martedì 24 gennaio 2012

Da giù - Alberto Zuccalà


Le lettere si espandono. Il mondo ritorna sui suoi muri accartocciati da un pezzo. Nessuno usa più le lettere per scrivere. Uno prova e l'altro consuma. Che follia assurda il suono seducente di un flauto! Sarebbe questa la poesia? Ma se annichilisce, può chimarsi poesia moderna? Alcune canzoni sognavano case senza più pareti e magici smeraldi. Esisterà qualche apostolo della gioia più semplice nel groviglio d'asfalto di tutti i tuoni ciechi del mondo? Dove tutto muore niente è amore.Vieni. Rubiamo il cielo e ascoltiamolo insieme. Così. 

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