*Com'è
nata la tua passione?
A
dire il vero non lo ricordo! Ho cominciato ad esprimermi col disegno fin da
bambina e a scuola, man mano imparavo tecniche e le mettevo in pratica, dai
pastelli, agli acquerelli, alle tempere … In seguito ho proceduto da
autodidatta leggendo moltissimi libri d'arte e corsi di disegno e di pittura
mentre seguivo un percorso di studi completamente diverso che mi ha portato ad
una laurea in “Lingua e Letteratura Francese, conseguita presso l'Istituto
Orientale di Napoli e una laurea in “Psicologia Clinica” conseguita presso la
SUN di Caserta
*Ami
esprimerti attraverso la pittura, la poesia e la narrativa, come si coniugano
le tue opere?
Parole
ed immagini sono forme di comunicazione dirette e sublimanti attraverso le
quali si esprime l'anima infrangendo i muri della solitudine. L'abbraccio di
linguaggi differenti può solo potenziare l'idea di un lavoro … è un incastro naturale.
Nelle mie opere soprattutto i titoli hanno un'importanza fondamentale. Sono una
sorta di poesia telegrafica, in quelle poche parole c'è già una storia, sono
parte dell'opera stessa, nascono già con il lavoro, “stanno” nella tela
dipinta, la completano e non sono mai arbitrari. L'ultima fase di un dipinto o
di un libro poi, è di consegnarlo al mondo, è come se essi si lamentassero
ricordando la voglia di muoversi, andare in giro per il mondo e conoscere altra
gente …
*Quali
emozioni trasmettono le tue opere?
Le
emozioni sono varie perché nessun quadro è uguale ad un altro, anche se vi sono
delle costanti soggetti e colori non sono stabili, dipendono dal periodo, dallo
stato, dallo splendore o dal fantasma che tutti ci portiamo dentro o che ci
domina in quel momento … ognuno di noi cammina con la propria luce e la propria
ombra e la finalità ultima di ogni atto creativo è di permettere all'anima di bere alle acque
del mistero. Grande importanza riveste l'osservatore. Egli interpreta l'opera
proiettandovi sopra ciò che vede: i suoi timori, la sua infelicità, il suo
amore, la sua allegria … Lo spettatore come il lettore dei miei libri, mentre
osserva o legge “sta creando” anche lui ed è un arricchimento ascoltare ciò che
l'altro ha da dire sul tuo libro o la tua tela, si scoprono sguardi nuovi,
differenti angolature e l'opera continua a crescere cambiando, maturando,
incorporando molteplici significati e ti assicuro che non c'è maggior
soddisfazione che vedere che i propri lavori servono anche all'altro per
entrare in se stesso … tutto acquista maggior senso quando brillano gli occhi
del “lettore/osservatore”!
*Nei
tuoi dipinti volti, infantili e soprattutto femminili, perché questa scelta?
Nella
mia pittura prevale lo studio del volto, la parte più complessa dell'essere
umano. In me urge una spinta all'osservazione della geografia dell'anima, dei
paesaggi interiori, di quella luce che origina un'emozione in uno sguardo, di
quell'ombra che svela un sentimento in un sorriso … “Ritratto” come cosa in cui
entrare in un passaggio da dentro a dentro; “ritratto” come possibilità di un
viaggio avventuroso col soggetto della tela. Entrare in rapporto con “l'altro”
dà la possibilità di cercare porte, tentare di aprirle … e quando alla fine la
porta si apre, trovare un prezioso gioiello! Ogni ritratto è un universo
complesso, un intreccio di relazioni e pensieri tra l'artista che vede e il
soggetto che mostra. Nel ritrarre ciò che spesso viene dato per scontato in un
volto, cerco quell'aspetto che non è stato sufficientemente indagato … non so
bene cosa cerco ma sicuramente ciò che cerco è dentro di me, “ritratto” quindi
come scoperta dell'altro e di se stesso!
Nei
volti cerco l'essenza, decontestualizzo i soggetti, cerco di operare una
sintesi volta a raffigurare le persone sospese nell'azione di un movimento, una
riflessione e che, a differenza della fotografia, non facciano pensare alla
caducità, alla morte … L'opera finita è per me un lampo assoluto racchiuso e
sentito, stretto intreccio di anime: quella dell'artista e quella del soggetto.
*Cosa
significa per te dipingere?
L'atto
del dipingere è per me un cammino misterioso duro e faticoso ma anche un
sorprendente incontro, è qualcosa che inaspettatamente impone la sua presenza.
Un volto finito è quanto di più prezioso ci sia per l'artista e lo spettatore:
occhi che ti guardano … occhi in cui ti riconosci …
*Un
sogno nel cassetto?
Un
angolo in un museo e una targhetta con sopra scritto il mio nome!!! E' troppo?
… ma tu hai detto un sogno, è lecito sognare tutto! ;-))
Nessun commento:
Posta un commento