Partiamo dal tuo nome e le tue origini artistiche, quando hai iniziato a interessarti alla musica?
Salve a tutti i lettori ! Io sono Àlea e da “grande” vorrei fare la cantautrice. Il mio nome d’arte è venuto fuori da una serata “pazza” di tanti anni fa con una mia amica, durante la quale avevamo deciso che dovevo obbligatoriamente avere un nome d’arte. Così ,sia per assonanza che per amore del significato abbiamo scelto questo , preso dalla celebre frase di Cesare “Alea iacta est!” , ma nel mio caso il significato prediletto non è dado bensì “sorte incerta”, perche di “tratto” nella mia vita non c’è nulla!
Credo che il mio interesse per la musica nasca ancor prima di svilupparmi nel pancione di mia madre, cioè quando ero ancora nel pensiero di mio padre. Sono figlia d’arte , mio padre era un cantautore della Roma anni ’70 ed ha conosciuto e collaborato con i più grandi, dal caro amico Rino Gaetano a De Gregori. Dunque potremmo dire che sono nata col gene della musica. I miei mi hanno cresciuta a pane e musica di qualsiasi genere, dai Pink Floid a Fabrizio De Andrè . A 2 anni cantavo “almeno tu nell’universo” e imitavo Pavarotti cantando “ che gelida manina me la lasci riscaldar!”. Insomma, la musica è sempre stata parte di me.
Raccontaci un po’ del tuo percorso artistico.
Comincia tutto con una storia triste. Una volta, quando avevo 8 anni un signore bussò alla nostra porta e ci disse che potevo partecipare allo “zecchino d’oro” . Ero felicissima, mi misi di serio impegno, imparai tutti i brani della cassetta che mi lasciò e poi scoprimmo che voleva solo vederci una collana di enciclopedie.
Ho deciso di intraprendere il mio percorso artistico relativamente tardi, ero e sono una ragazza molto insicura e non avevo il coraggio di mostrarmi ad occhi ed orecchie altrui nonostante studiassi pianoforte e canto .
Verso i vent’anni ho deciso di espormi riprendendo gli studi di canto ed ho cominciato a partecipare a concorsi e manifestazioni senza però trasformare la passione in lavoro.
Con la perdita di mia sorella ho mollato tutto: università e canto. Mi sono chiusa in casa ed ho cominciato a scrivere poesie e dipingere, solo per me stessa. Per fortuna ho degli amici meravigliosi che hanno fatto di tutto per farmi rialzare, una splendida famiglia che si fa forza dal nostro stesso abbraccio ed infine ho conosciuto una persona splendida che con il suo amore ha fatto in modo che tornassi ad amare me stessa. ì mi ritrovo oggi ad aver trasformato le mie poesie in canzoni,ad essere stata finalista in grandi festival come “conad jazz contest” dell’Umbria Jazz , il festival della canzone Italiana in Belgio,corista dell’orchestra “terra d’Otranto” nel programma Premio TV su Rai1, Rappresentate Italiana al Womex (world music expo) con Puglia sound, finalista in molti contest come “Arezzo Wave”, “salento music contest 129p.m.” ,”destinazione primo maggio Taranto” ed infine vincitrice del premio “Città della musica2015” sezione inediti.
Quali sono i tuoi punti di riferimento (cantanti o band a cui si ispira)?
Il primo è sicuramente mio padre , il mio cantautore preferito.
Ho delle muse ispiratrici che sono le voci più grandi del jazz e del soul come Ella Fitzgerald , Nina Simone, Etta James, Sarah Vaughan e Dinah Washington. Ho anche degli Eroi, ma sono fondamentalmente una femminista! Ma ,ad onor del vero, la mia più alta musa ispiratrice è Elisabetta Guido, che oltre ad essere una grande jazzista italiana, è l’insegnante migliore del mondo, pronta a donarti i consigli migliori dati dalla sua esperienza ed una tecnica ineccepibile, il tutto con la dolcezza di una madre, il sorriso di una amica e la serietà di una grande professionista.
Raggiungere un proprio stile, genere e identità, quanto è importante per un musicista?
