Con una carriera in ascesa e un percorso insolito, il cantautore
ragusano ci racconta un po' della sua storia, di come sia riuscito con le sue
sole forze e la grande passione per il racconto e la musica, a incantare un
pubblico di ascoltatori sempre più folto attraverso il web e a incuriosire a
tal punto i mass media di un caso “anomalo” nel panorama musicale italiano. Un
uomo che rompe gli schemi preconfezionati della musica mangia e bevi da
concorso, infischiandosene delle regole imposte dal mercato discografico, ma
con un riscontro di critica e di pubblico assolutamente favorevole.
Immersi come non mai nel mondo
delle produzioni da talent, abbiamo dimenticato il sapore delle produzioni
coraggiose, quelle dei produttori che investono nello scouting metropolitano,
in cerca di talenti controcorrente, fuori dal comune se vogliamo. Era l'era dei
Gaber, De Andrè, Vecchioni, De Gregori, Battiato, Fossati e via dicendo...e
Mirko Marsiglia non si fa mancare nulla. Che il mercato discografico sia
cambiato radicalmente è sotto gli occhi di tutti ormai, come è altrettanto
lampante il desiderio di un ritorno, quello del racconto, della musica macerata
nell'anima e trasmessa dall'esperienza di chi ha vissuto una vita intensa e
vuole condividerla al mondo, ma non per la smania di successo a tutti i costi,
ma per un'esigenza imprescindibile dell'anima, come un richiamo alla natura più
profonda delle emozioni che nutrono l'essenza stessa dell'uomo. Oggi Mirko
Marsiglia incarna l'uomo distaccato e silenzioso che, quando imbraccia la sua
chitarra e sale sul palco di un teatro, ricopre di intensità e armoniche
emozioni il pubblico assetato di storie, di quei vissuti che non cercano il
clamore dei gesti inconsulti o il battere i piedi e le mani, ma la riscoperta
dei valori che contano e che ci permettono di tramandare, di generazione in
generazione, spaccati di vita quotidiana che riconducano a un'introspezione
profonda e nello stesso tempo fruibile, leggera come le cose semplici della
vita. Qualcosa che difficilmente può raccontare un giovane autore. E i grandi
autori si fanno “sempre più grandi”. Sarà forse l'ora di iniziare a pensare
seriamente all'eredità di un'identità cantautoriale così forte? Il tema degli
anni a venire sarà il ritorno e noi ne siamo certi, con tutto il rispetto per
le nuove generazioni e i talent.
Mirko, per noi è un grande piacere avere l'esclusiva di questa
intervista, sei un caso davvero interessante. Ma raccontaci qualcosa di te,
della tua storia...come comincia tutto?
«Difficile essere sintetici, ma
ci proverò. Intanto voglio ringraziarvi di cuore delle parole spese nei miei
confronti e dell'attenzione riservatami. La mia storia musicale nasce a
Palermo, la mia città natale, dove per la prima volta, all'età di 9 anni,
imbraccio la mia prima chitarra. Da allora non ho mai smesso di amarla e
lasciarmi trasportare dalle sue vibrazioni. Ho iniziato ad avere la mia prima
ispirazione compositiva all'età di 12 anni, quando scrissi il mio primo brano,
ispirato come potete immaginare ai primi sentimenti d'amore. Poi il mio primo
gruppo musicale, Stile libero, fondato insieme al mio amico d'infanzia Gabriele
Scalici e con cui abbiamo suonato per alcuni anni per locali e piazze di
Palermo a far gavetta con canzoni dei Queen, Pink Floyd e altri grandi gruppi
degli anni migliori di sempre. Per alcuni anni mi sono dedicato allo studio
della musica e al canto. Oggi vivo a Ragusa da poco più di dieci anni, città in
cui è cresciuta mia madre, originaria del catanese. Posso dire di essere in
parte palermitano, catanese e ragusano. Mi diverte molto questa cosa, sono tre
splendide città ricche di tradizioni e appartengo a ognuna di queste realtà in
qualche modo per DNA. Ad oggi credo di aver scritto circa 500 inediti, ma ne
considero un centinaio per il mio repertorio attuale, se vogliamo parlare di
qualità dei contenuti e intensità musicale. Molti, nei primi anni di
sperimentazione, li ho pensati per altri cantanti nel mio immaginario e altri
ancora li ho scritti su commissione per scrittori, poeti, artisti di ogni
genere. Il mio background musicale si rifà inizialmente al grande Freddie
Mercury e al suo estro geniale, successivamente negli anni a venire ad artisti
come Battiato, Gaber, De Andrè, Vecchioni e altri grandi autori intramontabili.
