Inizierei con la
classica domanda, “chi è Simone Perrone?”.
Sono un cantantautore e scrittore, o se preferite, sono uno
di quegli individui che i vecchi del paese in cui vivi definiscono “l’artista”.
Ho 28 anni. Vivo a Carmiano, in provincia di Lecce. Mi sono Laureato in Lingue
e Letterature straniere nel 2012.
Qual è il tuo
background artistico?
Ho iniziato a cantare a 8 anni, iscritto di nascosto ai
festival cittadini, da mio padre. A liceo ho cominciato a scrivere le mie prime
canzoni. E’ stato lì che ho capito per la prima volta che per me il canto era
un mezzo per dare voce a quello che scrivevo.
Nel 2007 ho vinto il Cornetto free music Festival, che mi ha
permesso di aprire alcune tappe del World Tour di Zucchero Fornaciari e da lì
non mi sono mai fermato, ho sempre suonato in ogni dove, dal localino di
periferia sperduto nel salento, alle
grandi piazze da 80 mila spettatori durante grandi eventi. Ho avuto delle
esperienze discografiche con i singoli “L’estate di Adelina” (2008) e “Dannato
Amore”(2010). Parallelamente al mio progetto solista, sono il frontman di una
band, i Jack in the Head, con la quale ho vinto l’ Heineken Jammin’ festival
(2011). Ho collaborato con il cantante Antonio Maggio, scrivendo per lui testi
e musiche di alcune canzoni contenute nei suoi album ( Parigi, Stanco – ft.
Clementino, L’equazione, ecc.). Nel 2015
ho partecipato al programma televisivo “The
voice of Italy” nel team di Piero Pelù.
Sempre quest’anno, ho pubblicato il mio primo romanzo, dal
titolo “Spremuta d’Arancia a mezzogiorno”, edito da LupoEditore e ho intrapreso
un nuovo percorso artistico, iniziato con il lancio del singolo estivo “Il
peggio è passato” ft. Cesko from Après la Classe, e che prosegue durante questo
autunno con l’uscita del secondo singolo, dal titolo “Silvia non lo sa”.
Proprio “Silvia non lo sa” è il motivo di
quest’intervista. Parliamone.
“Silvia non lo sa”, come dicevo, è il mio nuovo singolo, che
potete richiedere in radio, scaricare da tutti i DigitalStores, e di cui
potrete anche guardare il videoclip (realizzato da un bravo regista della mia
terra, il Salento, Walter Suray.)
E’ una canzone a cui tengo molto. Quando, insieme ai miei
produttori, Michele Cammarota, Paci e Pippo Landro, abbiamo deciso che sarebbe
stato questo il singolo…beh è stata davvero una bella sensazione.
La definirei una
canzone che parla di devozione. La devozione che entra in gioco nel momento in
cui ci si lega inspiegabilmente a qualcuno, ma nel modo più puro, esente da
vincoli e constrizioni; quando mandi a quel paese la logica e ogni regola salta,
quando in mezzo ad una mandria di silenzi, d’improvviso, parte un rumore che
piacevolmente ti sfonda i timpani. Devozione che può anche essere quella di un
padre per i propri figli, sacrificandosi e rischiando se stesso per offrire
loro un futuro. Il testo ha quindi varie sfumature interpretative (cosa che
cerco di fare in quasi tutti i miei pezzi).
Con quest’intervista
hai l’opportunità di farti conoscere e di invogliare la gente ad ascoltare i
tuoi lavori, ma quanto è diventato difficile per gli emergenti ritagliarsi
degli spazi e, soprattutto, cosa pensi della situazione della musica in Italia?
Gli spazi sono sempre meno, ma soprattutto, c’è sempre meno
voglia di ascoltare il nuovo. Io non amo molto parlare o criticare il tempo in
cui vivo, come ho scritto in una canzone, qualche anno fa, “infondo il presente
è sempre stato in forte stato di degrado”. Preferisco concentrarmi sul mio
lavoro. La musica, come qualsiasi altra cosa, in Italia, come in qualsiasi
altro paese, non è che lo specchio della società che viviamo. Se viviamo in un
tempo “ povero di valori” è conseguentemente normale che si produca e si
ascolti in prevalenza musica vuota. Ed è questo che penso della musica in Italia:
avverto molta musica vuota (ma con questo non voglio dire che io sia migliore
degli altri) . La soluzione saremo noi stessi, come sempre, in ogni tempo e in
ogni luogo.
I tuoi testi, spesso e
volentieri, appaiono ricchi di citazioni letterarie. Un libro, un film,
un’opera d’arte per te imprescindibili?
Cerco di nutrirmi. Nutrirmi con delle passioni. La vita
sarebbe più noiosa altrimenti. Mi piace la parola “ricerca”, come crescita
personale. E nel momento in cui scrivo, si, spesso amo fare citazioni, con la
consapevolezza che magari in pochi capiranno quello a cui mi riferisco. Ci sono
delle opere che per me sono imprescindibili: nella letteratura, “ il maestro e
Margherita” di Bulgakov sicuramente è il mio libro preferito. Nel cinema, trovo
“Nuovo Cinema Paradiso” il capolavoro dei capolavori. Non sto qui a dilungarmi
tanto, ma di imprescindibile nel mio bagaglio culturale ci sono anche le tele
di Chagall ..e TUTTE le canzoni dei Beatles.
Quali sono i progetti
per il futuro ?
Sto lavorando al mio primo album da Solista. Ho un equipe di
lavoro davvero tosta, e con la quale stiamo lavorando giorno e notte per far si
che la mia musica abbia la possibilità di essere conosciuta da sempre più
persone. Questo è il mio progetto per il futuro più imminente. Ovviamente a ciò
si aggiunge il suonare in giro come ho sempre fatto e il portare avanti le
varie dimensioni artistiche che mi rappresentano ( sono reduce da un’intensa
attività live che mi ha visto occupato per tutta la stagione estiva,
parallelamente alle presentazioni del mio libro, in cui univo musica e teatro).
Ma per chiunque voglia informarsi meglio su di me , potete dare un’occhiata alla mia pagina ufficiale Facebook: (https://www.facebook.com/SimonePerroneOfficialPage?ref=hl) o ai miei profili twitter e instagram.
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