Chi è Andrea Celeste?
Andrea Celeste è una cantante, compositrice e autrice, ma soprattutto è un’appassionata di musica.
- Come nasce la tua passione per la musica?
Il
mio attaccamento alla musica nasce intorno agli undici anni. Una serie
di eventi mi ha portato a cantare su un palco per la prima volta e da lì
è iniziato un impegno che ho portato avanti fino ad oggi che ho
ventinove anni. Non nasco in una famiglia di musicisti, bensì di operai,
quindi non ho vissuto in un ambiente musicale fin da bambina.
Semplicemente le mie sorelle maggiori ascoltavano parecchia musica, tra
cui i Pink Floyd, i Queen, i Beatles, Battisti, De Andrè, un po’ di
lirica. Ho sempre cantanto senza saperlo prima degli undici anni, ma me
ne sono accorta solo quel giorno che mi sono ritrovata a farlo in
pubblico e da lì non mi sono più feramta.
- Quel’è la tua formazione?
Ho
avuto la fortuna di incontrare il mio maestro di canto lirico Vittorio
Scali a tredici anni e parallelamente di entrare a far parte del coro
gospel St. Jacob’s, dove ho messo in pratica tutta la tecnica appresa
durante lezioni, ma applicata a un repertorio moderno come quello
Gospel, per l’appunto, in cui si mescolano tanti generi musicali quali
il jazz, il blues, e il soul. Per me è stata una scuola importantissima e
ricca di spunti. In più in adolescenza ho avuto la fortuna di poter
lavorare in studio come turnista in progetti di svariato genere e
soprattuto di confrontarmi con il mondo del lavoro da giovanissima.
Questa lunga gavetta è stata una manna dal cielo, perché mi ha reso
molto cosciente e mi ha mantenuto coi piedi per terra fin da subito.
- Come definiresti la tua musica?
La
definirei come un’incontro tra senso melodico italiano, musica
afroamericana e “influenze indefinite”. Amo tutta la musica, dalla
classica, alla musica del mondo, per arrivare al jazz, quindi lascio
sempre spazio a nuove ispirazioni in fase di scrittura e arrangiamento.
La musica è l’arte che più aiuta a esprimere il ritmo naturale del
continuo cambiamento, è impossibile che resti invariata e che abbia
sempre lo stesso suono.
- Progetti in arrivo?
Sto
per pubblicare il mio quinto album in studio dal titolo “Kaleidoscope”,
scritto in collaborazione con il bassista Massimo Trigona. E’ un
progetto che ha richiesto molto tempo e molti sforzi, ma credo che sia
molto interessante a livello di sonorità, un vero e proprio
caleidoscopio musicale. Io e Massimo siamo prima di tutto amici, quindi
quando ci vediamo per scrivere, utilizziamo la musica per parlare delle
cose che ci succedono e di come ci fanno sentire. Anche in questo caso,
non ci siamo posti limite di genere musicale e quando ci voleva un
blues, abbiamo scritto un blues, mentre quando c’era bisogno di una
sonorità country, non ci siamo fatti scrupoli e l’abbiamo utilizzata per
esprimerci. E’ un disco eterogeneo, ma credo che ci sia un filo
conduttore definito dal sound che io e Massimo abbiamo quando suoniamo
in duo, creato in ore di scrittura insieme. Non vediamo l’ora di
pubblicarlo.
- Le collaborazioni per te più importanti?
Per
me tutte le collaorazioni sono importanti perchè lasciano in me una
nuova energia e nuovi modi di vedere il mondo. Sicuramente tra quelle
che ricordo con più affetto ci sono le collaborazioni con Dado Moroni
per il mio primo album “My Reflection”, Joe Locke che ha suonato in
“What’s wrong” nell’album “Something Amazing”, Andrea Pozza con il quale
ho realizzato l’album in duo piano e voce “Enter Eyes” ed infine quella
con i due cantautori Zibba e Vittorio De Scalzi, i quali hanno
partecipato al mio album tributo ai cantautori genovesi “Se Stasera Sono
Qui”.
- Quali sono i tuoi ascolti attuali?
Ultimamente
amo molto le nuove produzioni pop/soul inglesi e sto ascoltando Laura
Mvula e Lianne La Havas; trovo che gli Inglesi (e la storia mi da
ragione) non abbiano mai paura di sperimentare e così facendo, riescono a
creare nuove sonorità e a sviluppare talenti inconsueti.
Mi
piace moltissimo Cecile McLorin Salvant in ambito prettamente jazz,
mentre per la classica sto ascoltando le sonate per pianoforte di
Mozart, per piacere, ma anche per studio dello strumento.
- Cosa pensi della situazione musicale in Italia?
Mi
sembra che sia tutto incentrato sulla tv e che la gente (ma anche gli
addetti ai lavori) prendano per oro colato qualsiasi “prodotto musicale”
passato da lì. E’ così non solo in Italia purtroppo, ma anche in altri
paesi in cui ho viaggiato, come la Germania e gli Stati Uniti, anche se
in forma più lieve rispetto al nostro paese. Mi rendo conto che la
promozione tv sia potente, ma io sono dell’idea che sia molto più
importante il “contenuto” che promuoviamo. Detto questo, faccio del mio
meglio per navigare a vista in un ambiente molto confuso e di mantenere
il mio percorso musicale il più onesto e pulito possibile, ma
soprattutto, che sia un percorso musicale e non una “scalata alla fama”
senza riguardo per la qualità e l’autenticità.
- Dove possiamo trovare la tua musica?
Potete ascoltarla in streaming gratuito sul mio sito www.andreaceleste.it,
ma se preferite il supporto cd, sempre dal mio sito, potete acquistarne
le copie che vi verrano spedite comodamente a casa. Parlando di
supporti audio, di recente sono entrata a far parte di un magnifico
progetto: il mio album “Something Amazing” è stato pubblicato
dall’etichetta Analogy Records, la prima etichetta al mondo a produrre
artisti contemporanei e a distribuirne la musica su nastro magnetico. Si
tratta di un prodotto d’eccellenza “Made in Italy”, pensato per
audiofili e veri appassionati di alta definizione. Sono onorata di far
parte di un catalogo che annovera Peter Erskine, Rita Marcotulli, Elias
Nardi e Max De Aloe tra i suoi artisti,i e felice nel sapere che questa
etichetta si rivolge a un pubblico composto da persone che ritengono
importante prendersi del tempo per ascoltare la musica, a mio avviso,
proprio quello che ci vuole in questo momento storico.
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