Amo molto leggere e vengo ispirato quasi sempre da storie realmente accadute
che poi ricamo secondo ispirazione sulle corde del legno.».
Quando incontri un autore di testi impegnati che riesce ad attirare
l'attenzione dei mass media in un periodo musicale così triste e con le sole
proprie forze, vorresti chiedergli subito come sia arrivato a questo punto
senza una produzione discografica alle spalle. Come te lo spieghi questo
successo di ascolti, questo interesse nei tuoi confronti, sia in Italia che
all'estero?
«Questa è una domanda difficile,
credetemi. Tutt'ora cerco di spiegarmi anch'io come sia possibile tutto questo
e perchè stia capitando proprio adesso, dopo tanti anni chiuso nelle mie stanze
nel mio amato silenzio e nella solitudine. Dico questo perchè non ho mai
puntato al successo, credo che possa essere un'ossessione di cui molti artisti
frustrati pagano le spese a lungo andare. Ho sempre cercato l'equilibrio e ho
sempre pensato di essere solo un mezzo, una penna nelle mani del destino, nulla
di più. Sono anche una persona molto riservata che non ama la vita mondana,
cerco spesso i miei spazi personali, ma devo dire grazie sicuramente a mia
moglie Milena, anch'essa cantautrice che incoraggia da sempre questo percorso,
alla mia famiglia e a un mio carissimo amico, Massimiliano Sammito. Se ho
deciso di portare alla conoscenza del pubblico i miei brani è anche merito suo.
Onestamente tutto ciò che scrivevo rimaneva chiuso in un cassetto man mano che
l'ispirazione scorreva. Non so, forse non mi ritenevo all'altezza del mondo
esterno musicalmente e pensavo tra me e me che non erano poi così buoni quei
testi e quelle musiche, ma credevo molto nei messaggi e nelle emozioni che
avrebbero potuto veicolare, quello si. E così, anno dopo anno, da quando ho
deciso di uscire con i primi concerti, il mio canale youtube è schizzato a
circa 200.000 ascolti con mia grande sorpresa e senza alcuna casa discografica
o campagna pubblicitaria alle spalle. Mi arrivavano giornalmente molti messaggi
di apprezzamento da utenti di tutto il globo. Arrivai a scoprire che mandavano
in onda alcuni miei inediti nella radio
nazionale più seguita d'Australia e successivamente a Huston, in America, in
una rete radio-televisiva. Nel tempo conobbi alcune persone chiave per il mio
percorso, come l'amico Claudio Arletti, il compositore e amico Marco Cascone
che ha realizzato le musiche del film di successo Italo e che ha arrangiato
alcunidei miei inediti. Lui sa tirar fuori l'anima musicale dai miei brani in
un modo davvero disarmante. Poi l'amico Mauro Bertoli, co-fondatore dei Pooh,
una persona splendida, la violinista di talento Marina Zago che suona il suo violino
sempre come se fosse l'ultimo giorno, da brivido sui miei brani. E molti altri
infine che non posso citare qui per brevità».
Parlaci di questa famigerata rubrica che hai creato su facebook,
Cantautore Stolto, sembra quasi un soprannome da supereroe. Una video
rubrica casalinga che iniziò sin da subito a riscuotere un discreto successo di
ascolti. Perchè questo nome e da cosa nasce l'esigenza di creare la questa
rubrica?
«Cantautore Stolto nasce così per
gioco in realtà. E' un soprannome ironico che mi sono voluto dare, poiché in
quei giorni in cui decisi di aprirla, sentii dire in tv che in Italia non ci
sono più autori e cantautori su cui poter contare e io sapevo bene che non era
così. E non era la prima volta che ascoltavo questo tipo di affermazioni a mio
avviso inesatte. Ma non mi riferivo al mio di talento, personalmente credo di
aver conosciuto diversi autori validi e altrettanto “invisibili”, ma l'Italia è
un luogo strano da frequentare ultimamente, bisogna uscire con il casco. In
ogni caso aprii questa video rubrica in cui pubblicavo una selezione di miei
brani, con tanto di introduzione al brano. Il tutto si svolge nel salotto di
casa mia, con una normalissima telecamera, un treppiedi e la mia chitarra. Il
mio viso, per scelta, rimane in penombra, questo per dar risalto alla genuinità
del messaggio al di sopra di ogni cosa. Come dicevo prima, sono solo un mezzo.
