martedì 15 dicembre 2015

Il tendone presenta "I caduti di pietra", lavoro di scrittura di Giuseppe Russo - Alberto Zuccalà






1.      Giuseppe, vorresti presentarti brevemente?

Domanda difficilissima. Avrei preferito la busta di riserva. Non si usa più? Che peccato! Chi sono? Beh, un ragazzo normalissimo (ehm dai, non facciamo i pignoli sull’età!) che crede nella cultura e ha un piccolo sogno: rendere la storia meno noiosa, recuperare la nostra memoria partendo dal basso, dalla gente, e raccontare con parole semplici ciò che abbiamo perso. Uno stadio, una chiesa, una piazza, un parco...le nostre abitudini e le nostre tradizioni.

2.      Di cosa si occupa il tuo libro?

Beh, io lo definisco "saggio storico diverso" perché esamina gli avvenimenti bellici in Campania dal punto di vista dell'arte, dei monumenti, delle tradizioni e della cultura deturpata, distrutta o violentata durante la seconda guerra mondiale. Il problema è che abbiamo perso caffè storici, stadi, chiese, Madonne, archivi, biblioteche, pezzi importantissimi di regge, teatri, ponti, etc. Va da sé che qualcuno si chiederà perché la Campania, e perché si dovrebbe leggere un libro specifico di questa regione. Semplice. La ricerca ha evidenziato che il ruolo strategico di Napoli, e del resto dei centri della regione, fu tale da convertire questa vasta area in terribile esempio per il resto del Paese. Non è leggere della Campania....è leggere dell'Italia e dei suoi tesori rubati, violentati o distrutti dalla cieca stupidità della guerra. 



3.       I caduti di pietra è quindi la dimostrazione che in guerra non cadono solo militari e civili, ma anche e soprattutto le testimonianze dei popoli, le tradizioni, le caratteristiche, i luoghi simbolo, in poche parole i  “beni culturali”.  

Si, e come dimostra il conflitto in Siria, per annullare un popolo devi cancellare la sua cultura che è costituita da monumenti, tradizioni, luoghi simbolo, archeologie,strade, piazze, luoghi di culto e paesaggi. E' ciò che avvenne durante la Seconda Guerra Mondiale, anche se molti credono sia una tecnica "moderna", creata dai mostri dell'estremismo religioso. Invece no. Questa nefandezza sorge nel lontanissimo passato, e si rinvigorisce con la creazione dell'arma aerea, quindi già dalla Prima grande guerra. Poi con la seconda, si raggiunse l'apice della crudeltà. Inoltre vorrei precisare che preferisco il termine PATRIMONIO ARTISTICO. Questo vecchio termine, patrimonio, racchiude in sé tutta la bellezza di un'eredità lasciata dal passato, e non si limita al solo valore economico indicato con il termine moderno di beni culturali. Per me una piazza, una chiesa, un bar storico, un lungomare, uno stadio, una reggia, rappresentano un patrimonio e la mia tradizione.

4.      Puoi svelarci qualche curiosità sul libro?

Non mi interesso di calcio, ma pensare che oggi ancora vi sono polemiche stupidissime tra squadre rivali anche sulle "proprietà" di un team e sapere che il calcio Napoli non ha uno stadio di proprietà perché quello che aveva fu abbattuto a causa dei bombardamenti, ecco mi da fastidio. E infastidisce non per la questione in sé, ma semplicemente perché evidenzia quanto si è perso in termini di memoria. Inoltre pur non essendo un tifoso, capisco che ciò che è stato perso in quel terribile periodo ha ancora evidenti ripercussioni oggi. Inoltre pensiamo anche ai furti perpetrati nelle regge, o ad intere basiliche storiche praticamente distrutte come quella famosissima di Santa Chiara, e ancora a tradizionali luoghi di ritrovo persi per le bombe, come il caffè Vacca, e allora il quadro di completa in un libro che vuole raccontare la "normalità bruciata dalla brutalità". Più chiaro di così...



5.      Quale messaggio vuoi trasmettere ai tuoi lettori con il tuo libro?
Uno semplice. Superate il luogo comune della storia noiosa. Molti libri, mattoni come dico io, sono purtroppo noiosi e spesso sono quelli che ci rifilano da studiare. Ma chi vuole solo leggere per informarsi, e anche per svagarsi con la lettura, può trovare libri ugualmente scritti con criterio scientifico ma più leggeri e con storie più vicine a noi cittadini comuni. Il mio è uno di quelli, con la novità del ribaltamento della prospettiva d'analisi di quel periodo. Alla fine è un racconto, non un romanzo attenzione, di fatti in cui facilmente immedesimarsi e che lasciano lunghe riflessioni e un fervido nuovo interesse per i nostri luoghi del cuore. Spesso lo dimentichiamo, ma in Italia si cammina letteralmente sulla storia. Basta "pestare" una delle vie create dai romani ! Questo ci sta rendendo troppo assuefatti, per cui qualche libro di storia che racconta con leggerezza certi episodi, come I CADUTI DI PIETRA, può far riaffiorare la voglia di conoscere meglio il nostro Paese, e ciò che giornalmente snobbiamo.

6.      Ci regali un passo tratto da I CADUTI DI PIETRA?
«...I bombardamenti a tappeto non prevedevano solo la distruzione delle infrastrutture e degli obiettivi militari, ma si prefiggevano soprattutto di distruggere il morale delle popolazioni colpite attraverso la cancellazione delle basilari strutture civili di una città: palazzi, ritrovi, piazze, monumenti, trasporti, uffici, fabbriche, chiese. Nulla fu lasciato al caso, né alla pietà...»
In queste poche parole si può comprendere la profondità di una tragedia che, credo, dovremmo sforzarci di evitare in futuro. Lo si può fare solo ricordando gli errori del passato, la storia, l'esperienza, quella che da bambini ci ha insegnato che toccare il fuoco fa male....molto male. Ma il fuoco continua a piacere e ad essere utile. Perché non facciamo lo stesso con la nostra storia ? Buona lettura a tutti.

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