venerdì 15 gennaio 2016

Intervista a Cristina Guarducci, scrittrice talento del romanzo "Malefica luna di Agosto" (Fazi editore) - Alberto Zuccalà





Cosa potresti dire  per invogliarci  a  leggere il tuo ultimo romanzo?
Che è un romanzo divertente, molto ironico e perfino cattivello, però nello stesso tempo  anche poetico. Si svolge durante i tre giorni di luna piena di uno dei miei mesi preferiti, l’agosto,  in un posto di mare un po’ selvaggio,  e parla degli intrighi , degli odi e degli amori, che si scatenano tra due famiglie di cugini a causa di un’eredità. E a causa  dell’apparizione di un personaggio fuori norma, Gaddo, uomo bellissimo, ma anche mostruoso, dalle ali di pipistrello e dalla vita sregolata.  

È dunque un genere di scrittura che si avvicina al fantasy ?
No, appunto, l’elemento fantastico esiste ed è importante, ma le relazioni tra le persone  sono realistiche,  parlano di problemi e di drammi  che accadono in tutte le famiglie. Le descrizioni della natura così come i sentimenti che agitano i miei personaggi non hanno niente di immaginario. Certamente ci sono delle parti decisamente oniriche, come un magico volo tra le nuvole che unisce due amanti, ma tutto questo si inserisce nel nostro mondo reale.

Perché hai scelto di esprimerti adoperando elementi fantastici ?
Non credo che scegliamo di scrivere in un certo modo piuttosto che in un altro, è la scrittura che ci sceglie, e per me è sempre stato naturale raccontare storie con personaggi  tratti dal mondo mitologico e fiabesco, che  mi avevano tanto affascinato nell’infanzia  -e pure adesso devo dire-  perché rappresentano il mistero della vita, l’imponderabile, l’imprevisto, con cui abbiamo a che fare, che lo si voglia o no, ogni giorno.

Anche il tuo primo romanzo “Mitologia di Famiglia” raccontava di una famiglia disfunzionale e popolata di mostri, questo tema ti sta a cuore?
Penso di si, visto che vengo da una tipica famiglia italiana, molto numerosa, inesauribile fonte di avvenimenti belli, brutti,  o curiosi, e poi in ogni caso la famiglia mi interessa come tema perché è la nostra origine, è un po’ come indagare sulla composizione dell’atomo per cercar di capire di cosa siamo fatti. Ho studiato e praticato la psicanalisi, e questo contribuisce a focalizzare l’attenzione sui temi parentali, e in ogni caso la famiglia è una delle cose più importanti, nel bene e nel male, per tutti noi.



Quale è il tuo personaggio preferito in  Malefica Luna di Agosto?
Certamente Gaddo, il mostro di cui parlavo prima,  che  sconvolge le vite apparentemente tranquille di tante persone. Penso che rappresenti ciò che non accettiamo di noi  stessi, cioè la  parte cattiva, emarginata, rifiutata, che però può essere anche portatrice d’amore e di ricchezza. E’ ciò che non amiamo in noi perché troppo diverso  da quello che è accettato dalla società, troppo strano e  fuori dalle regole, che mandiamo appunto a volare via lontano perché non ci dia fastidio. Ma prima o poi ritorna sempre e dobbiamo farci i conti.
Ti sei divertita a scrivere questo libro?
Si , mi sono divertita molto, ho notato che più mi diverto scrivendo, più il risultato alla fine mi soddisfa. Certo non c’è solo questo lato però, a parte l’esaltazione del momento dello scrivere in cui le immagini e le storie mi escono da dentro gioiosamente, c’è anche tutta l’altra parte,  dei dubbi, della revisione, della correzione, della sfiducia a volte… quando scrivo un romanzo tutti i lati del mio carattere sono coinvolti, dal migliore al peggiore.

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