mercoledì 1 aprile 2015

Intervista a Filomena Grasso - Alberto Zuccalà






Autrice del suo primo romanzo Amici più vicini – Edizioni Tracce

“Amici più vicini, una storia come tante, ma con qualcosa in più; una storia vera, vissuta, sofferta e amata”. 

Nella prefazione si legge: « La storia di Martina diventa così la storia di tutti noi che abbiamo lottato contro i mali del vivere, contro l’isolamento, contro un destino il più delle volte beffardo, contro l’aridità umana che spesso ci preclude scenari migliori a discapito del benessere psichico. Sono momenti dell’essere che oggi si fanno carico di un peso inequivocabile, in una società che sembra porre attenzione solo formale sull’anima dell’uomo e sui problemi ad essa relativi, ma che poi, in fondo, non lascia spazio sufficiente al loro risanamento. Ed ecco che temi come l’amicizia, l’amore familiare, i valori della fede si ripropongono – attuali come non mai – in questo romanzo di Filomena Grasso, quasi a voler ribadire la loro presenza, la loro valenza in contrasto con la sterile quotidianità a cui siamo abituati».
Facciamo ora due chiacchiere con la nostra giovane autrice.

Come ti descriveresti?
Sono Filomena, anche se tutti mi chiamano Filo. Ho 23 anni. Sono nata a Napoli, ma all’età di quindici anni mi sono trasferita con la mia famiglia a Chieti. Mi sono laureata in Lettere all’Università degli Studi G. d’Annunzio e ho pubblicato a dicembre 2014 il mio primo romanzo ‘Amici più vicini’ – Edizioni Tracce. Ebbene sì, sono una scrittrice. Ho sempre scritto e ho sempre letto tanto. Sono un’inguaribile amante della parola scritta. Come definirmi? La mia carta vincente è la creatività. Sono una persona affidabile, leale, follemente innamorata della vita. Mi piace colorare la vita delle persone che mi sono accanto. Sono un vulcano di idee, ho molte qualità e tantissimi interessi, forse troppi! Dalla lettura, alla scrittura, dal disegno al canto, dalla pasticceria al fai da te. Mi piace sperimentare, cambiare e fare nuove esperienze. Se qualcosa mi spaventa cerco di affrontarlo subito; a mie spese ho capito che la paura blocca, inibisce e impedisce di esprimersi a pieno. Sono ambiziosa, testarda e pretendo il massimo da me stessa. L’empatia è un tratto che mi caratterizza, si può dire che viva di emozioni.

Amici più vicini è il tuo primo romanzo. Ci racconti la trama?
Martina, aspirante scrittrice, dall’animo sensibile e pacato, dotata di una personalità frizzante e malinconica allo stesso tempo, ma terrorizzata dai sentimenti, affronterà numerose prove e porterà a termine un cammino di crescita personale e spirituale  che la renderanno una persona nuova.
Un imminente trasferimento, la perdita improvvisa e devastante di un’amica, un dramma che le segnerà il fisico e l’anima e l’amore per quello che da sempre era il suo migliore amico, saranno tappe fondamentali di questo cammino. Si renderà conto che la vita così come l’amore richiede coraggio, quello stesso ‘spudorato coraggio’ che le era sempre appartenuto, ma che non sapeva di possedere. Imparerà a fidarsi del suo istinto e dei suoi sentimenti, conoscerà l’amore, quello vero che rianima, solleva e guarisce, leggerà in ogni cosa continui segni e solo affrontando quei fantasmi che da tempo abitavano dentro di lei troverà la forza per rialzarsi e ricominciare a vivere. L’affetto per il suo migliore amico si trasformerà in un modo del tutto inaspettato in qualcosa di talmente grande da sconvolgerle la vita. Un’amicizia nutrita d’amore, che vivrà di attimi, di parole non dette, di baci e sguardi rubati.



È un romanzo autobiografico?
Come ogni scrittore per scrivere trae ispirazione dal serbatoio della propria vita e delle proprie esperienze anche io ho ripreso molto da quello che ho vissuto in primis, ma non lo definirei un romanzo autobiografico. Non è un romanzo di genere, contiene in sé diversi aspetti del romanzo di formazione e di quello psicologico.

