Scalpitano i preparativi per il carnevale più antico del Piemonte. Un paese intero di "artisti" che si veste a festa e fantasia per il carnevale. Un evento unico nel suo genere che raccoglie ogni anno centinaia di visitatori. Un'esperienza unica nel suo genere e sicuramente da non perdere perchè piena di colori, tanta musica e coriandoli a dismisura. Dai carri allegorici alle maschere circolanti per strada ci sono idee, lavoro, movimento fino a notte fonda. Abbiamo pensato di presentarvi questi artisti "sui generis" per mostrarvi quanta arte si celi dietro le quinte di un grande carnevale e ordinariamente intorno a noi.
6 Gennaio 2016 - L’apertura del Carvè
L'apertura del
Carnevale avviene per tradizione sempre la sera del 6 Gennaio. La Direzione, lo Stato Maggiore,
il Corpo Pifferi e Tamburi e le Bande musicali, insieme ai partecipanti delle
Compagnie, si ritrovano alle ore 20 in Piazza Roma. Da lì parte il corteo che percorre
la via centrale della Città e annuncia alla popolazione l'apertura del Tempo
Carnevalesco. Dal sabato successivo possono avere inizio le Pule e le Còngreghe.
Raramente, quando il Carnevale è risultato particolarmente basso (cioè collocato nei primissimi
giorni di febbraio), l'apertura è stata anticipata al giorno di Capodanno per
avere il tempo di svolgere tutte le Pule e le Còngreghe previste.
La Tradizione delle Pule e delle Congreghe
A partire dal
giorno dell'Epifania (che, come detto, rappresenta il tradizionale giorno di
apertura del Carnevale di Santhià), e fino agli ultimi tre giorni del tempo di Carnevale, la Città è impegnata ogni sabato e domenica nello svolgimento delle “Pule”.
Ogni compagnia carnevalesca è titolare di una parte del territorio (urbano o
extraurbano) e i vari componenti della Compagnia si fanno accompagnare da sei
musicisti della Banda Musicale Cittadina (la “Squadra 'dla Pula”), recandosi di
casa in casa, in un tradizionale percorso tra le cascine e le vie cittadine,
per ricevere una questua che va a costituire il patrimonio per l'organizzazione
del Carnevale stesso. A volte le offerte in denaro sono sostituite da offerte
in natura (la gallinella o “pula”, appunto).
Anticamente la
questua presso le cascine serviva a procurare il salame e i fagioli per la
Fagiolata o i soldi per pagare il sale per condirla (in tempi remoti erano
detti infatti “i sòld 'dla sal”).
Al termine della giornata, che trascorre in allegria tra cibo e musica, la
Squadra rientra in città e si reca in un luogo prestabilito, dove avviene la
Còngrega, una particolarissima asta strutturata in modo da coinvolgere i
componenti della Squadra avversaria, facendo in modo che questi rilancino il prezzo. Naturalmente il
tradizionale cerimoniale si perde tra il divertimento, qualche ripicca e tanto
orgoglio e memoria storica.
I quat che la restai - Edizione 2015 |
23 Gennaio 2016 - Antico rito della “Salamada”
Quindici giorni
prima di Carnevale si svolgeva, fino a qualche anno fa, un altro importante
evento, cruciale per la preparazione della Fagiolata: la “Salamada”. Si trattava di
null'altro che della processione per le vie della città di dodici suini che si
avviavano al macello e dalle cui carni venivano confezionati i salami necessari
alla Fagiolata. La tradizione si è col tempo adeguata alla maggior sensibilità
animalista e alle più severe regole moderne, perciò la sfilata è oggi puramente
simbolica e i suini non corrono più per le vie cittadine. Dai primi anni ’90 è stata proposta una simpatica rivisitazione di
questa storica sfilata, dove i protagonisti non sono maiali in carne e zamponi ma persone travestite dal simpatico animaletto grufolante; inoltre dal 2011 un mascherone di cartapesta raffigurante il
muso di un maiale accompagna la Direzione nella distribuzione di prelibati
panini con la porchetta a tutta la popolazione.
