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Chi Elisabetta
Bagli?
Elisabetta
Bagli è una donna dalle molte sfaccettature, come molte donne che popolano
questo pianeta. Moglie, mamma, traduttrice e anche scrittrice, soprattutto di
poesie. Dopo un lunghissimo periodo nel quale si dedicava solo ed esclusivamente
alla lettura, ha sentito la necessità di far uscire fuori la sua “voce”
attraverso la scrittura in versi che l’ha catturata sin dai primi anni della sua
vita. Ed è stata proprio la sua prima silloge “Voce”, che ora è stata
pubblicata in seconda edizione ampliata e riveduta, che l’ha portata alla
ribalta.
Ci puoi
raccontare la tua esperienza come autrice, soprattutto di poesie?
Finora
devo dire che il bilancio è positivo, perché la vita letteraria mi sta dando
molte soddisfazioni. Non è assolutamente facile riuscire a farsi spazio in un
mondo chiuso e complicato come questo. Devo dire che è relativamente da poco
che lo frequento da autrice e mi sono resa conto che di ostacoli ce ne sono
parecchi, cose che, da pura lettrice come sono stata fino a settembre 2011, non
conoscevo affatto. Ma sono una persona che non si mette paura davanti alle
difficoltà. Anzi, per me sono uno stimolo a progredire e ad andare avanti
sempre e meglio. Inoltre, ultimamente, il movimento poetico sta riscoprendo
molte matrici e sebbene non sia un genere letterario molto diffuso tra i
lettori, posso dire che il poeta è tornato a farsi ascoltarequasi come avveniva
qualche tempo fa. Per questo, sono felice di poter dire che la vita, anche
sotto il profilo di autrice, mi sta dando molte soddisfazioni.
Come
trovi l’ispirazione e quando scrivi le tue poesie?
Non
c’è un momento particolare in cui arriva l’ispirazione. Non mi metto a tavolino
e davanti al foglio bianco mi dico: “ora devo scrivere e devo scrivere su
questo argomento”. Rifletto su quel che mi circonda, rifletto su un’opera
d’arte e le sensazioni che mi dà, per esempio (considerando le mie
collaborazioni con artisti plastici spagnoli e italiani), e poi lascio fluire quel
che sento con le mie parole, con il mio sentire, con le mie immagini e il mio
modo di essere. Posso scrivere di notte, di giorno, sull’autobus, nella sala d’attesa
del medico o a scuola, al supermercato sul doglio della lista della spesa o
mentre cucino. Posso scrivere ovunque e, se non ho con me carta e penna (accade
molto raramente), scrivo sul telefono cellulare.
Hai due
sillogi poetiche all’attivo e un libro per bambini, ci puoi descrivere un po’
il percorso delle tue opere?
La
prima opera la descriverò per ultima, visto che è oggetto di una riedizione proprio
nello scorso mese di febbraio e merita un’attenzione particolare. Vi dirò qualcosa su “Dietro lo sguardo”, la
mia seconda silloge, nella quale vengono trattati i temi dell’amore e del disamore,
di vita vissuta e immaginata, di violenza sulle donne e di messaggi positivi da
far arrivare a chi crede che nulla si può fare e che è tutto perduto, quando in
realtà è necessario prendere coscienza di quel che si sta passando per poter
poi porre fine al degrado che alcune donne subiscono credendo addirittura di
meritarselo. È di pochi giorni orsono un articolo su un giornale spagnolo
riguardante un calciatore di una squadra spagnola che picchiava la sua donna e
per lei quei gesti erano normale amministrazione. Lei, con tutta la semplicità
di questo mondo, piuttosto che denunciare il suo fidanzato, ha dichiarato al
giornalista: “lui mi picchia, ma giustamente, perché me lo merito”. Frasi
scioccanti come queste non devono uscire dalla bocca di nessuno e, soprattutto,
nessuna donna deve credere che un uomo può fare di tutto con lei.
“Voce”,
silloge edita in seconda edizione dalla casa editrice Edizioni Esordienti
E-book, dell’editore Piera Rossotti, che non finirò mai di ringraziare, è una
raccolta diversa, in quanto gli argomenti sono i più svariati: si parla delle
prime esperienze d’amore, di vita, di sguardi, di paesaggi, anche dell’anima o
di luoghi realmenteda me vissuti, quali la mia Roma, la Santander delle mie
vacanze e la città ceh mi ha adottato, Madrid. Nella nuova edizione, ho però
voluto riprendere anche la tematica che sto portando avanti da un paio d’anni
che è quella della donna. Infatti la nuova sezione si intitola “Donne”, perché
una donna non è mai una sola donna, ma è molte donne insieme: è appunto, mamma,
moglie, amante, sorella, è il supporto della famiglia, il motore della vita, il
pilastro della società. È in un certo senso il mio omaggio alla donna come
simbolo di un’umanità che con lei cresce e si sviluppa non solo materialmente,
ma anche nei sentimenti. Credo che il ruolo sociale della donna sia davvero
fondamentale e, troppo spesso, viene sottovalutato a favore di stereotipi che,
soprattutto in un’epoca come la nostra, non dovrebbero più avere ragione
d’essere.
E
poi c’è “Mina, la fatina del lago di cristallo”, un regalo ai miei bimbi, ma anche
un regalo che loro hanno fatto a me! Un libro per la famiglia, un libro nel
quale la fatina aiuta Cordelia e Corinna a capire cos’è la vera amicizia.
