Che
cosa fai?
Cerco!
Soprattutto cerco di trovare una mia dimensione, che includa tutto, l’ordinario
e lo straordinario che è dentro e fuori di me. E ho scoperto che di questo
tutto, l’Arte è una parte imprescindibile. Nulla può sostituire la creatività,
quel desiderio di far nascere qualcosa dal nulla, senza conoscerne la fonte, ma
di cui senti la spinta. Questo riguarda sia la pittura, la scrittura, la
fotografia, l’illustrazione e molto altro che scoprirò in futuro.
Ho fatto,
per necessità di sostentamento, e farò ancora, molte attività lavorative, alle
quali tuttavia non posso mai dedicare la mia totale energia, perché nonostante
gli sforzi, la mia attenzione è costantemente indirizzata altrove;
è uno
sguardo rivolto al mistero che ci coinvolge tutti nella vita.
Come
ti definisci?
Una
ricercatrice di libertà. Scopro i miei limiti vivendo, ma l’Arte mi dà un punto
di vista privilegiato da cui guardare. Sono e siamo la parte di un tutto,
trascinati da un fiume, che a volte è in piena, e nella piena ho trovato una
zattera.
Qual
è il tuo messaggio?
“Occorre creare quel che si cerca” ( Marcel
Duchamp), e in questa creazione non puoi che ritrovare te stessa. Una caccia al
tesoro che va fatto di tanto in tanto, perché il tesoro c’è veramente, ma così
relegato in profondità che altrimenti non potresti portarlo a galla. E’ un
tesoro che ha voce, anche quando la sua faccia è spaventosa come “l’urlo” di un
famoso quadro.
Come
nasce un'idea?
Non sempre
allo stesso modo, almeno per me. A volte il mio vissuto mi porta a formulare
delle immagini mentali che rimangono nella mia memoria per un po’ e che cerco
di rendere visibili sulla tela. Oppure è qualcosa che vedi realmente, e la sua
forma non ti abbandona per qualche motivo. In questo caso il percorso è
diverso; devi indagare, magari leggere, o come nel mio caso, cominciare a
scrivere o dipingere e vedere quello che ti si presenta davanti in corso
d’opera. Non sempre questo si traduce in qualcosa che ritieni soddisfacente, ma
fa parte del gioco.
Che
cos'è per te l'ispirazione?
Una
scintilla! Un attimo di percezione insolita, che però hai maturato
nell’inconscio già da tempo e ti si presenta all’improvviso come fosse qualcosa
di nuovo. Direi che è ciò che muove tutto, la sorgente che alimenta la fiamma.
Che
cos'è l'arte?
Sono stati
scritti libri e altri se ne scriveranno senza poter concludere con una
risposta.
Dico che
l’Arte è ciò che rende nuovo il vecchio. E’ fuori del tempo, pur essendone
testimone ed asservito ad esso, perché lo racconta al di là della storia
personale dell’Artista. E’ un osservatore silenzioso che grida le sue visioni
senza paura a un mondo di uomini distratti, senza obbligarli ad ascoltare.
Ho sentito
Achille Bonito Oliva definirla: “Il massaggio al muscolo della sensibilità
collettiva”. Un massaggio va fatto con amore.
L’Arte è
per l’uomo e nell’uomo e non ha senso senza di lui.
In
che circostanze ti vengono le migliori idee?
In
solitudine, quando ne ho bisogno per me stessa; in compagnia quando c’è
un’intesa speciale riguardo ad un argomento interessante; A contatto con la
natura, quando ho bisogno di ritrovare i miei spazi. Ma direi che la cosa più
stupefacente è quando ti arrivano all’improvviso come un fulmine a ciel sereno,
e sembra che nascono da sole e tu sei lì a fiutare l’aria e per “sbaglio” le
trovi creando un’opera.
Come
si deve valutare un'opera artistica?
Personalmente.
E’ questione di innamoramenti, ma dopo il primo sbocciare del sentimento è
bello cercare di capire.
Così,
si può chiedere un’opinione, confrontarsi con chi ne sa di più (critici, amici,
libri sull’argomento), ma resta sempre quel personale contatto con l’opera e
con ciò che può innescare in noi, che nessuna conoscenza può sostituire. Semmai,
come per il cibo, il sapere e l’esperienza con ciò che ha un alta valutazione,
può aiutarci ad affinare il palato, e quindi il gusto.
L'artista
deve reinventarsi ogni giorno?
Certo,
perché la vita è cambiamento continuo, e l’Arte è lo rende visibile.