2 Febbraio 2016 -
Presentazione Ufficiale delle Maschere
La sera del
martedì antecedente il Giovedì grasso, nel Padiglione delle Feste avviene la
presentazione ufficiale, tra la curiosità di tutta la popolazione, della coppia
che impersonerà le storiche maschere: Stevulin d’la Plisera e Majutin dal Pampardù, giovani sposi che,
durante gli ultimi giorni di Carnevale, diventano i padroni della Città.
Maschere provenienti da Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Lombardia fanno da
testimonial al passaggio di consegne dalla coppia uscente ai giovani designati
per l’anno in corso.
Articiock edizione 2015 |
4 Febbraio 2016 – Il
tradizionale “Giòbia
grass”
La sera del Giovedì grasso, al suono dei Pifferi e
Tamburi del Carnevale Storico e delle due bande cittadine, i gruppi
carnevaleschi organizzano lungo il Corso principale della Città un percorso
eno-gastronomico, formato da circa 20 stand, dove si distribuiscono gratuitamente cibi e
bevande a tutti i
convenuti.
6 Febbraio 2016 - Cerimoniale
Carnevalesco e Consegna delle chiavi della Città
In questa data
si svolgono diverse manifestazioni:
- Insediamento
delle tradizionali maschere popolari, Majutin dal Pampardù e Stevulin ‘dla
Plisera, che ricevono dal Sindaco le chiavi della Città ed effettuano il
proclama al Popolo.
- Tradizionale
giro lungo le vie cittadine con
il corpo dei Pifferi e Tamburi e le bande cittadine;
- Veglione
carnevalesco in maschera, con ingresso delle maschere ufficiali.
Le maschere del
Carnevale Storico di Santhià, padrone della città per tre giorni, sono una coppia di contadini, sposi novelli: Stevulin ‘dla Plisera (una cascina
tuttora esistente ai confini con Tronzano Vercellese) e Majutin dal Pampardù (altra cascina esistente nei pressi della
frazione Brianco di Salussola). Secondo la tradizione, avrebbero ricevuto le chiavi della città
da un signorotto locale che voleva dimostrarsi magnanimo nei giorni di
Carnevale. Questi personaggi si ricollegano alle antiche lotte popolari per
l’affrancamento dal dominio e dalle vessazioni dei signori feudali: Stevulin e
Majutin sono infatti i simboli della
detronizzazione del signorotto locale e della conseguente erezione in libero
Comune del borgo di Santhià.
Il Carnevale
inizia con la loro presentazione in pubblico, che altro non è se non l’antico rituale della “presentazione delle maschere” del paese. Alla sera del sabato, i due
sposi raggiungono la città e sono accolti dal corteo carnevalesco al completo;
Santhià esulta e scende nelle vie al seguito dei loro beniamini; in piazza Maggiore[1]
avviene la consegna delle chiavi da parte del Sindaco e Stevulin indirizza il
suo proclama al popolo, analizzando con stimolante arguzia gli avvenimenti che
hanno caratterizzato l’annata. Subito dopo, le maschere, sulle note della banda, isseranno la
bandiera del Carnevale che
sventolerà per tre giorni a ricordare a tutti che a Santhià è Carnevale.
Per questi tre giorni Stevulin e Majutin saranno padroni assoluti
della città e guideranno tutta la cittadinanza durante l’intero corso dei
festeggiamenti. Tre giorni di baldoria e divertimento. Negli anni le figure di
"Stevu e Majòt", così
vengono chiamate le maschere in modo confidenziale dai Santhiatesi, hanno
assunto connotati precisi e sono state impersonate a ogni edizione da una
coppia diversa. Durante le sfilate e in tutte le occasioni pubbliche Stevulin e
Majutin sono accompagnati da membri della Direzione e dello Stato Maggiore.
