Ciao Giulia! Una
parte di me (edito da Lupo Editore) è il tuo primo romanzo. Com’è nato in te il
desiderio di scrivere questa storia?
Credo che per
anni, inconsapevolmente, questa storia sia vissuta dentro di me, alimentata da
quello che avveniva in me ed intorno a me. Poi, un giorno, in maniera
prorompente, è venuta fuori, e le mie dita hanno iniziato a pigiare convinte i
tasti, generando delle frasi che meravigliavano persino me stessa quando le
rileggevo. Molte pagine di questo libro le ho scritte con gli occhi lucidi e il
cuore in gola. Ho scritto tutto in un mese e mezzo. Circa cinquanta giorni in
cui non sono stata Giulia, ma Lorenzo, Viola e Francesco, i protagonisti della
storia.
Sicuramente,
alla base di questo romanzo c’è una domanda. Una domanda che, nella vita,
ognuno di noi prima o poi si sarà posto: quanto è sottile il confine tra odio e
amore?
“Una parte di me”.
Perché questo titolo? E soprattutto, quanto c’è di te nella storia?
“Una parte di me” nella storia di Lorenzo ha
un doppio significato, in quanto rappresenta: sia un forte legame che lo unisce
a qualcun altro, che, in tal modo, diventa una parte di sé; sia un dono, nel
vero senso della parola, di una parte di sé a qualcun altro.
Naturalmente, dato
che i protagonisti sono per me come dei figli immaginari, c’è una parte di me
in ognuno di loro. Chi mi conosce bene, infatti, mi troverà sicuramente tra le
righe. In molti pensieri di Lorenzo ci sono le mie
riflessioni sulla vita, il mio amore per la scrittura e per il mare, e
addirittura, la mia fobia per gli ospedali! In Francesco, invece, la mia
timidezza; in Viola, il mio romanticismo, i miei riccioli e la mia passione per
i balli latino-americani.
Ma soprattutto,
c’è una parte di me nella consapevolezza di quanto sia importante amare e
lasciarsi amare, una consapevolezza che maturerà in Lorenzo nel corso della
storia.
Raccontaci il
romanzo in poche parole.
È la storia di
Lorenzo, un giovane giornalista trentenne, che, in un letto d’ospedale, ripensa
alla sua vita, e a quella vigilia di Natale di molti anni prima, quando lui, a
soli dieci anni, ha assistito inerme allo stravolgimento della sua vita e delle
sue poche certezze, a causa della repentina ed inspiegabile partenza del padre.
Un triste evento che lo ha segnato per sempre, influenzando tutte le sue scelte
future.
Il protagonista,
in un percorso di grande crescita interiore, comprenderà che la potenza della
vita, se da un lato ci può far tanto soffrire, dall’altro ci può infondere la
forza per andare avanti, per andare “oltre il deserto” e per scoprire, in tal
modo, cosa si nasconde al di là dei suoi desolanti colori e del suo perfetto
silenzio.
La storia è
raccontata in prima persona dal protagonista, con un linguaggio semplice e con
una rigorosa alternanza tra presente e passato. Cosa ti ha portata a fare questa scelta stilistica e narrativa?
Trattandosi di una
storia che parla di sentimenti profondi, ho ritenuto fosse importante parlare
in prima persona, in modo da far comprendere ancora di più al lettore le
emozioni provate dal protagonista. In questo modo, sin dalla prima parola si
diventa Lorenzo e si entra nel suo mondo.
L’alternanza tra
presente e passato crea una maggiore suspense e dinamismo, generando una sorta
di storia nella storia.
Quanto
è importante per Lorenzo il Salento, luogo in cui è ambientato il romanzo?
Lorenzo è molto legato alla sua terra natìa, tanto
da arrivare a lasciare la sua ragazza, che lo vuole con sé a Parigi. Alla fine,
però, il protagonista si renderà conto che per essere felici non è importante
il luogo in cui stai, ma con chi stai, perché, anche se lontano, la tua terra
d’origine la porterai sempre nel cuore.
Una
curiosità: come hai fatto a conciliare il tuo lavoro da contabile con la
passione per la scrittura?
E’ semplice:
quando lavoro, uso la mente; quando scrivo, l’anima.
In conclusione, perché dovremmo
comprare il tuo libro?
Rispondo citando il commento di
un lettore: “È stata un'avventura fantastica leggere questo libro meraviglioso!”
Questo il link per
seguire la pagina del romanzo:
Nessun commento:
Posta un commento