venerdì 14 dicembre 2012

Intervista a Rocco Giuliano dei FUOCO VIVO di Alberto Zuccalà




CHI SONO I “FUOCO VIVO”?

I Fuoco Vivo sono Rocco Giuliano (basso elettrico e testi), Angelo Nolè (chitarre elettriche e musiche) Giacomo Chiarelli (voce), Rocco Mastroberti (chitarra acustica),Antonello Ruggiero (batteria), Michele Positino (tastiere e synth), Andrea Candela (pianoforte), Virginia Giuliano e Rita Prota (coreografie).


COME SI CHIAMA E CHE ANIMA CONTIENE IL VOSTRO ULTIMO ALBUM?

Dimensione Verticale è il nuovo album dei Fuoco Vivo che uscirà a breve. Dieci pezzi ispirati ai personaggi biblici, ai fatti di cronaca, ai grandi temi del nostro tempo.

Dalla denuncia dei Laogai, gli attuali campi di concentramento cinesi, alla liberazione del più noto dissidente cubano Oscar Biscet.

L’album affronta il nodo della difesa dei diritti umani e della libertà religiosa con le persecuzioni sempre più cruente contro i cristiani.

Ma il disco tocca ancora i temi più sentiti dai giovani: gli affetti, il lavoro, la ricerca di una vita vera e senza compromessi.

 
SIETE UN GRUPPO CHE COMPONE MUSICA D’ISPIRAZIONE CRISTIANA, COME MAI QUESTA SCELTA? COSA HA SEGNATO L’INIZIO DI QUESTO PERCORSO MUSICALE PER CERTI VERSI “DIVERSO”?

Alle origini del gruppo vi è sicuramente la certezza di poter testimoniare la propria fede attraverso il rock. Amava dire il pittore William Congdon che  «Se una canzone non è una finestra aperta sul mistero,

è solo il rumore del nulla», un artista che riconosceva alla musica il potere di far emergere il dramma dell’uomo di ogni tempo. Che cos’è la vita? Qual è il nostro destino? Perché la sofferenza? Ecco questi sono gli interrogativi che da dieci anni ispirano parole e note dei Fuoco Vivo.



LA FEDE CRISTIANA E’ ROCK?  COM’E’ STATO ACCOLTO E COSA LEGA QUESTE DUE REALTA’?

Certo. Siam convinti che l’evento rock di tutti i tempi sia avvenuto duemila anni fa con Gesù di Nazareth.

Anche oggi l’incontro con questa presenza ti dà la forza di testimoniare che la vita non è una parentesi, ma un dono che non finirà. Perché uno ha vinto la morte, «Jesus won», come cantano anche gli U2 nella celebre ballata “Sunday Bloody Sunday”. Ecco, cito gli U2 perchè a noi piacciono particolarmente, ma potrei ricordare anche Bob Dylan, Jeff Buckley, Switchfoot, oppure Capossela, Branduardi, ecc tutti artisti che si son confrontati ed interrogati sul Mistero. Noi non ci siam inventati nulla di nuovo. E’ solo che in italia si tende sempre a credere che rock cristiano sia sinonimo di canti di Chiesa. Ma chi ci ascolta, nelle piazze e nei teatri d’Italia, sa che non è così. Il rock è un linguaggio musicale, e non ha connotazioni.

I “FUOCO VIVO” HANNO UN SOGNO NEL CASSETTO?

Non uno ma tanti! E forse è questo il segreto dei Fuoco Vivo. Attualmente siamo impegnati con il lancio del nuovo disco e siamo alle prese con la preparazione della nuova tournèe. E’ un lavoro che toglie molte energie ma che possiamo farlo anche grazie all’impegno di due professionisti che lavorano dietro le quinte: l’art director, Rocco Pascale ed il fondatore della band, Antonio Giuliano. Ma un sogno che abbiam toccato da vicino, e che prima o poi vorremmo si realizzasse, è una tournèe all’estero. A Madrid, in occasione della GMG del 2012, eravamo stati selezionati, poi per motivi tecnici fummo costretti a rinunciare.

  
SIETE UN GRUPPO ANCHE MOLTO SCENOGRAFICO E IL VOSTRO FAR MUSICA SI ACCOMPAGNA MOLTO SPESSO ALLA DANZA, E’ INDIPENSABILE ESPANDERE LA MUSICA ANCHE COSI’? E’ DIFFICILE TROVARE IL TEMPO PER COORDINARE TUTTO QUANTO?

Crediamo che la danza nei nostri spettacoli sia fondamentale. Lo abbiamo sperimentato negli anni. Ecco perché il nostro non è solo un concerto. Nelle tournèe precedenti (“Vivi” e “Controcorrente”, ndr) oltre alla danza mettevamo in scena anche effetti multimediali e credo che  sarà così anche nella prossima, anche se ancora è tutto da definire. Il tempo non è mai abbastanza ma grazie alla professionalità di tutti riusciamo a saperlo gestire. Lavoriamo molto nel costruire ed ideare nuove tournèe, ma poi una volta che il tutto è partito, è facile gestire il prosieguo.



C’E’ UN CONCERTO LIVE A CUI SIETE PARTICOLARMENTE LEGATI?

Per natura sarei portato a dire quello che verrà. Siam abituati a guardare al futuro e ad avere sempre nuovi stimoli. Però un concerto, sicuramente diverso dagli altri per location e pubblico, a cui siam particolarmente legati è quello del 2003 nel carcere di massima sicurezza di Lanciano (Ch). Dovevamo noi, attraverso la nostra musica, trasmettere qualcosa a loro, è avvenuto il contrario.   


PARTIRE PER L’UNIVERSITA’ E SCOPRIRE UN NUOVO PERCORSO/PROGETTO MUSICALE NELLA MUSICA. TUTTO FELICEMENTE ACCOLTO, CAPITO E BENEDETTO?

Si, è senz’altro difficile far conciliare le due cose ma non impossibile e su questo non ho avuto particolarmente problemi. E come me altri della band perché è vero che siamo tutti lucani di nascita ma viviamo sparsi in tutta Italia: Milano, Roma, Pisa, Siena, Teramo, ecc


COME SI FA A CAPIRE QUANDO UNA CANZONE E’ DEFINITIVAMENTE “PRONTA”?

Musicalmente non è mai pronta. Nel senso che gli arrangiamenti sono in continua evoluzione ed anche nei live c’è sempre spazio per la fantasia dei musicisti che improvvisano. Ad esempio, ascoltando dei pezzi del vecchio album “Controcorrente” già alcune cose ci vien voglia di modificarle. Discorso diverso è per i testi. Non amo ritoccare le parole a distanza di tempo. Ma prima di arrivare a dire che il pezzo è finito l’ascolto infinite volte.


SE TI PRESENTO LA COPIA DI UN VOSTRO CD PER UNA DEDICA COSA MI SCRIVI?

Prenderei in prestito una frase di Santa Caterina e ti esorterei a “metter fuoco in tutto il mondo.”







Nessun commento:

Posta un commento