martedì 12 maggio 2015

Intervista a Elisa Formenti, autrice di That’s Amore - Alberto Zuccalà


Benvenuta, Elisa. Raccontaci un po’ di te.
Davvero volete sapere di me? Sono molto più interessanti i miei personaggi. E poi non dite che non vi avevo avvertito.
Sono nata a Verona quarantadue anni fa. Sono cresciuta per lo più in mezzo a fratelli e cugini maschi. Ebbene, per la legge della sopravvivenza, non potevo che adattarmi. Ho perso il conto di quante volte la mamma mi riprendeva: «Sei una signorina, non un maschiaccio!».
La lettura e, poco dopo, la scrittura placavano la mia esuberanza, così come la stanchezza per le lunghe ore di allenamento di nuoto, che ho praticato a livello agonistico per oltre dieci anni. Nel ’99 mi laureo cum Laude in Scienze Biologiche, indirizzo biomolecolare. Dal 2000 lavoro nella Direzione medica di una multinazionale farmaceutica. Nel 2001 sposo Alessandro e ben presto nascono i miei adorati figli, Alice e Tommaso.
Oltre a scrivere e leggere, amo stare con la mia famiglia, viaggiare, cucinare e, ahimè, mangiare.


Da nuotatrice a biologa a scrittrice. Com’è avvenuta la trasformazione?
Se c’è stata non me ne sono accorta. Ognuno di noi raggiunge mete impensabili se l’energia arriva dalla passione. Lo stesso vale per me. Ho un carattere passionale che si unisce alla determinazione e alla certezza, per questo ringrazio i miei genitori per l’esempio quotidiano che hanno saputo darmi, che senza fatica, impegno e umiltà non si ottiene nulla.

Il 23 luglio 2014 esordisci con That’s Amore, Besteseller in Amazon. In pochi giorni il libro raggiunge la 62° posizione rimanendo nella Top100 per settimane. La notizia viene ripresa da quotidiani locali di Verona, Roma e Bologna. Diverse trasmissioni televisive e radio ti invitano per presentare il romanzo e a raccontarti. Tuttora, a distanza di oltre nove mesi, That’s Amore permane nelle classifiche di genere. Come te lo spieghi?
That’s Amore ha sorpreso tutti e ancor di più la sottoscritta.
È piaciuto subito e io stessa non credevo ai miei occhi nel leggere le recensioni lusinghiere.
Suppongo ci siano più motivi, ma mi piace pensare che chi ha letto That’s Amore sia diventato amico di Clizia e degli altri protagonisti, che si sia schierato con l’uno e osteggiato l’altro, che abbia riso, si sia commosso e che, una volta arrivato all’ultima pagina, abbia iniziato a sentirne già la nostalgia.
La protagonista non si abbatte mai, nonostante la vita la metta a dura prova, e il suo sogno la sostiene, le tiene compagnia. Quante “Clizie” (uomini e donne) ci sono attorno ai noi, soprattutto oggigiorno!
Ecco forse è questo il motivo principale per cui questo libro, anche a distanza di mesi, fa ancora parlare di sé.

Ci racconti di cosa parla?
È una storia di normalità. Un romanzo fatto di sentimenti e sorrisi che ci calano nella vita di tutti i giorni. Clizia è una biologa disoccupata che non trovando lavoro si adatta alle mansioni più disparate fino a quando ha un’intuizione: seguire la sua passione per la cucina. Si reinventa, e Dio solo sa quanto bisogno abbiamo oggi di reinventarci.
Con tenacia punta dritto a realizzare il suo sogno che la porterà a lasciare Bologna, gli amici e Davide, l’uomo-eco, per trasferirsi in un’altra città cult del gourmet: Parigi.
Clizia lavorerà sodo su due fronti: diventare chef e tenere a bada “Clizia mani di purè” che diventa un tantino logorroica quando si trova di fronte a un uomo.
Nella capitale francese però accadrà qualcosa che la segnerà per sempre e la costringerà a tornare in tutta fretta a Bologna.
Riuscirà a tenersi l’uomo-eco? Diventerà chef o dovrà cambiare di nuovo strada?
Imprevisti, indiscrezioni, coincidenze, incontri inaspettati, rivelazioni, dissapori e chiarimenti si susseguono in un climax incalzante fino all’epilogo.

Cosa ti piacerebbe lasciare ai lettori di That’s Amore?
Una speranza. È la chiave per la porta della felicità.
Sul passato germoglia il futuro che si intreccerà di inaspettato se solo noi stessi ne siamo convinti. Tutti noi siamo molto di più di quello che mostriamo al mondo e se That’s Amore riuscisse, anche per uno solo dei suoi lettori, a gettare il seme di un sogno che ci spinge a far crescere le nostre potenzialità, allora potrei dire che (forse) ho scritto qualcosa di valido.
La ricerca della felicità, il credere nelle proprie passioni non sono una prerogativa femminile. Immagino sia questo il motivo per cui That’s Amore è piaciuto molto anche agli uomini.
Insomma dobbiamo avere il coraggio di essere felici.