Sta di fatto che anche Cantautore Stolo, come youtube, inizia ad avere migliaia
di visite settimanali e moltissime adesioni, messaggi, commenti ai brani nel
giro di pochi mesi. Immaginate il mio stupore. Tutto questo mi convinse ad
andare avanti per questa strada, senza troppi grilli per la testa o aspettative
ingombranti, solo per la gioia di comunicare con la gente. E' quel che mi interessa
in fondo, il messaggio».
Da cosa nasce un'ispirazione, Mirko?
Per rispondere a questa domanda, ti racconto cosa
succede prima che io possa sedermi con un foglio e una penna tra le mani. La
sensazione è quella di dover partorire qualcosa che sgorga dal profondo
dell'anima, come se non venisse da me. E se non lo riverso su di un foglio sto
male, una specie di travaglio pre-parto. Mi capita spesso, in questi momenti,
che l'emozione mi trascini in qualcosa di assolutamente inumano e commovente, qualcosa
che tutt'oggi non saprei spiegare. Spesso sgorgano lacrime di gioia, di
nostalgia o di tenerezza, a volte di rabbia logorante. E divento un tramite per
le storie che prendono forma attraverso la mia voce e le corde della mia
chitarra. Non credo mi appartengano, è come se mi venissero affidate per uno
scopo ben più alto. Non saprei dire altro.
Hai dichiarato in alcune occasioni di avere un sogno nel cassetto.
Quale?
«Portare questi messaggi che
ritengo importanti e le testimonianze al grande pubblico e, come spiegavo
prima, non è un fatto legato alla smania di successo, no. Quando ero ancora un
bambino, ero convinto di ascoltare una voce che mi diceva di avere una missione
importante, che sarebbe accaduto tutto al momento giusto e che avrei dovuto saperla
accogliere nella mia vita senza pormi troppe domande. Sarebbe accaduto
attraverso la musica, ma io ancora non sapevo neanche cosa fosse, la musica, un
po' come oggi del resto per certi versi. Ecco, quella voce continuo a sentirla,
sarò matto forse eh eh. E come allora non mi pongo troppi quesiti, credo nel
profondo che ognuno di noi sia qui per un motivo ben preciso, nulla viene
lasciato al caso, se apri la mente e il cuore al tuo destino lui non tarda ad
arrivare o, forse è meglio dire che arriva quando sei pronto per riceverlo. Un
detto orientale dice che il maestro arriva quando l'allievo è pronto, non
potrei essere più d'accordo con queste parole. La mia vita ne è testimonianza
diretta, come lo sono anche le storie impresse nei miei fogli. Mi succedono
cose incredibili da sempre.».
C'è un brano a cui sei particolarmente affezionato di quelli che hai
composto?
Impossibile rispondere credo. C'è Il volo, un
brano filosofico e autobiografico in cui mi riconosco totalmente, brano in cui
è intervenuto il compositore Marco Cascone con un arrangiamento orchestrale. Entraineuse
invece è una storia vera e, come si può intuire dal titolo stesso, di una
ragazza (Sonia) finita a lavorare nei night club, sono molto affezionato a
questo brano perchè è una testimonianza diretta di un mondo sommerso pieno di
contraddizioni e dolore. Sarebbe bello se un giorno si pensasse di realizzare
un libro e un film intitolato proprio Entraineuse, con il brano come colonna
sonora, ma per fare un film ci vuole anche un regista interessato e una
generosa produzione. Masih, ispirata al libro Il cacciatore di aquiloni,
una storia reale che parla proprio di questo bambino costretto sin dalla tenera
età di circa quattro anni a cucire tappeti, il tutto ambientato in Pakistan. Ballata
di un sogno breve, parla di quella povera ragazza impiccata pubblicamente
in Iran per essersi difesa da un abuso sessuale, ma è una storia lunga. Ci sono
anche brani ispirati ai celebri racconti di Christian Andersen, come Dalla
finestra del Vartov o Monsieur Duprè ispirato al racconto La casa
vecchia e brani di natura filosofica ed esistenziale come Kronos (il
risveglio) o Misterioso Concerto (spiritual). Credo di essere
affezionato a ognuno di loro in qualche modo. Sono tanti, ma sono tutti miei
figli e io mi sento un padre premuroso.
