivare
anche in Sud America e magari nei paesi anglofoni, come gli Stati Uniti che, in
fin dei conti, è proprio dove ho ambientato l'intera saga. Temo che non sarà un
processo facile né rapido, ma ho l'obbligo di provarci e di fare il possibile
per riuscirci.
11)Siamo arrivati
all'ultima domanda. Prima di congedarti, vorrei sapere che effetto fa vedere il
tuo romanzo sugli scaffali delle librerie.
Sicuramente è una
sensazione positiva, che ti da uno sbalzo di autostima e ti riempie di
orgoglio. Però non è, né sarà mai sufficiente. Ti spiego: non ho nessuna
intenzione di accontentarmi di quello che ho fatto finora, di adagiarmi su
allori che, qualora smettessi di lottare per il mio sogno di diventare un vero
scrittore, si rivelerebbero insignificanti. Ho la sana ambizione di continuare
a scrivere, essere pubblicato e letto, quindi, raggiunto un obiettivo, penso
subito a quello successivo e mi ci tuffo di testa. Non voglio che il mio
romanzo resti un caso isolato e che tutti gli sforzi che sto facendo risultino
vani. Con perseveranza ed essendo disposto a mettermi sempre in discussione per
provare a migliorare, con un po' di fortuna e l'appoggio della famiglia, degli
amici e dei lettori, tutto è possibile.
Grazie mille Andrea per
questa intervista e spero di risentirti per l'uscita del prossimo romanzo.
Grazie a te, contaci.
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