Più che importante credo sia NATURALE. Nel senso che uno stile non lo ricerchi. Puoi sicuramente scegliere un genere musicale preferito da ascoltare e da riprodurre ma quando si fa musica propria lo stile viene da se. E’ sicuramente il risultato degli ascolti fatti in tutta una vita che si uniscono a quello che hai dentro. Tutta questione di groove, fantasia e sentimento: li unisci e viene fuori la tua identità.
Quando mi chiedono che stile faccio, ancora non so dare bene una risposta, risponderei : il mio! Semplicemente scrivo ciò che provo e musico le mie parole. Ma si dice che io faccia pop-jazz, e la cosa non mi dispiace affatto. Ho scritto brani che spaziavano negli stili nella mia testa ma quando poi mi mettevo sulla tastiera ritornavo spontaneamente ad un certo tipo di sound. Ma non bisogna mai smettere di sperimentarsi.
Cosa ispira i tuoi brani?
Nelle mie canzoni c’è tutta me stessa. I due binari base sono la sofferenza e l’allegria , le due antitesi cardine della mia vita. Da questo sistema binario poi si scaturisce tutto il resto, in ogni ambito, nel mio modo di vedere le cose. Che sia un Giglio di mare ad ispirarmi, un dipinto, una notizia al tg, l’inquinamento, un luogo, una storia che mi è stata raccontata e soprattutto quello “spleen” baudelairiano che affligge un po’ tutta la mia generazione. Tutto può essere ispirazione in un momento, io lo faccio mio e racconto a mio modo quell’ispirazione. Poi non abbandono mai però quella leggerezza che ci fa sorridere e ci fa stare bene per non pensare alle cose brutte almeno per 4 minuti della nostra giornata come ad esempio il mio brano “Motivetto”.
Quindi puoi dire a tutti gli effetti ora che la tua passione è diventata il tuo lavoro?
No, non credo lo dirò mai, un po’ per scaramanzia ed un po’ perché forse non è proprio così. Una cosa è certa però: grazie alla mia passione per la musica posso soddisfare un'altra mia grande passione che è quella per il viaggio.
Io amo viaggiare e poter conosce e vivere luoghi e culture nuove,mi fa sentire arricchita nell’anima e poi l’emozione che può darti il fotografare con i propri occhi, non la darà nemmeno la migliore foto ; preferisco vivere e non restare a guardare!
Così , grazie alla musica ,mi sono potuta spostare un po’, come dicevo prima, ed ho potuto visitare luoghi come il Belgio,l’ Olanda la, la Spagna , addentrandomi in città magiche come Santiago , scoprire piazze e borghi che forse non avrei mai pensato di poter conoscere. Insomma mi sento di sicuro arricchita di esperienze e questo ci fa sentire vivi
Cosa ne pensano i tuoi amici e familiari della tua scelta di intraprendere questa strada?
Sono stata fortunatissima in questo e crescendo mi rendo sempre di più conto di quanto io lo sia. Proprio in questi giorni mi è capitata una cosa simpatica: è uscito un articolo su di me, scritto proprio da una mia amica/parente giornalista che mi sostiene , e sia mia madre che le mie amiche, leggendolo, mi hanno detto “apperò! Hai davvero fatto tutte queste cose?”. La cosa ci ha fatto molto ridere.
Il sostegno di amici e familiari per me è fondamentale, senza di esso non avrei sicuramente fatto tutto quello che c’era scritto in quell’articolo ed atro. In primis i miei genitori , che non mi danno solo la carica e l’appoggio per continuare a credere in quello che faccio ma sono parte integrante del lavoro, aiutandomi ad organizzare i concerti e a fare pubblicità. Ho scoperto in loro una mente imprenditoriale geniale, oltre ovviamente all’amore che solo un genitore può darti nei momenti belli e brutti,anche a costo di mettere da parte se stessi. E poi credo che avere un padre che ti dice di essere orgoglioso di te o una madre che ha gli occhi che brillano quando parla di te, possa essere definito con la parola “felicità”.
