NEI TUOI LIBRI E NELLA TUA MUSICA LA NATURA HA SEMPRE AVUTO UN RUOLO CENTRALE. COME MAI?
Sono nato e cresciuto a Milano, ma i miei nonni vivevano in un paesino disperso tra i boschi. Le vacanze estive erano quindi delle vitali fughe dalla grigia quotidianità cittadina. La natura, fin da bambino, è stata importante per ricaricarmi e far volare i miei sogni. Ed è quindi entrata prepotentemente nelle mie canzoni e nei miei libri.
Ora vivo in una vecchia cascina in mezzo al bosco e sono ben felice di essermi lasciato la città alle spalle. Ma sono convinto che se non avessi vissuto a Milano non avrei mai apprezzato così tanto la vita all’aria aperta. Ho sempre pensato che per apprezzare una cosa fino in fondo, bisogna averne sperimentato la mancanza.
IL TUO ULTIMO LIBRO SI INTITOLA “LA LUNA È DEI LUPI”. CE NE VUOI PARLARE?
Il protagonista del romanzo è Rio, un lupo dei Monti Sibillini. A lui è affidata la sopravvivenza del suo branco piegato dalla fame e dalla scarsità di nuove nascite, costretto ad affrontare un lungo viaggio nei meandri di una natura da scoprire e difendere, nell’eterno conflitto con un nemico che ora ha le fattezze di un branco antagonista, ora quelle dell’uomo e dei suoi cani. L’entrata in scena di Greta e Lorenzo, due giovani ricercatori, darà il via a una catena di eventi imprevedibili.
La trama che si trasforma pian piano in un gioco di specchi, dove il lettore può osservare la natura degli animali e la società degli uomini dal punto di vista dei lupi. Una storia che diventa metafora della condizione umana, tra conflitti e amicizia, istinto e ragione, pregiudizi e accettazione del diverso
RECENTEMENTE È USCITO ANCHE IN NUOVO CD DEL TUO GRUPPO, I LINGALAD. COME SI FONDONO MUSICA E LETTERATURA NEL TUO PERCORSO ARTSITICO?
Nelle undici tracce di Confini armonici abbiamo cercato di raccontare in musica alcuni personaggi dei miei libri, spesso approfondendone il carattere o esplorando aspetti che nei romanzi emergevano solo in parte. Come nel caso del bracconiere Orante Della Morte o del guardaparco Sandro Di Ianni, protagonisti de Il passaggio dell’orso.
A dire il vero, quando ci siamo messi a pensare seriamente a un nuovo cd, molti ci chiedevano di ritornare alle origini e di pubblicare un altro album su Tolkien, ispirato questa volta a Lo Hobbit. Con l’uscita della nuova trilogia cinematografica, sarebbe stata una buona mossa per bissare il successo e i molti concerti all’estero fatti all’epoca del primo cd Voci dalla Terra di Mezzo, che ci permise di suonare anche in America alla presentazione del film di Peter Jackson. Ma sarebbe stata una scelta puramente commerciale, poiché lo spirito che animava il cd di esordio si era evoluto, e non ce la siamo sentita di realizzare un album solo per rincorrere l’attenzione dei media.
Per quanto riguarda il significato del titolo, nel nuovo album i confini del mondo letterario e di quello musicale si muovono in modo armonico e finiscono per intersecarsi, creando un luogo, una “terra di mezzo”, in cui ha messo le radici la nostra musica.
DA QUALCHE ANNO COLLABORI CON LA RAI E REALIZZI REPORTAGE SULLA NATURA. L’ELEMENTO VISIVO È SEMPRE STATO IMPORTANTE NELLA TUA PROPOSTA ARTISTICA.
Sì, sono un appassionato di cinema e ho cercato di dare spazio alle immagini sia con i Lingalad sia attraverso i booktrailer dei miei libri. L’ultimo video musicale che abbiamo girato è quello della canzone “Occhi d’ambra”. Ci siamo divertiti un sacco, sia durante le riprese sia nella lunga fase di preparazione degli strumenti naturali.
https://m.youtube.com/watch?v=iFvRwbAdSa4
Per quanto riguarda i booktrailer, quello de “La luna è dei lupi” è stato realizzato dal regista Mauro Cartapani, e racconta il lungo viaggio che ho fatto sulle tracce dei lupi, prima della stesura del libro. Un’esperienza per me straordinaria, che ha lasciato un segno indelebile che porterò sempre con me.
https://m.youtube.com/watch?v=xiywkuJxBVc
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