7 Febbraio 2016 - Primo Corso
Mascherato
Una domenica
densa di eventi:
- Santa messa
speciale con le maschere;
- Sfilata lungo
le vie cittadine con le maschere, i gruppi e le bande cittadine per accogliere
l’arrivo di Gianduja (la nota maschera piemontese, di cui a Santhià esiste
un’antica statua, alla quale i Santhiatesi sono molto legati), che verrà issato
sul suo trono al centro della piazza Maggiore e lì resterà per i tre giorni di festeggiamenti.
- Alle ore
14,30 si tiene il PRIMO CORSO MASCHERATO, con la partecipazione alla sfilata
lungo il percorso cittadino di maschere a piedi, carri allegorici, bande e
gruppi storici. In occasione dei corsi mascherati sfilano sia il gruppo storico
dello Stato Maggiore, in divisa napoleonica, costituito in ricordo del
passaggio da Santhià di Napoleone, in occasione della Battaglia di Marengo, sia
il notissimo corpo dei Pifferi e Tamburi.
Carnevale è anche e soprattutto una spettacolare
tradizione artigiana: dagli antichi
carri di scagliola, pesanti e fragili, si è sviluppata una scuola stilistica
della cartapesta che produce giganteschi carri multicolori, tra i più belli dei
carnevali di tutto il Piemonte. Sono questi che sfilano per le strade cittadine
durante i giorni di gala.
E poi ci sono le centinaia di maschere, con costumi realizzati artigianalmente:
un
tripudio di colori e figuranti che riempiono di gioia ogni via. La sfilata è composta da oltre
2.000 comparse in maschera, più di 30 compagnie del carnevale e vari gruppi
musicali. Tutta la Città si ferma per partecipare ai corsi mascherati della domenica
e del martedì pomeriggio, oltre alla
sfilata notturna
del lunedì sera. Carri giganti e colorati, carri piccoli, maschere a piedi e
gruppi misti: ogni categoria è ammessa a
sfilare. L’unica regola è il divertimento.
Poi, la
domenica sera di Carnevale, al termine del primo Giro di Gala, si svolge per le
vie cittadine il “Girone Infernale”: si tratta di un serpentone musicale che si snoda nelle vie del centro
storico, seguito dalla popolazione, ballando tutti insieme Bisse e Curantun, i balli tradizionali del
Carvè santhiateis. Si gustano
dolci e zabaione, che accompagnano poi le maschere ai celebri veglioni
carnevaleschi, dove si continua a far bagordi per tutta la notte.
Gavanati Edizione 2015 |
8 Febbraio 2016
- La Colossale Fagiolata: dalla “sveglia” alla “distribuzione”
Lo spettacolo
simbolo della tradizione carnevalesca santhiatese è quello che rivive la
mattina del lunedì, quando nella piazza del mercato vengono accesi i fuochi per
la Colossale Fagiolata: 150 grandi
caldaie di rame bollono fin dall'alba per preparare le circa 20.000 razioni di salame e fagioli che
verranno distribuite alla cittadinanza. Per la preparazione della Fagiolata
servono, oltre a 20 quintali di fagioli, anche 10 q. di salami e di pane, 1,5 q. di lardo tritato, 1,5 q. di cipolle fresche tritate, 750
foglie di alloro, 80 kg di sale grosso, il tutto innaffiato da ottimo vino.
Una tradizione – anche dal punto di vista culinario - che si tramanda di padre
in figlio.
Come si è detto nella parte iniziale di
questo documento, chi non vive la fagiolata non sa cosa sia il Carnevale di Santhià! Alle 5 del mattino i
Pifferi e Tamburi provvedono alla sveglia delle autorità carnevalesche addette
alla erezione delle monumentali cucine da campo ed all’accensione dei fuochi a legna per la
cottura
della succulenta specialità. Le 150 caldaie di rame sono poi issate sui trespoli, riempite e
condizionate a dovere dai cuochi, che si avvalgono della collaborazione di cinquanta tra fuochisti ed
aiutanti.
