SONO CESARE. ..TUTTO BENE - UNA RELAZIONE DI RECIPROCO AIUTO
di Giovanni Tommasini
Libro e ebook:
La vera storia di una relazione d'aiuto reciprocamente
e intensamente vissuta tra un educatore e un bambino autistico. Cesare e
Giovanni si conoscono nell'ambulatorio di un consultorio di quartiere di
Genova. La proposta di provare per tre mesi un tentativo di assistenza
domiciliare si rivela un'occasione per mettere in contatto due personalità in
piena crescita, mutamento, che entrano in sintonia e vivranno 15 anni
indimenticabili. E niente fu più come prima....
Lettera di prefazione
del dott. Roberto Soriani psichiatra salute mentale asl3 Liguria, con il quale
collaboro da 20 anni e con il quale ho progettato mia assistenza domiciliare
con Cesare.
"Caro Giovanni,
Che piacere risentirti dopo tutto questo
tempo! E che piacere sapere che stai
bene e che ti sia buttato in una nuova impresa! Non sono più di tanto sorpreso,
perchè nel tempo mi sono abituato al fatto che tu sia un "uomo dalle mille
risorse". Certo non mi aspettavo di ritrovarti scrittore. Ho accettato con
piacere di leggere quel che avevi scritto e...che bello! Complimenti, sei stato
bravo, come al solito potrei dire. E' stato anche un piacere rileggere la
storia di Cesare, capire, e ancor meglio, che cosa sia successo in quel lasso
di tempo e forse anche perché è potuto accadere. Devo dire anzitutto che mi hanno
colpito la lucidità, la semplicità e nel contempo la profondità di quanto hai
descritto; con poche semplici parole sei riuscito a dipingere un mondo che
appare ancora oggi strano e misterioso, quello dell'autismo. Mi è venuto
spontaneo domandarmi cosa ha funzionato così bene nella vostra relazione e
cosa vi abbia permesso di arrivare dove
siete arrivati. La prima risposta è stata l'EMPATIA! Questa è una strana
parola, talvolta abusata, spesso poco compresa. Leggendo la storia che tu hai
scritto se ne comprende bene il significato, a partire dalla sua
etimologia:" soffrire insieme". Cesare ti ha permesso di entrare nel
suo mondo perchè ha sentito che anche tu avevi sofferto e potevi così
comprendere quello che lui provava. E poi ti ha "fatto soffrire", mettendoti
alla prova, testando la tua capacità di
tollerare anche le sue sofferenze. Solo dopo averlo fatto ha potuto fidarsi e
quindi affidarsi. La seconda è stata la tua "NON PAURA". Bada bene
non è il coraggio. E' il fatto di non esserti fatto spaventare dai mostri che
popolavano il mondo di Cesare, di averli saputi affrontare accanto a lui,
dimostrandogli che potevano, se non essere sconfitti definitivamente, almeno
neutralizzati. Perchè lo hai potuto fare? Un po' per l'incoscienza dettata
dall'inesperienza professionale, ma soprattutto perchè hai saputo guardarti
dentro, scoprire che anche tu avevi dei mostri e li avevi neutralizzati. In
definitiva quindi è stata la tua grande onestà emotiva e intellettuale a
permetterti di ottenere i risultati che hai ottenuto. Sono contento di avere
lavorato con te, di aver potuto rileggere la storia e di poterti dire queste
cose. Continua ad essere te stesso, ad avere la stessa onestà e a combattere i
mostri che popolano il nostro mondo, il carissimo Roberto."
Pagina Facebook: https://m.facebook.com/sonocesaretuttobene
NATA SCALZA - IO, MAMMA FIGLIA DELL'AUTISMO
di Flavia
Lanteri.
Libro e ebook:
Il diario di una mamma. La mamma di una bambina. Affetta d'autismo. Un viaggio appassionato, vissuto in solitaria, nel mondo di questa gravissima patologia. Dalla gioia di una nascita alla dolorosa scoperta della malattia. Un percorso fatto di ricerca di una soluzione, una cura, un sostegno mai arrivati. Semplicemente una mamma che si definisce "nata anche lei con sua figlia, figlie dell'autismo".
