1.
Giuseppe, vorresti presentarti brevemente?
Domanda difficilissima. Avrei preferito la busta di riserva. Non si usa più? Che peccato! Chi sono? Beh, un ragazzo normalissimo (ehm dai, non facciamo i pignoli sull’età!) che crede nella cultura e ha un piccolo sogno: rendere la storia meno noiosa, recuperare la nostra memoria partendo dal basso, dalla gente, e raccontare con parole semplici ciò che abbiamo perso. Uno stadio, una chiesa, una piazza, un parco...le nostre abitudini e le nostre tradizioni.
2.
Di cosa si occupa il tuo libro?
Beh, io lo definisco "saggio storico
diverso" perché esamina gli avvenimenti bellici in Campania dal punto di
vista dell'arte, dei monumenti, delle tradizioni e della cultura deturpata,
distrutta o violentata durante la seconda guerra mondiale. Il problema è che
abbiamo perso caffè storici, stadi, chiese, Madonne, archivi, biblioteche,
pezzi importantissimi di regge, teatri, ponti, etc. Va da sé che qualcuno si
chiederà perché la Campania, e perché si dovrebbe leggere un libro specifico di
questa regione. Semplice. La ricerca ha evidenziato che il ruolo strategico di
Napoli, e del resto dei centri della regione, fu tale da convertire questa
vasta area in terribile esempio per il resto del Paese. Non è leggere della
Campania....è leggere dell'Italia e dei suoi tesori rubati, violentati o
distrutti dalla cieca stupidità della guerra.
3.
I
caduti di pietra è quindi la dimostrazione che in guerra non cadono solo
militari e civili, ma anche e soprattutto le testimonianze dei popoli, le
tradizioni, le caratteristiche, i luoghi simbolo, in poche parole i “beni culturali”.
Si, e come
dimostra il conflitto in Siria, per annullare un popolo devi cancellare la sua
cultura che è costituita da monumenti, tradizioni, luoghi simbolo,
archeologie,strade, piazze, luoghi di culto e paesaggi. E' ciò che avvenne
durante la Seconda Guerra Mondiale, anche se molti credono sia una tecnica
"moderna", creata dai mostri dell'estremismo religioso. Invece no.
Questa nefandezza sorge nel lontanissimo passato, e si rinvigorisce con la
creazione dell'arma aerea, quindi già dalla Prima grande guerra. Poi con la
seconda, si raggiunse l'apice della crudeltà. Inoltre vorrei precisare che
preferisco il termine PATRIMONIO ARTISTICO. Questo vecchio termine, patrimonio,
racchiude in sé tutta la bellezza di un'eredità lasciata dal passato, e non si
limita al solo valore economico indicato con il termine moderno di beni
culturali. Per me una piazza, una chiesa, un bar storico, un lungomare, uno
stadio, una reggia, rappresentano un patrimonio e la mia tradizione.
4.
Puoi svelarci qualche curiosità sul libro?
Non mi interesso di
calcio, ma pensare che oggi ancora vi sono polemiche stupidissime tra squadre
rivali anche sulle "proprietà" di un team e sapere che il calcio
Napoli non ha uno stadio di proprietà perché quello che aveva fu abbattuto a
causa dei bombardamenti, ecco mi da fastidio. E infastidisce non per la
questione in sé, ma semplicemente perché evidenzia quanto si è perso in termini
di memoria. Inoltre pur non essendo un tifoso, capisco che ciò che è stato
perso in quel terribile periodo ha ancora evidenti ripercussioni oggi. Inoltre
pensiamo anche ai furti perpetrati nelle regge, o ad intere basiliche storiche
praticamente distrutte come quella famosissima di Santa Chiara, e ancora a
tradizionali luoghi di ritrovo persi per le bombe, come il caffè Vacca, e
allora il quadro di completa in un libro che vuole raccontare la
"normalità bruciata dalla brutalità". Più chiaro di così...
5.
Quale messaggio vuoi trasmettere ai tuoi lettori con
il tuo libro?
Uno semplice. Superate il luogo comune della storia
noiosa. Molti libri, mattoni come dico io, sono purtroppo noiosi e spesso sono
quelli che ci rifilano da studiare. Ma chi vuole solo leggere per informarsi, e
anche per svagarsi con la lettura, può trovare libri ugualmente scritti con
criterio scientifico ma più leggeri e con storie più vicine a noi cittadini
comuni. Il mio è uno di quelli, con la novità del ribaltamento della
prospettiva d'analisi di quel periodo. Alla fine è un racconto, non un romanzo
attenzione, di fatti in cui facilmente immedesimarsi e che lasciano lunghe
riflessioni e un fervido nuovo interesse per i nostri luoghi del cuore. Spesso
lo dimentichiamo, ma in Italia si cammina letteralmente sulla storia. Basta
"pestare" una delle vie create dai romani ! Questo ci sta rendendo
troppo assuefatti, per cui qualche libro di storia che racconta con leggerezza
certi episodi, come I CADUTI DI PIETRA, può far riaffiorare la voglia di
conoscere meglio il nostro Paese, e ciò che giornalmente snobbiamo.
6.
Ci regali un passo tratto da I CADUTI DI PIETRA?
«...I
bombardamenti a tappeto non prevedevano solo la distruzione delle
infrastrutture e degli obiettivi militari, ma si prefiggevano soprattutto di
distruggere il morale delle popolazioni colpite attraverso la cancellazione
delle basilari strutture civili di una città: palazzi, ritrovi, piazze, monumenti,
trasporti, uffici, fabbriche, chiese. Nulla fu lasciato al caso, né alla
pietà...»
In
queste poche parole si può comprendere la profondità di una tragedia che,
credo, dovremmo sforzarci di evitare in futuro. Lo si può fare solo ricordando
gli errori del passato, la storia, l'esperienza, quella che da bambini ci ha
insegnato che toccare il fuoco fa male....molto male. Ma il fuoco continua a
piacere e ad essere utile. Perché non facciamo lo stesso con la nostra storia ?
Buona lettura a tutti.
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