Quindi, pochi minuti prima di mezzogiorno,
previa benedizione del Parroco, attorno alle tavole che circondano la piazza, ricoperte con migliaia di scodelle, si attende con ansia l'inizio della
distribuzione. Insieme a loro si aggiungono migliaia di commensali giunti dai
vari centri del circondario.
A mezzogiorno in punto gli attendenti e il comandante di piazza, al segno di un doppio
sparo di fucile, iniziano la distribuzione alla popolazione del pane e del
salame. Quindi ha inizio la “Fagiolata” vera e propria, la più grande d'Italia. A questo punto, i 300 camerieri,
sotto la guida dei “capi-palina”, distribuiscono la dovuta razione di fagioli,
che vengono versati nelle scodelle e nei recipienti di ogni tipo appoggiati
sulle tavole. Pare impossibile a credersi, ma oltre 20.000 razioni delle
popolari cibarie spariscono totalmente in meno di mezz’ora!
8 Febbraio 2016 – Secondo Corso
Mascherato Sfilata Notturna
Alle ore 20 di lunedì inizia la suggestiva SFILATA NOTTURNA di carri e
maschere, appositamente illuminati, che attraversano il Corso e le piazze principali della Città. La sfilata notturna è diventata
ormai un appuntamento tradizionale. Terminata la sfilata,
inizia
un grande “veglione carnevalesco in maschera”, con ingresso delle maschere e dei gruppi musicali.
9 Febbraio 2016 - I “Giochi di Gianduja”
Martedì mattina
la popolazione è impegnata ad assistere o a partecipare ai tradizionali “Giochi
di Gianduja”, che si
svolgono nelle vie del centro. Si tratta di giochi antichissimi, che
rimandano alle tradizioni popolari medievali: la corsa nei sacchi, la rottura delle pignatte piene
di farina o coriandoli, il tiro alla fune, il recupero della mela nella tinozza
e tanti altri. A queste sfide sono contrapposte le compagnie carnevalesche, la
banda cittadina e il corpo dei Pifferi e Tamburi.
9 Febbraio 2015 – Terzo Corso Mascherato
Alle ore 14,30 di martedì inizia il TERZO CORSO MASCHERATO, con la partecipazione alla sfilata
lungo il percorso cittadino di maschere a piedi, carri allegorici, bande e
gruppi storici. Al termine avviene la proclamazione dei vincitori delle varie
categorie e la successiva premiazione.
Carro allegorico Edizione 2015 |
9 Febbraio 2016 -
Il “Rogo del Babàciu”
Martedì sera il Carnevale si chiude con il “Rogo del Babàciu”, un pupazzo che viene appeso su una pira
e poi bruciato, in piazza
Maggiore. Tutta la popolazione assiste all'accensione del rogo che segna la
fine del Carvè, fra il suono delle campane a lutto e le note di una marcia
funebre, che si tramuta dopo poche note in una "monferrina" sfrenata,
un ballo che dà spazio all'allegria.
3 Aprile 2016 –
Una novità: la “Sfilata di Primavera”
Per la prima volta nella
storia del Carnevale Storico di Santhià, nel 2016 verrà proposta una “Sfilata
di primavera”, rigorosamente al di fuori del tempo quaresimale e quindi nel
pieno rispetto della “tradizione carnevalesca” e dei tempi propri della
religione cattolica. Con questa iniziativa si vuole non solo salutare la nuova
stagione agricola e vegetativa, ma anche far conoscere la nostra manifestazione
a quelle città che, nei giorni del Carnevale Tradizionale, non possono
presenziare alle iniziative locali in quanto anch'esse impegnate nel loro
Carnevale. Naturalmente anche questa sarà un’occasione per creare nuovi momenti
di aggregazione sociale e culturale.
Grupia Edizione 2015 |
Buon Carnevale a voi. Magari vengo lì, in provincia di Torino.
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