Ambientato nel “Parco delle meraviglie”, il mio- nostro Parque del Retiro a
Madrid, amato fino all’inverosimile da me e dalla mia famiglia e dove i miei
bimbi sono cresciuti, inventandosi mille e più storie.
Voce,
la tua ultima silloge è l’unica che è in e-book. Ci puoi spiegare questa
scelta?
La
scelta dell’e-book è dettata dal fatto che ho notato come stia diventando
importante il supporto digitale per la veicolazzazione delle opere e quanto
possa essere aumentata la loro diffusione proprio con un semplice click. Per
questo motivo ho pensato che se un italiano o anche uno studente di italiano si
dovesse trovare in Australia, per esempio, e volesse il mio libro, lo avrebbe
nel suo supporto di lettura con estrema facilità, senza dover attendere tempi
biblici per l’arrivo di un cartaceo dai costi improponibili. Credo che questa
sia la via giusta per potersi far conoscere. Ma certamente avrò anche la
versione cartacea di “Voce”, per tutti coloro i quali ancora non sanno
rinunciare all’odore della carta.
La tua
poesia non è solo sentimento, ma tu la vivi anche dal punto di vista sociale,
ci puoi dire in che modo?
Come
ho descritto in una delle domande precedenti, credo che la poesia debba
trasmettere non solo sentimenti, ma anche messaggi che devono colpire. Non me
ne vogliano i miei colleghi, ma spesso leggo delle poesie molto manieristiche
che non mi lasciano niente altro che una bella scrittura. Concordo con il fatto
che si deve scrivere bene, certamente, ma credo che sia necessario anche
lasciare un pezzo di sé e far comprendere il proprio pensiero sulla società in
cui viviamo. “La poesia è come un’arma carica di futuro”, così diceva Gabriel
Celaya, poeta spagnolo e io condivido in pieno il suo pensiero.
Qual è
secondo te un verso delle tue liriche che rimane impresso nell’animo del
lettore?
Credo
che ne abbia scritti parecchi di versi che rimangono nell’anima, a volte risultano
essere addirittura conficcati come dei coltelli gocciolanti sangue. Ma da
quando ho scritto la poesia “Scrivere”, tratta dalla silloge “Voce”, mi ritrovo ovunque persone che mi citano per i
versi conclusivi che vi riporto di seguito.
“Non
scrivere più è morire dentro,
e
tu non puoi”.
Trasferirti
da Roma a Madrid ha cambiato la tua visione del mondo?
Mi
ha fatto maturare molto vivere in un paese straniero. Le persone in Spagna sono
eccezionali, amabili e gentili e mi hanno accolto sempre come se fossi una di
loro. Ma non è comunque semplice vivere in un posto che non è il tuo luogo di
origine. Ci sono difficoltà oggettive che non sono dal punto di vista
linguistico e neanche dal punto di vista della vita in sé, ma sono dovuti al
fatto che a volte si vorrebbe essere nella propria città per rivedere gli
amici, i parenti, per rivedere le pietre antiche, per sentire il profumo di
quando si era bimba, adolescente e donna. Donna vera lo sono diventata qui, a
Madrid ed è qui che sto ancora costruendomi la vita, perché non si finisce mai
di crescere. Per questo sono felice di vivere in un posto in cui le differenze
sociali e ambientali ci sono, ma la gente ci fa meno caso, le fanno pesare
meno. Credo che questa sia in sostanza la grandezza del popolo spagnolo: la
visione cosmopolita della vita.
Come
vive questa tua esperienza di scrittrice la tua famiglia?
Per
ora bene, ne sono entusiasti! Devo dire che non è per nulla facile conciliare
il ruolo di mamma e moglie in una famiglia che, seppur media come la mia con
due figli, ha le esigenze di tutte le famiglie e la scrittura e la
partecipazione alla vita letteraria e sociale deve essere assolutamentebilanciata
da quella familiare. Non potrei mai togliere del tempo prezioso ai miei figli
per dedicarlo solo ed esclusivamente alla scrittura o a quel che mi esige il
mondo letterario. Lessi tempo fa un’intervista di Fabio Volo nel quale diceva
che “la scrittura è per i single”. Bene, potrebbe aver ragione, in quanto
spesso ci sono delle difficoltà oggettive a doversi occupar di tutto e
logicamente il ritmo di un single sarà ben diverso da una persona che ha una
famiglia sulle spalle. Comunque io smentisco che sia così. Con la forza di
volontà e con la fervida speranza di riuscire a creare qualcosa per sé e per
gli altri, si va avanti in famiglia come nella vita letteraria. In
sostanza, se non arrivo oggi, arriverò
domani, l’importante è che almeno ci abbia provato.
Quali
sono i tuoi progetti futuri?
Presentazioni
del mio libro “Voce” che parteciperà anche alle Fiere del libro più importanti
sia spagnole che italiane. La collaborazione con “Il mondo dello scrittore” di
Irma Panova e Andrea Leonelli e con delle riviste del settore, anche spagnole, nonché
altri progetti che non mi è dato ora svelare, ma che se mi seguirete
scoprirete. Vi ringrazio davvero per la splendida opportunità che mi avete dato
nel raccontarmi sul vostro sito.
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