C’è sempre
il rischio di lasciarsi offuscare dal successo, per quei fortunati a cui
arride, che continuano a produrre opere dello stesso genere perché ormai
riconosciute e riconducibili all’autore, privando se stessi e gli altri
dell’incanto che proviene dal rischio delle nuove scoperte.
Credo che
dovremmo vivere l’Arte sempre come un’avventura, ricominciare da capo
soprattutto quando pensiamo di essere arrivati ad un traguardo, perché è lì che
le cose si fanno interessanti.
Che
artisti ammiri e in che modo hanno influenzato le tue opere?
Ho a cuore
gli artisti considerati “maledetti”, es. Van Gogh, Caravaggio, ma non per la
sfortuna quanto invece per l’intensa capacità di espressione, dovuta anche a
scelte di vita. Trovo(nonostante tutto),
i loro travagli, decisioni di libertà personale, che hanno potuto trasmettere
molto al mondo.
Ma devo
dire che gli artisti che sento abbiano una grande influenza su di me sono
quelli che vivono nella mia epoca, che sono stati miei compagni di scuola e
insegnanti in questa disciplina così meravigliosa e complessa. Quelli cioè che
respirano l’aria che anche io respiro in questo momento, che vedono e vivono le
stesse cose che capitano a me, e condividono questa mia passione.
Ma l’elenco
in realtà sarebbe infinito: amo Burri per la sua ricerca di equilibrio dopo i
traumi della guerra, amo Chagall per la sua capacità di dipingere con
l’innocenza e fantasia di un bambino, e amo Munch, soprattutto per i lavori
poco conosciuti del suo ultimo periodo di vita, pieni di sole e di colore,
quando dipinse la serie “la montagna umana” (19 dipinti e una scultura), che trovo
una sintesi di ciò che la vita gli aveva insegnato e l’Arte l’aveva aiutato ad
vedere: per quanto difficile possa essere il nostro percorso, l’essere umano è
destinato a salire la montagna per andare sempre incontro alla luce.
Quanto
conta per te pubblicare (se scrittore o Poeta) mostrare le tue opere (se
artista visivo)?
Molto!
Sia nella pittura che nella scrittura è un mettere alla prova quello che hai
fatto. Ti fa capire se ci hai messo abbastanza. Puoi ricevere delle
indicazioni, anche delle smentite e devi saper valutare entrambe. E’ un modo
per farsi le ossa e perché no, per vedere se il riscontro è quello che pensavi.
Inoltre
non credo che l’Arte vada tenuta nel cassetto, perché è comunicazione, quindi
per sua stessa natura è destinata a essere condivisa.
Per
me un’opera deve essere come un dono, questa è la mia intenzione, e così
nascono i miei lavori, nella speranza e desiderio di realizzarlo.
SOLO
PER SCRITTORI/POETI –
Quanto conta la copertina in un libro?
Ha la sua
parte nell’insieme. Dovrebbe fare da complemento come il titolo, senza tuttavia
svelare parti importanti del racconto o delle poesie. Chi legge dovrebbe capire
solo alla fine qual è il significato dell’immagine che è stata scelta come
presentazione.
Parlaci
della tua ultima creazione
Ho raccolto
7 poesie scritte in tempi diversi, che sono state pubblicate in un’antologia
insieme alle opere di altri 12 poeti.
La
diversità del linguaggio è qui particolarmente evidente. Mi sembra che nella
poesia, più che nella pittura si veda il cambiamento che ha operato nell’autore
il corso del tempo. Le prime sentivano la necessità della rima, mentre nelle
ultime questa è scomparsa per lasciare il posto al suono che rimbalza nel
significato delle parole. Una di queste ultime parla dell’Arte, ed è la prima
che mi è venuta in mente in vent’anni.
Programmi
per il futuro?
Ho un
racconto nel cassetto da qualche anno. Non che debba rimanere lì, ma per
qualche sconosciuto motivo, non ho ancora avuto l’onore di percepire il finale;
devo ancora maturarlo.
Per ora
continuo con la pittura, seguendo tre filoni: immagini fantasy di donne che
sembrano provenirmi dai miei racconti (fiabe) insieme a illustrazioni per
l’infanzia, una serie di dipinti astratti che rimandano a una visione olistica
della vita, un insieme di percezioni collegate tra loro, appartenenti ad un
filo invisibile e infinito che le unisce, e una serie di paesaggi, luoghi
ideali e reali allo stesso tempo fatti per ospitare chi guarda e farlo sentire
a casa.
E poi ogni
tanto mi capitano quei famosi fulmini isolati di cui parlavo prima e che sono
immagini a sé, regali della pittura.
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