Leggo che hai ricevuto anche degli importanti riconoscimenti per il tuo
lavoro in questi ultimi anni...
«Amica mia, non voglio sembrare
più di ciò che sono, sono una persona comune. Si è vero, in questi ultimi anni
ho ricevuto un riconoscimento regionale in ambito culturale, per i testi
impegnati delle mie musiche e, l'anno scorso, nella votazione di un concorso
indetto dalla città di Ragusa e con grande mia sorpresa, ho ricevuto il maggior
numero di voti online dalla giuria popolare, ma non è per il numero di voti,
chi mi conosce sa che non amo molto la competizione. E poi i voti mi ricordano
proseliti politici a me non affini. E' un concetto stupido. Più che altro
sapere che la mia città mi apprezza e incoraggia il mio percorso artistico, mi
rende felice. Amo la città in cui vivo.
Sei stato convocato come ospite in diverse manifestazioni di carattere
nazionale e, tanto per non farti mancare nulla, sei stato intervistato da
alcune importanti emittenti radio-televisive, come per esempio la radio fondata
dal mitico Vasco Rossi. Descrivici le tue sensazioni, come ti sei sentito
quando hanno iniziato a chiamarti?
«Alle mie prime interviste
(parliamo di circa cinque anni fa) ero sicuramente spaesato, non avendo mai
avuto esperienze televisive, abituato alle quattro pareti di casa mia e ai
concerti teatrali, ma non ho mai provato a preparare un discorso, mi sono
sempre buttato e ho parlato in semplicità e scioltezza. Sono abituato a
improvvisare, è la vera eredità che mi ha lasciato vent'anni di gavetta sulle
spalle. C'è da dire che sapendo di avere un vasto pubblico a cui rivolgersi,
come anche quando sali su di un palco per dar voce al racconto, senti di avere
una grande responsabilità interiore. E' la responsabilità di chi decide di
veicolare sentimenti d'amore, gioia, denuncia sociale, rabbia, meraviglia
ecc... E così, durante le interviste o sul palco, le parole vengon fuori da
sole, investite dalla grande passione per la vita e per le persone. Quando
metti avanti il cuore non puoi avere timore di sbagliare. Questa estate sono
stato intervistato da Punto Radio, la radio fondata dal grande Vasco Rossi,
sono stato poi ospitato in trasmissione dalla nota conduttrice televisiva
Umberta Conti che alla fine della trasmissione mi ha invitato ad esibirmi in
un'importante manifestazione Emiliana in favore della lotta ai tumori per
l'Istituto Ramazzini di Bologna. Davvero emozionante tutto questo, non lo
nascondo. Calcare lo stesso palco di
Mingardi, Morandi, Mengoli, Ligabue, Dodi Battaglia e altri grandi della
musica, quella è stata un'emozione che non dimenticherò sicuramente. Un
pubblico foltissimo e attento che ha apprezzato dalla prima nota fino
all'ultima e, infine, un sonoro applauso di riconoscimento...questo ti commuove
perchè sai di essere arrivato al cuore, di aver lavorato duro e bene. Ed è
l'unica cosa che conta veramente, credimi.».
La tua determinazione, caparbietà, volontà, quanto hanno influito in
questa ascesa?
«Forse è proprio l'aver pensato
di non poter arrivare a mete ambite che mi ha permesso negli anni di di essere
apprezzato per quello che sono. Non mi sono mai voluto paragonare a nessuno, ne
tanto meno ho mai amato definirmi in un modo ben preciso, c'è gente più
preparata di me in giro e lo so bene. Io
faccio il meglio che posso da sempre, tutto qua. E mi impegno per migliorare
ogni giorno della mia vita. Ma non mi ritengo migliore di nessuno, sono
concetti intrisi di superficialità di cui non mi sono mai voluto occupare, una
gran perdita di tempo a dire il vero. Amo quel che faccio più di ogni altra
cosa, non posso farne a meno, è come l'aria che respiro dai polmoni e questo
credo sia bastato per non farmi mollare mai la presa. E' qualcosa di viscerale
che non finirà mai di scivolare tra le mie dita attraverso l'inchiostro,
qualsiasi cosa accada è un dato di fatto. Non sono mai stato ossessionato dalla
voglia di facili consensi, non ho mai cercato agganci politici come troppo
spesso avviene purtroppo in italia. Mi sono sempre mosso con grande positività
e impegno personale. E' molto gratificante seguire un percorso onesto, a
prescindere dai risultati che godono di molteplici variabili in questo campo
così complesso. Fin'ora posso ritenermi più che soddisfatto, ma non so cosa mi
riserverà il destino in futuro...resto in ascolto.».
