· Trama
Fahryon, neofita dell’Ordine dell’Uroburo, fugge dalla capitale del regno di Arjiam insieme ad Uszrany, cavaliere dell’Ordine del Grifo, per evitare di cadere nelle mani del potente nobile Primo Cavaliere del regno, il nobile Mazdraan, segretamente adepto della Malia, l’insidiosa magia legata al Silenzio e al Vuoto.
Tuttavia, durante la precipitosa fuga, il nobile Mazdraan cattura Uszrany; Fahryon, invece, è tratta in salvo da Vehltur, un misterioso Magh. Mentre Uszrany, prigioniero del nobile Mazdraan, scopre sconcertanti segreti sulla storia del regno e impara a convivere con i fantasmi del suo passato, Fahryon, sotto la guida di Vehltur, inizia il cammino iniziatico che, prova dopo prova, la prepara al confronto con il suo avversario, il nobile Mazdraan.
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I protagonisti principali del romanzo
Fahryon è una giovane donna; ed è neofita,
cioè è un’aspirante Magh, studia per diventare un’iniziata ai Misteri del
Suono Sacro e praticare l’Armonia. Nelle prime pagine dell’avventura, Tyrnahan,
il suo mentore, s’interroga perplesso sul significato della presenza di quella
ragazza dai grandi occhi scuri, i capelli bruni che le arrivano a vita, «dall’aria
trasognata e dalla figura così fragile con quella carnagione così pallida da
sembrare una statuina di porcellana».
All’inizio, infatti, Fahryon è piena di dubbi
e incertezze, ha momenti di scoraggiamento: la missione che ha giurato di
compiere le sembra al di fuori delle sue possibilità. Non è una predestinata né
una prescelta: può contare solo sulle sue forze e sulla sua
capacità/possibilità di scegliere e di muovere gli eventi senza avere,
apparentemente, un talento o un dono particolari. Lotta accanitamente per superare
gli ostacoli e le prove che si trovano sul suo cammino ma per confrontarsi con
se stessa, per crescere e diventare consapevole della sua “forza”, Fahryon
taglia i ponti con il suo passato e rinuncia perfino a Uszrany, l’uomo che ama.
Una spia al soldo dell’avversario descrive il
Cavaliere Uszrany come un giovane «di carnagione scura, di statura superiore
alla media; i capelli neri e lisci trattenuti con un laccio; il volto, senza
barba o baffi, ha tratti orgogliosi ed alteri».
Già quando entra in scena s’intuisce che Uszrany non
è un Cavaliere qualunque. Infatti, nonostante la giovane età e l’inesperienza,
è già aiutante del Comandante della capitale, uno dei più valorosi Cavalieri
del regno. Uszrany è il cavaliere per eccellenza, forte, coraggioso e, in
fondo, perfino un po’ bigotto nella sua cieca fedeltà alla Regola del suo
Ordine. Ma è giovane e vive le sue convinzioni con la passione, l’impulsività e
l’energia di cui solo un uomo di 20 anni è capace passando da momenti di furia
tremenda a momenti di passione e di dolcezza.
Però, nel giro di poche ore, per la sua stessa
salvezza, si trova costretto a violare il giuramento di fedeltà che lo lega all’Ordine:
il suo perfetto mondo di Cavaliere nutrito di onore e gloria, gli rovina
improvvisamente addosso. Da questo momento, delusione, disillusione e mancanza
di stima per se stesso s’impadroniscono di lui e diventa così la vittima ideale
dell’astuto Mazdraan.
Il nobile Mazdraan colpisce
sin dall’inizio con la sua eleganza e la sua capacità oratoria. Il
fascino che emana la sua persona lo rende temibile: chiunque lo avvicini, non
può sottrarsi alla seduzione della sua voce calda e sensuale, perdendo perfino
di vista il valore delle sue parole per lasciarsi avvolgere, o cullare da essa.
Riassume in sé la forza dell’eloquenza, la
determinazione, la capacità di piegare la volontà altrui alla propria senza
minacce dirette: gode nel vedere gli altri soccombere davanti alla sua placida
calma, si bea nel far perdere le staffe al prossimo. Lui, al contrario, non perde
quasi mai la pazienza, trova il modo di sorridere anche quando vorrebbe lasciarsi
prendere dall’ira e s’infuria con se stesso quando perde il controllo.
È un uomo assetato di potere
e disposto a tutto pur di ottenerlo. Non esercita il potere per un motivo
preciso: lo ama. Ogni sua frase, ogni mossa, ogni pausa o ogni parola sono
soppesate, calcolate e mirate per raggiungere uno scopo preciso: il Potere. A
parte questo, nulla lo interessa veramente. Mazdraan lo confessa senza alcuna
incertezza: «Ho tutto ciò che desidero e che il mio rango può offrirmi. Perciò
perché non impegnarmi nella ricerca proibita per raggiungere ciò che ogni uomo
in fondo al suo cuore desidera? Il Potere sugli altri, sul Mondo, sul Tempo ma non
quello apparente e volubile della sovranità, ma quello assoluto che si può
ottenere solo andando oltre alla Legge del Suono Sacro». L'autore:
Daniela Lojarro è nata a Torino. Terminati gli studi classici e musicali (canto e pianoforte), vince alcuni concorsi internazionali di canto che le aprono le porte fin da giovanissima a una carriera internazionale sui più prestigiosi palcoscenici in Europa, negli U.S.A., in Sud Corea, in Sud Africa nei ruoli di Lucia di Lammermoor, Gilda in Rigoletto e Violetta in Traviata.
Ha
inciso diversi CD:
- G. Rossini Ermione (con M. Caballè, M. Horne)
- G. Paisiello Nina, ossia la pazza per amore
- CD Gala Concert con brani da Lucia di Lammermoor di Donizetti, Rigoletto di G. Verdi e Le nozze di Figaro di W. A. Mozart
- F. & L. Ricci Crispino e la Comare
- Exawatt: Time Frame
- Ars Nova: Seventh Hell
Diverse
opere da lei interpretate sono state riprese da radio o televisione:
- G. Rossini Ermione
- V. Bellini La Sonnambula
- G.F. Haendel Alcina
- L. Delibes Lakmé
Alcuni
brani da lei incisi sono stati inseriti come Soundtrack in diversi Film:
- Zeffirelli Toscanini con brani da Lucia di Lammermoor di G. Donizetti (con C. Bergonzi) e Rigoletto (con C. Bergonzi) di G. Verdi.
- Harron I shot Andy Warhol con brani da Rigoletto di G. Verdi
- Scorsese The departed con brani da Lucia di Lammermoor di G. Donizetti
Grazie per la segnalazione!
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