La prefazione a cura di Giovanni
Tommasini;
"Ho letto il suo libro. Complimenti per la sensibilità, l’intelligenza, l’umanità, la capacità di individuare strategie.. io cerco disperatamente una persona sensibile come lei. Ormai da 13 anni con nessun esito. Spero prima o poi di trovarla. Sono come la mamma del suo libro, però sola con un angelo disperato al mio fianco.” Flavia Lanteri Questo sms mi arrivò pochi giorni dopo la presentazione del mio libro su Cesare a Sanremo. Flavia non c’era, acquistò il libro tramite la presidentessa dell’Angsa di Imperia. Associazione nazionale genitori soggetti autistici. Nel 1990 quando iniziai il mio viaggio all’interno del mondo autistico non esisteva niente di tutto questo. Ora le famiglie, le mamme soprattutto, di questi “angeli disperati” si parlano, associano, per far conoscere il loro autismo, che non è solo dei loro figli ma del mondo con il quale tutti i giorni si devono penosamente confrontare. L’unica risposta all’autismo dei loro figli sembra una sorta di autismo di ritorno, un autismo della società, che pare rispondere con un “evitamento” alla comprensione e presa in carico della realtà drammatica del sistema famiglia che ha all’interno un soggetto con questa terribile patologia, un negazione generalizzata di questa realtà. “Sono anche io di Sanremo dove c’è il nulla. Ma il comico è che ieri sera ho comprato il suo libro da una amica che per renderlo “acquistabile” anche da una mamma come me con una figlia autistica mi ha detto…”non è scritto da un genitore quindi è più leggero….” Due ore fa ho iniziato a leggerlo e non ho fatto che piangere, ha toccato tutte le mie corde più sensibili e vitali, le similitudini nel descrivere le situazioni di disagio….anch’io ho raccolto i pensieri di questo mio viaggio dalla nascita di mia figlia alla scoperta del suo autismo e tutto ciò che ne è stato della nostra vita avrei piacere fargliele leggere, un libro scritto da una mamma completerebbe la sua visuale da “educatore”..” Questo il secondo sms di questa mamma che leggendo i miei quindici anni con Cesare si è sentita finalmente rappresentata, compresa e mai più sola. “La mia è una splendida bambina. Si chiama Anita.” Ci siamo conosciuti. Mi ha raccontato i tredici anni con sua figlia. Ho rivissuto per l’ennesima volta il dramma di queste famiglie ostaggio di una disabilità. Sono 25 anni che assisto famiglie che vivono per i loro figli, con dedizione, disperazione, sentimenti laceranti perché opposti, la consapevolezza dell’inesorabilità del tempo che condanna doppiamente. Dopo di noi cosa sarà di loro. Il tempo. Con l’avvento di un figlio il tempo scorre sempre in una direzione. Inizialmente più lentamente. I primi anni di vita di un bambino ci fanno sentire responsabili della “vita” del figlio appena nato. Con l’entrata nella vita sociale, la scuola, si entra in un altro registro. Ci sentiamo responsabili della loro “Crescita”. Arriva il momento dell’emancipazione. Il tempo diventa più leggero. Faranno la loro vita e quando saremo anziani il pensiero che si occuperanno loro di noi chiude un cerchio che a tutti sembra naturale. Con l’avvento di un figlio che non riesce, non importa per quale motivo, a crescere, autodeterminarsi, fare scelte, prendersi cura di se, il tempo di ferma. L’incapacità ad entrare in relazione con il mondo, i primi anni “sociali” ne consacrano il fallimento, determina la nascita di un mondo nel quale il tempo scorre all’indietro. Questo mi raccontano i genitori di quelli che oggi vengono etichettati come “disabili intellettivi e relazionali”. Il tempo si è fermato con l’esplosione della malattia del proprio figlio. E da un certo punto in poi ha iniziato a scorrere al contrario. I figli avranno sempre bisogno di assistenza “vitale” e noi invecchiamo. Le forze da mettere in campo sono sempre le stesse e noi abbiamo sempre meno risorse da impiegare, fisiche, emotive, economiche. E siamo soli, e i nostri figli rimarranno un giorno soli. Cosa sarà di loro dopo di noi? Flavia mi mette in mano 70 pagine in cui descrive lucidamente il suo viaggio, un percorso in solitaria nei suoi pensieri, che per una sorta di esigenza “terapeutica” ha messo su carta dalla nascita di Anita. Un diario contraddistinto dal coraggio. Di amare, di odiare, di soffrire, di perdersi nell’insensatezza di una nascita. Di Anita e della propria. Anche lei è nata assieme ad Anita. “Sono entrata nell’autismo di Anita, non ne sono più uscita”. Questo mi dice dopo averle lette e chiesto se disponibile a farne un libro, per far conoscere la sua storia. In queste pagine viene descritto, con l’onesta dell’amore più coraggioso, quello della ammissione e descrizione dei propri contrastanti pensieri, sentimenti, emozioni, un viaggio iniziato con il “parto” di Anita. Un documento prezioso e raro come tutti questi figli sono. Come le opere d’arte esprimono direttamente tutti i più profondi e intensi sentimenti umani. Emozioni e sofferenze alle quali siamo stati educati di stare alla larga. Emozioni e sofferenze alle quali non veniamo educati. Sono 25 anni che vado nei parchi, nei locali pubblici con i miei ragazzi dei centri e delle case famiglie nelle quali lavoro come educatore. Pochi minuti e attorno a noi si crea il vuoto. Non sono movimenti discriminatori in prima battuta. Le emozioni e la sofferenza che come le opere d’arte i nostri “disabili intellettivi e relazionali” elicitano bruciano, esplodono nell’altro non abituato a cogliere l’occasione che il contatto con i sentimenti più profondi propone. Conoscere se stessi e crescere. E’ per questo motivo che Flavia e Anita vanno abbracciate e ringraziate. In loro, nella loro storia, siamo tutti noi. Il coraggio di una mamma, la passione per una figlia “autistica”, il regalo di rendere pubblica la loro storia, per farlo sapere: non siamo sole noi, e il resto del mondo a essere un deserto d’umanità. L’assordante silenzio delle non risposte, i movimenti di fuga che dalla nascita di Anita Flavia ha vissuto, in queste pagine viene descritto onestamente, perché questo e quanto. Mai più sole, noi ci siamo e voi?"
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