Ormai credo sia solo questione di tempo, sei molto conosciuto in ambito
discografico e credo che prima o poi qualcuno avanzerà una proposta che non
potrai rifiutare, nonostante il tuo amore per la solitudine interiore. Se
dovesse avvenire cosa pensi di rispondere al mittente?
«Per me la musica è una grande
passione, ma è anche il mio lavoro principale, sono titolare di un'accademia
musicale qui a Ragusa, la Horus Music Academy, non cerco il successo forzato.
Credo di poter valutare solo qualcosa che si addica alle mie reali necessità
interiori, non ho più 20 anni e intendo valutare solo proposte che non tendano
a snaturare la mia vera identità e la mia essenza, a quella non rinuncerei
neanche per un contratto milionario, per intenderci. Ho già rinunciato a delle
proposte, anche in corso d'opera, perchè volevano appiattirmi e livellarmi al
resto della musica da supermercato. Erano lavori totalmente insoddisfacenti per
il mio sentire, non mi piacevano le sonorità, il modo in cui curavano il mio
progetto, così mi rifiutavo di andare avanti e facevo un passo indietro. Meglio
uno indietro che uno verso il burrone no? Non voglio bruciare tanto sudore in
qualche manciata di secondo. Attendo qualcosa di serio da un produttore serio,
con un contratto serio. Se arriva bene, se non arriva pace all'anima.
Logicamente non escludo affatto di poter scrivere anche come autore o paroliere
per una produzione importante, al momento attendo risposte in merito, ma nulla
di certo e nessun contratto in vista ancora».
Sei consapevole del fatto che hai scritto quasi un'enciclopedia di
inediti? Ci sono autori che ci hanno messo una vita per scrivere quel che hai
composto tu in una manciata di tempo. E' davvero impressionante, poi li ascolti
e ti rendi conto che ogni brano è veramente sudato, mai fatto tanto per
scriverlo.
«Credo sia una malattia, non
riesco a fermarmi...ma non ho mai pensato che il numero faccia il talento,
anzi. Questo comunque non posso giudicarlo io. Posso solo dire di riconoscermi
pienamente in quel che scrivo, di aver trovato un segmento che rispecchia
perfettamente la mia persona e risalta le mie qualità interpretative. Io sento
quel che suono. E se lo sento io, lo sente anche il pubblico. Penso questo. Non
ho mai scritto un brano tanto per
buttare giù due parole, ritengo sia offensivo verso la fonte dell'ispirazione
vera che a mio avviso non ha natura umana. E' un tentativo becero di truffare
l'anima cercando cosa? Consenso, ricchezze, riconoscenza, idolatria popolare,
non lo so. Non fa parte di me».
Parlaci della tua passione per la pittura e per il cinema. Hai anche
fatto delle comparse o sbaglio?
«Per quanto riguarda la pittura, è nato tutto per
puro caso. Un giorno ho preso un pennello in mano e dei colori ad olio. E'
uscito un paesaggio ben definito, ma non chiedermi cos'è un colore
complementare o una prospettiva. Ho realizzato una ventina di quadri e credo
che continuerò a dipingere, mi fa stare bene. Ho realizzato un paio di mostre,
ma senza pretesa, lascio spazio al talento vero, io sono pur sempre un
musicista. Nella vita non si può fare tutto bene, ma le passioni sono comunque
passioni.