Una cover intrigante. Un po’ ti somiglia.
Me lo dicono in tanti. Persino i ragazzi nelle scuole dove mi hanno invitato.
Non avrei mai osato mettere la mia foto (a parte il fatto che il risultato non sarebbe stato affatto lo stesso) lo avrei trovato di un egocentrismo fuori luogo.
La ragazza è Federica Cogo che ci ha dato l’autorizzazione all’uso della sua immagine.
Mi dai l’occasione di ringraziare mio cugino, Roberto Solieri, che è l’artista che ha curato il progetto grafico.



La cucina è una co-protagonista del tuo romanzo. Tu sei brava in cucina?
Trovarmi in cucina per me è come ritornare ogni volta al banco di lavoro in laboratorio. Preparo gli accessori, gli ingredienti, li peso, mi tengo accanto la ricetta e poi mi lascio andare alla creatività. Una regola ferrea in cucina, ereditata dalla nonna e dalla mamma (entrambe bravissime a cucinare) è di non sprecare nulla. Ripresentare il giorno dopo dell’affettato rimasto dalla sera prima? Impossibile. Mugugni, nasi sollevati, borbotti vari. E allora, et volià dei bei involti di pollo o una frittata saporita. E se avanzo delle verdure cotte? È da ingenui pensare di servirle l’indomani. Ma una vellutata di zucca o cavolfiore, per esempio, con dei crostini passati in forno diventa una prelibatezza!

Quale piatto ti piace di più preparare a casa?
Sono golosa di risotti e mi sbizzarrisco anche a cucinarli. Nella nostra casa il piatto per eccellenza è semplice, gustoso e tipico veronese: il risotto con il Tastasal.
I tortellini sono una ricetta che prepariamo tutti insieme: i bambini, mio marito e i nonni (che ci abitano sopra). Una vera catena di montaggio mentre il brodo bolle sul fornello!

A proposito di cucina, c’è del peperoncino? Insomma dobbiamo aspettarci anche qualche scena piccante?
Qualcosa accade ma non vi aspettate scene esplicite di sesso. Non mi piace leggerle nei libri e poi, come nel modo di vestire, il “vedo-non-vedo” è più intrigante, o no?
Basta con questa politica del tutto e subito. L’immaginazione e l’aspettativa sono dei potentissimi afrodisiaci.

Come dividi la tua vita fra il lavoro, la famiglia, la scrittura?
Eh, vediamo… mio marito è un runner. Io invece sono una vera schiappa ma corro tutti i giorni da quando scendo dal letto finché sono troppo stanca per tenere gli occhi aperti. Ah… E senza scarpe da footing!

Ti ispiri a qualche autore in particolare?
No, non uno in particolare. Sono convinta che ogni autore ti doni qualcosa.
Leggo un po’ di tutto anche se preferisco i romanzi sentimentali e i gialli.

Allora, da dove arriva l’ispirazione?
Un autore prima di vivere di parole vive di immagini, suoni, odori, sensazioni. Ecco si trova lì la mia ispirazione. Ricordi o epifanie che si traducono in pensieri, riflessioni, trame.

Dove scrivi? Hai un rifugio tutto tuo?
Non sai quanto mi piacerebbe avere un rifugio tutto per me e invece sono uno scrittore migrante. Mi sposto con il mio laptop in qualunque angolo della casa che sembra un po’ più tranquillo. Ho una casa piccola e purtroppo uno studio con le pareti tappezzate di libri rimane una chimera. Per fortuna (lo è davvero?) scrivo soprattutto di notte quando la casa è avvolta nel silenzio e allora la cucina o il lettone si trasformano nel mio rifugio.

Il web avvicina i lettori agli scrittori. Qual è il rapporto con i tuoi lettori?
Ci siamo, questa è la domanda che aspettavo.
That’s Amore mi ha regalato tante soddisfazioni e mi ha permesso di conoscere (virtualmente e non) persone che non avrei mai avuto il piacere di incontrare. In tanti mi hanno scritto. Abbiamo chiacchierato, commentato, sorriso. Il tempo è vita. Ciò rende ancora più preziosa quella chat, messaggio, mail, recensione. Perciò sento di dir loro GRAZIE!
Non c’è nulla di più importante per un autore del parere dei lettori, confrontarsi con loro, sentirli vicini, saperli amici.



A chi chiede la versione cartacea. Cosa prometti?
Ahia! Questa è una nota dolente. Per me ogni promessa è un impegno. Quindi al momento non mi sbilancio, ma posso solo dire che quante più persone lo leggeranno e lo apprezzeranno più si avvicinerà la possibilità della stampa.
E allora sarete tutti invitati alla presentazione!

Se dovessi scrivere la tua biografia. Quale sarebbe il titolo? E perché?
S’intitolerebbe: Tra le righe.
Perché? Be’ ognuno di noi va letto per ciò che ha dentro e non per ciò che è manifesto.

Prossimo romanzo?
Mi piacerebbe ambientarlo nella mia amata città, Verona.
Come potrei definirla… è come un beauty case da borsetta di una donna: piccolo, elegante e con tutto il nécessaire (e anche di più) a cui non rinunceresti mai.
Una cosa certa: continuerò a scrivere per me stessa e per quanti avranno il piacere di leggermi ancora.


1 commento:

  1. Bellissima intervista. In comune abbiamo il nuoto, la laurea in biologia molecolare, e un libro. L'ho trovata una cosa curiosa, e particolare. Ti leggerò

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