Se ti chiedessimo di esprimere in poche parole il senso del tuo romanzo cosa risponderesti?
Direi che il senso può riassumersi nella dedica posta all’inizio di queste 172 pagine,“Dedicato a chi ha il coraggio di amare…”
Per amare occorre coraggio, bisogna mettersi in gioco, fidarsi dell’altro, ma anche di se stessi..lasciarsi travolgere dalle emozioni, dai sentimenti e in qualche modo perdere l’equilibrio. Come direbbe Sigmud Freud “ Non siamo mai così privi di difese, come nel momento in cui amiamo”; ebbene sì, l’amore fa paura, ci rende vulnerabili, indifesi, ha la capacità addirittura di alterare la nostra visione della realtà, condizionata inconsapevolmente da quella centrifuga di sostanze liberate dal nostro cervello quando siamo felici, beati ed innamorati.
A volte però  è proprio la paura di perdere o di fallire a impedirci di partecipare;  una paura che va sfidata, affrontata con coraggio e sconfitta con decisione. Quel coraggio che Martina definirà più volte ‘spudorato’ diventa la sua carta vincente.

Cosa accomuna Filomena a Martina?
Martina affronterà un vero e proprio cammino di crescita e arriverà ad una scoperta, quella che poi ho fatto io per prima, che l’amore, quello vero,trasforma, rende migliori, ma soprattutto che l’amore guarisce così come dirà lei stessa in un passo “ L’amore guarisce..ora ne ho la prova”.

Ci puoi descrivere per sommi capi i tratti caratteristici dei personaggi principali.
Abbiamo Martina, che all’inizio appare una ragazza sensibile, ma molto fragile, che sente su di sé il peso dell’inadeguatezza..si sente inadeguata nei confronti degli altri, di se stessa e della vita, per lei tutto diventa scontato. La sua banale quotidianità viene però stravolta dalla notizia di un imminente trasferimento. Dovrà lasciare i suoi amici, ma soprattutto Davide, il suo miglior amico, verso cui poi scoprirà provare qualcosa di più forte. Una nuova città, una nuova scuola, una nuova casa, si susseguono varie esperienze, alcune molto traumatiche, si salta dal presente al passato per poi tornare al presente tutto abilmente progettato per far immergere completamente il lettore all’interno. Un gioco di ritorni dal passato le sconvolgerà di nuovo la vita, prepotente e affascinante appare invece il suo presente che ha il nome di Andrea. Combattuta tra presente e passato, toccherà al suo cuore scegliere.

Quando hai iniziato a scriverlo?
Ho cominciato a scriverlo parecchi anni fa quando ero solo una ragazzina. Allora però il romanzo non poteva definirsi tale. Era immaturo, insapore, frasi che si ripetevano, era più la scrittura di chi desiderava gridare al mondo quello che sentiva, ma soprattutto quello che non accettava. Ricordo che per anni non lo presi in mano, lo misi materialmente nel cassetto e lo dimenticai. Poi terminai l’Università e mi laureai in Lettere. Nel frattempo però si era abbattuto su di me un uragano tremendo. Il peso di una grave malattia mi costrinse a stare ferma per un periodo e proprio quel tempo mi fu necessario per riflettere e dare vita a nuova creatura. Presi quel romanzo tra le mani e lo misi da parte. Aprii una pagina word, una pagina bianca che non aspettava altro che essere riempita. Ora ero matura,  la mia scrittura era matura.
La sofferenza è stata la mia migliore maestra, in quella sofferenza ho scoperto molte cose di me che nemmeno io stessa immaginavo. Ho riscoperto la fede, la forza, ma soprattutto un attaccamento profondo alla vita. A quel lavoro lasciai solo il titolo e cancellai il resto; ora ero pronta a scrivere una storia che fosse vera, che potesse essere vera per chiunque l’avrebbe letta. Una storia in cui ognuno potesse rivedere un tratto seppur piccolo della propria vita. È un romanzo che tocca una serie di temi alcuni dei quali abbastanza delicati, un romanzo che invita chi legge a una riflessione sulla propria vita.

