sabato 24 dicembre 2011

Paglia notte e fasce - Alberto Zuccalà


Se fossi rimasto parola, inconsistente e leggera per tutti i venti del mondo, chi ti avrebbe toccato oggi nei corpi della gente e nel cerchio bianco da mangiare e da portare? Quale storia alla sua storia, avrebbe oggi, un'alternativa alle prospettive criminali e monotone della morte e del niente. Ecco l'Uomo, ecco la carne da prendere in braccio, da guardare, da ascoltare, alla quale sorridere. Ecco le fasce per le ferite visibili e invisibili dei sepolcri crepati di buio. Ecco la notte che parla alle notti e le rende mansuete. Ecco la notte in cui la vita si fa vita per tutti, dilatandoci nel desiderio di innamorarci ancora e per sempre. Ecco la notte che è dentro e fuori dal mondo, dentro e fuori il delirio solenne di un bimbo che respira e curva l'arco di una storia al peso degli astri di una parola nutrita d'infinito dall'eternità. 

Auguri di cuore, per emozioni consacrate all'Amore.
Alberto

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