Si, è vero, sono un appassionato di pellicole
cinematografiche, per lo più filosofiche, fantascientifiche, fantastiche,
comiche, storiche e drammatiche. Amo molto guardare gli anime e i film
giapponesi, hanno un movimento e una poesia quasi soprannaturali. Ho
partecipato a più riprese come comparsa sia nel
Montalbano interpretato dal magistrale Luca Zingaretti che nel Giovane
Montalbano. E ultimamente, a settembre, ho fatto parte come comparsa del cast
del nuovo film intitolato Quel bravo ragazzo, con Tony Sperandeo, Enrico Lo
Verso, Nino Frassica e altri grani nomi del cinema. Il film uscirà nelle sale
credo per Gennaio, senza nessuna certezza sulla data o il mese ancora comunque.
Sono state esperienze davvero interessanti che conto di continuare a coltivare
per la mia formazione artistica personale».
Perchè non vuoi che le tue composizioni vengano chiamate canzoni?
Questa è una mia curiosità.
«Perchè ritengo che siano messaggi di cui io sono il
tramite. Attenzione, non sto dicendo di essere un visionario, non vorrei essere
scambiato per un matto megalomane. Dico che sarebbe riduttivo, ma è solo un mio
sentire, non vuole essere un affermazione presuntuosa, affatto. Lo dico con
umiltà e semplicità di cuore. E' qualcosa difficile da spiegare a parole, non
so se ti succede a volte».
Hai un tuo sito internet
dove possiamo seguirti e leggere la tua biografia personale?
Si certo. Il mio sito personale
con tutte le informazioni e una selezione di brani da poter ascoltare è:
www.mirkomarsiglia.it . Sarò più che
felice di ospitarvi amici.
Hai scritto un brano splendido
dal titolo La verità oltre le nuvole come colonna sonora di un film mai
realizzato, cosa è successo?
Credo di non poter parlare a nome
della produzione, esprimo la mia opinione personale. Il brano è stato scritto,
come hai ben detto, come colonna portante del film su cui sviluppare poi le musiche
di rito per il resto delle scene. Il brano che ha il titolo del film, purtroppo
non ha visto luce perchè a un certo punto è deceduto prematuramente l'autore
del romanzo dall'omonimo titolo a cui si ispirava liberamente il film. Credo
sia stato un colpo molto duro da digerire per tutti. Non escludo comunque che
le riprese possano riprendere in futuro, siamo in attesa di decisioni. La
sceneggiatura sarebbe pronta.
Quali sono i tuoi progetti per
il futuro Mirko? Mi hai affascinato molto con le tue storie, hai avuto una vita
davvero interessante. Sentiremo parlare di te sicuramente, tu cosa ne pensi?
Ti ringrazio delle belle parole e
ricambio la stima. Mi metti con le spalle al muro con questa domanda. Come ho
affermato in diverse occasioni e a costo di ripetermi, considero il destino un
compagno muto. Sento e so che succederà qualcosa in un futuro non troppo
lontano, ma resto seduto con il mio amato silenzio in attesa del vento giusto.
Poi non mi fermerò più...sono comunque sempre e solo uno strumento, un canale
se vogliamo. Mi piace pensare questo.
Fin qui il pensiero di Mirko, un
siciliano doc che si fa già onore e che insegna con la sua forza di volontà e
la sua passione innata di non essere mai soddisfatti del livello professionale
possibile. E questa forse è la grande forza dei semplici di cuore, il pubblico
li ha sempre amati.
L’auspicio è che possiamo vederlo
a breve come protagonista della scena nazionale discografica, con le sue storie
e quel che lui stesso definisce messaggi canalizzati. Grazie alla sua passione
per la musica di contenuti, potremmo avere la possibilità di assistere al tanto
agognato ritorno, quello dei valori, delle storie, della poesia della vita a
cui nessuno di noi, per identità popolare, potrà mai rinunciare.
Grazie Mirko, abbiamo passato un
momento di condivisione non da poco. Ti auguro il meglio!
Discografi in ascolto? Forse
qualche autore valido c'è ancora in giro...forse una produzione coraggiosa può
svelare sorprese inattese per il futuro.
La stoffa c'è ed è lì, sotto gli occhi di tutti: Mirko è UN ARTISTA INNATO, UNA PERSONALITà MUSICALE degna di attenzione. Invito i discografici, gli addetti ai lavori, a voler puntare su questa nuova figura di prorompente artista: Mirko è pronto, è solo il sistema di considerare i veri "talenti" che non sa o non vuole notare la differenza. Qui la differenza c'è e si può ben notare, basta fargli una prova...
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