Di che cosa parla “L’Imperatrice”?
“L’Imperatrice” è la storia di una cortigiana vissuta nella Roma del Rinascimento: la Roma dei Borgia, degli intrighi di potere, ma anche della rinascita delle arti, di Michelangelo e di Raffaello.
E’ una storia vera oppure un racconto di fantasia?
La storia di Imperia, il “nome d’arte” di Lucrezia, è vera. Sono giunta a lei moltissimi anni fa attraverso un saggio che raccontava la storia delle cortigiane nel Rinascimento e sono stata subito rapita da questo personaggio sconosciuto e affascinante. Era una storia troppo bella per essere dimenticata. Da lì sono cominciate le mie ricerche. Le note bibliografiche del saggio mi portavano a testi non più in commercio, che ho recuperato solo all'Archiginnasio, la bellissima biblioteca storica di Bologna. Ho scritto questo romanzo più di venti anni fa, quando internet ancora non c’era. Un’avventura durata sei anni.
Sei un’appassionata di storia?
In realtà no. Però mi piace documentarmi nei minimi dettagli su tutto ciò che scrivo, per questo le ricerche sono durate così a lungo. Ma al tempo stesso ci tengo a non rompere il ritmo della narrazione: cerco di mescolare fatti e dettagli storici con aneddoti integrati al resto della storia. Mi spiego meglio: se voglio raccontare ad esempio del mal francese, terribile piaga dell’epoca, non mi dilungo in cause, fatti e antefatti, ma lo faccio attraverso i dialoghi dei protagonisti. Un po’ come si fa per propinare la verdura ai bambini: la si mischia ad altro per renderla più gradevole.
“L’Imperatrice” è la storia di una cortigiana vissuta nella Roma del Rinascimento: la Roma dei Borgia, degli intrighi di potere, ma anche della rinascita delle arti, di Michelangelo e di Raffaello.
E’ una storia vera oppure un racconto di fantasia?
La storia di Imperia, il “nome d’arte” di Lucrezia, è vera. Sono giunta a lei moltissimi anni fa attraverso un saggio che raccontava la storia delle cortigiane nel Rinascimento e sono stata subito rapita da questo personaggio sconosciuto e affascinante. Era una storia troppo bella per essere dimenticata. Da lì sono cominciate le mie ricerche. Le note bibliografiche del saggio mi portavano a testi non più in commercio, che ho recuperato solo all'Archiginnasio, la bellissima biblioteca storica di Bologna. Ho scritto questo romanzo più di venti anni fa, quando internet ancora non c’era. Un’avventura durata sei anni.
Sei un’appassionata di storia?
In realtà no. Però mi piace documentarmi nei minimi dettagli su tutto ciò che scrivo, per questo le ricerche sono durate così a lungo. Ma al tempo stesso ci tengo a non rompere il ritmo della narrazione: cerco di mescolare fatti e dettagli storici con aneddoti integrati al resto della storia. Mi spiego meglio: se voglio raccontare ad esempio del mal francese, terribile piaga dell’epoca, non mi dilungo in cause, fatti e antefatti, ma lo faccio attraverso i dialoghi dei protagonisti. Un po’ come si fa per propinare la verdura ai bambini: la si mischia ad altro per renderla più gradevole.
Parlaci degli altri protagonisti. Anche loro sono realmente esistiti?
In larga parte sì. I più famosi sono Agostino Chigi, grande banchiere di
papi e di uomini d’arme e soprattutto Raffaello, il grande pittore (sulla copertina del libro è riportato un dettaglio di un suo celebre dipinto, “Il Trionfo di Galatea” che, vedrete, avrà non poco a che fare con la storia). E’ un Raffaello che non vi aspettate: un po’ opportunista, un po’ raccomandato di talento… Se Sgarbi leggesse il mio romanzo, penso non esiterebbe a definirmi “capra”… probabilmente con ragione!
Poi ci sono quelli che sul mio sito definisco “i personaggi non partecipanti”: non fanno parte della storia, ma nel romanzo si parla di loro. Troverete Michelangelo, papa Giulio II - il cosiddetto “papa guerriero” – Lucrezia Borgia, il sanguinario fratello Cesare. Per saperne di più, se ne avete voglia, venite a dare un’occhiata al mio sito www.silviavaccari.com
Per concludere, perché dovremmo leggere “L’Imperatrice”?
Perché è una storia che corre veloce, con un ritmo incalzante. La prima funzione di un romanzo, a mio parere, è quella di puro intrattenimento. Il lettore deve poter fuggire per qualche ora dalla propria realtà ed essere rapito fino all’ultima pagina. Se poi il libro lascia qualche spunto di riflessione o anche soltanto un’emozione, tanto meglio.
La storia di Imperia, l’Imperatrice delle cortigiane, è una storia vera che ha compiuto da poco i suoi 500 anni. Anche solo per questo meritava di essere raccontata.
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