Sappiamo che hai disegnato l’immagine di copertina. Da dove hai preso l’ispirazione?
Ho sempre considerato Amici più vicini come una mia creatura ed era mia intenzione quella di curare anche la copertina. Volevo un’immagine che potesse rispecchiare il senso nascosto del romanzo, ma soprattutto che potesse sorprendere il lettore. Avrei potuto optare per una fotografia, un’immagine qualsiasi, ma volevo qualcosa di mio,avevo un’idea, non mi restava che metterla su carta. Dopo vari tentativi ebbi l’illuminazione quella decisiva. Un’alba, il riflesso del sole sull’acqua e in primo piano due mani che si prendono, come se il segreto della vita fosse tutto lì. E forse lo è davvero. Quando siamo con chi amiamo, quando qualcuno ci prende per mano ci sentiamo meno soli, più coraggiosi, ma soprattutto capaci di affrontare qualsiasi ostacolo. 

Si legge nel romanzo un grande amore per la letteratura e per il cinema. Cosa desideravi diventare da grande? Hai sempre amato scrivere?
Da quel che ricordo si! Ricordo che tutto ebbe inizio da un libro che mi fu regalato. Ero molto piccola, avrò avuto otto anni e leggevo Piccole donne di Mary Luise Alcott, forse il personaggio di Jo con il suo carattere ribelle e controcorrente può avermi influenzata, chissà! Poi da un semplice compito a scuola che consisteva nel possedere un quadernino da aggiornare quotidianamente, ho scoperto la passione per la scrittura. E da quel semplice Caro diario, scrivere è divenuto per me un’esigenza vitale per liberarmi, per sfogarmi, per vedere in quelle parole gettate su carta qualcosa di me che non riuscivo io stessa a vedere. Avevo otto anni e volevo fare la scrittrice, oggi ne ho quasi 24 e posso dire di essere una scrittrice.



Dov’è possibile acquistare il tuo libro?
È disponibile nelle maggiori librerie Feltrinelli e Mondadori delle seguenti città : Roma, Milano, Torino, Bologna, Firenze, Napoli, Pescara e Chieti. Inoltre è reperibile anche nelle librerie online. Per maggiori informazioni esiste anche la pagina facebook  “Amici più vicini” con riferimenti alla prima presentazione del libro presso la Libreria de Luca di Chieti svoltasi nel mese di dicembre e ai prossimi eventi ai quali parteciperò. Inoltre tra Maggio e Giugno ci sarà una presentazione del libro anche a Napoli.
Sono raggiungibile facilmente anche sul mio profilo facebook e all’indirizzo e- mail grassofilomena@alice.it.

Cosa vuoi dire ai lettori?
Come direbbe Sartre “ Un’opera non esiste se non c’è qualcuno che leggendola la fa esistere”. Cosa posso augurarmi? Che il messaggio nascosto all’interno possa toccare l’animo di chi lo legge. È un messaggio di speranza e di forza. Nella vita sono tante le volte in cui si cade, altrettanto tante devono essere le volte in cui ci si rialza; per quanto a volte le cose appaiono pesanti e insostenibili c’è sempre una soluzione, una possibilità e a chi pensa che esistono vite che sono inutili, sprecate e non degne di essere vissute voglio dire una cosa. Non smettere mai di credere, di sperare che qualcosa di buono possa accadere, a volte è proprio dai momenti peggiori che nascono i fiori più belli. Non è una frase fatta, è la frase detta da una ragazza che ha vissuto tutto ciò sulla sua pelle e che lotta continuamente per tenere sempre viva la bandiera del coraggio.

C’è qualcosa che vorresti aggiungere?
Mi auguro che questo romanzo possa trasmettervi la stessa emozione che ho provato io nello scrivere parola dopo parola e che una volta giunti alla fine possiate sentirvi diversi, magari più speranzosi!
Un ringraziamento speciale a voi tutti del Clan del Tendone per questa opportunità che mi avete dato. Questa è stata la mia prima intervista, un’esperienza entusiasmante!

Un saluto
Filomena Grasso

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