Cosa potresti dire per invogliarci a leggere il tuo ultimo romanzo?
Che è un
romanzo divertente, molto ironico e perfino cattivello, però nello stesso
tempo anche poetico. Si svolge durante i
tre giorni di luna piena di uno dei miei mesi preferiti, l’agosto, in un posto di mare un po’ selvaggio, e parla degli intrighi , degli odi e degli
amori, che si scatenano tra due famiglie di cugini a causa di un’eredità. E a
causa dell’apparizione di un personaggio
fuori norma, Gaddo, uomo bellissimo, ma anche mostruoso, dalle ali di
pipistrello e dalla vita sregolata.
È dunque un genere di scrittura che
si avvicina al fantasy ?
No, appunto,
l’elemento fantastico esiste ed è importante, ma le relazioni tra le persone sono realistiche, parlano di problemi e di drammi che accadono in tutte le famiglie. Le
descrizioni della natura così come i sentimenti che agitano i miei personaggi
non hanno niente di immaginario. Certamente ci sono delle parti decisamente
oniriche, come un magico volo tra le nuvole che unisce due amanti, ma tutto
questo si inserisce nel nostro mondo reale.
Perché hai scelto di esprimerti
adoperando elementi fantastici ?
Non credo
che scegliamo di scrivere in un certo modo piuttosto che in un altro, è la
scrittura che ci sceglie, e per me è sempre stato naturale raccontare storie
con personaggi tratti dal mondo
mitologico e fiabesco, che mi avevano
tanto affascinato nell’infanzia -e pure
adesso devo dire- perché rappresentano
il mistero della vita, l’imponderabile, l’imprevisto, con cui abbiamo a che
fare, che lo si voglia o no, ogni giorno.
Anche il tuo primo romanzo “Mitologia
di Famiglia” raccontava di una famiglia disfunzionale e popolata di mostri,
questo tema ti sta a cuore?
Penso di si,
visto che vengo da una tipica famiglia italiana, molto numerosa, inesauribile
fonte di avvenimenti belli, brutti, o
curiosi, e poi in ogni caso la famiglia mi interessa come tema perché è la
nostra origine, è un po’ come indagare sulla composizione dell’atomo per cercar
di capire di cosa siamo fatti. Ho studiato e praticato la psicanalisi, e questo
contribuisce a focalizzare l’attenzione sui temi parentali, e in ogni caso la
famiglia è una delle cose più importanti, nel bene e nel male, per tutti noi.
Quale è il tuo personaggio preferito in
Malefica Luna di Agosto?
Certamente
Gaddo, il mostro di cui parlavo prima,
che sconvolge le vite
apparentemente tranquille di tante persone. Penso che rappresenti ciò che non
accettiamo di noi stessi, cioè la parte cattiva, emarginata, rifiutata, che però
può essere anche portatrice d’amore e di ricchezza. E’ ciò che non amiamo in
noi perché troppo diverso da quello che
è accettato dalla società, troppo strano e fuori dalle regole, che
mandiamo appunto a volare via lontano perché non ci dia fastidio. Ma prima o
poi ritorna sempre e dobbiamo farci i conti.
Ti sei divertita a scrivere questo
libro?
Si , mi sono
divertita molto, ho notato che più mi diverto scrivendo, più il risultato alla
fine mi soddisfa. Certo non c’è solo questo lato però, a parte l’esaltazione
del momento dello scrivere in cui le immagini e le storie mi escono da dentro
gioiosamente, c’è anche tutta l’altra parte, dei dubbi, della revisione, della correzione,
della sfiducia a volte… quando scrivo un romanzo tutti i lati del mio carattere
sono coinvolti, dal migliore al peggiore.
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