Gli amici poi sono la seconda famiglia, quella che ci scegliamo, e la mia seconda famiglia è composta da cantanti che non conoscono la parola” rivalità” ma solo amore e sostegno,da musicisti che non ti abbandonano nel momento del bisogno, da psicologhe sempre pronte a rialzarti, da manager che ti sponsorizzano, da fan che ti accompagnano dall’altra parte d’Europa per non farti sentire sola, da dottori del sorriso.
Per non parlare di mia cugina che mi dona amore,carica e tanto look, zie e zii che sono il mio fun club ufficiale.
Insomma io non ho amici e famiglia….io ho uno STAFF!
Quanto conta lo studio della tecnica rispetto al sentimento e la passione che naturalmente si riesce ad esprimere nel canto?
Secondo il mio modestissimo parere , la tecnica è fondamentale.
Ho cantato per un lungo periodo con la base di una tecnica sbagliata che alla fine mi ha regalato dei problemini alle corde vocali. Solo grazie ad un lungo periodo di intenso studio fatto a modo ho potuto risolverli ed ancora ho parecchia strada da fare . Ma di studiare non si smette mai. E’ la cosa che ripeto a tutti e mai mi stancherò di dirlo. Anche quando mi è capitato di fare da giurata in alcuni festival , ho sempre consigliato una buona base di tecnica. Di certo avere un proprio timbro particolare, saper emozionare, sentire davvero ogni singola parola che si pronuncia cantando per trasmettere agli altri ciò che stiamo provando in quella esecuzione è molto importante, ma il tutto va fatto con e soprattutto grazie allo studio costante che ci fornisce gli strumenti per poterlo fare. E’ come quando si dice che uno è bello ma balla!
Tutti i più grandi della musica di ieri e di oggi hanno dichiarato che dedicavano ore ed ore, durante la propria giornata, allo studio. Da Pino Daniele, che studiava un minimo di 8 ore al giorno chitarra, a Pavarotti, da Ella Fitzgerald ed il suo favoloso scat a Louis Armstrong, per citare i più famosi. Quindi ragazzi : STUDIAMO!
Prossimi progetti?
Ora sono tutta concentrata sulla preparazione del mio concerto-show del 23 agosto sul lungomare di Brindisi. Ci tengo molto a questo spettacolo perché oltre ad essere il concerto di presentazione del mio Album che uscirà a fine settembre, è la prima volta che faccio un concerto tutto mio con un sacco di musicisti bravissimi che sosterranno la mia voce. Infatti lo spettacolo si chiama “ALEA & the Groove Band Orchestra” proprio perchè parte fondamentale è questa orchestra di dieci elementi, tutte eccellenze della musica del nostro territorio: Pako Carrieri (Pianoforte); Cosimo Romano (Contrabbasso); Franco De Donno (Batteria); Massimo D’Astore (Chitarra); Franco Sgura (Tromba); Michele Mele (Trombone); Pietro Rosato (Sax); Aris Volpe (Percussioni). Ancora, Simone e Andrea Cassano (Coristi), fratelli e voci del duo “The Bravo”.
Successivamente partirò con un piccolo tour ,ora in progettazione per presentare un po’ in giro il mio progetto inedito. Per chi fosse interessato, potrà seguire le tappe del nostro tour ed i miei progetti futuri seguendo le mie pagine Facebook (https://www.facebook.com/AleaQuartet?fref=nf ) e Twitter (https://twitter.com/Alea_Zucc ). Ho anche una pagina Instagram ma preferisco smetterla qui, mi sto sentendo tropo social in questo momento e non è da me :D
Infine a Novembre sarò ospite del Festival Di Charleroi in Belgio, sono contenta di ritornare da quele parti perchè li mi fanno sentire un sacco a casa!
Una battuta finale?
Attack! …no è una freddura troppo da dodicenne anni 90 per risultare simpatica!!!
Tornando seria, vorrei ringraziare voi per questa bella opportunità che mi avete dato facendomi questa intervista e spero di non essere stata troppo logorroica. Siete tutti invitati al mio concerto il 23 agosto e se proprio non potrete esserci allora ,se vi va, andate su youtube ad ascoltare qualcosina prima dell’uscita dell’album.
Grazie a tutti e Buona Musica!
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