Partendo da una piccola provincia del casertano, passando
per Madrid, sognando di ballare per le strade di Dublino, fino alla vetta della
Tour Eiffel. Viaggi fisici e mentali, con valigie pesanti di vestiti o leggere
di pensieri. Questo e ancor di più è “Interno Giorno”, primo lavoro letterario
dell’esordiente scrittrice Roberta Magliocca. E’ un libro che si legge
sconvolgendo l’ordine, lo si può far cominciare dal mezzo, proseguire con le ultime pagine e terminare con
l’inizio. Oppure non farlo terminare mai. Perché è un susseguirsi di pensieri
che sono fuori da ogni tempo o spazio, ma hanno vita propria. Non hanno orari,
ma hanno sentimenti. Non hanno casa, ma abitano sulle panchine al parco o nel
cuore di chi li ascolta. Sono esperienze personali messe al servizio di chi
vuole servirsene, di chi crede che l’amore sia tutto e niente, sia una “lotta senza esclusione di colpi”,
sia qualcosa per cui vale sempre la pena vivere nonostante lacrime e
sofferenze. Roberta Magliocca è una ragazza di 25 anni, studentessa di Lettere
Moderne alla Federico II di Napoli, stagista presso la Rai di Roma, articolista
per diverse testate della Campania, aspirante giornalista inviata di guerra.
Come tutti i suoi coetanei ha ambizioni e sentimenti che la spingono sempre
aldilà del proprio naso, con una curiosità che la portano a mordere il mondo
con un’avidità che troppo spesso passa con l’avanzare degli anni. Anche questo
libro ha 25 anni. E’ giovane, sognante, una pagina malinconica e quella subito
dopo euforica. Ha sbalzi di umore, ha odio e amore, ma mai indifferenza. Ci si
legge un’ironia pungente che mette con le spalle al muro. Non si scappa, si
riflette. Ci si immedesima con storie che chiunque di noi ha vissuto, solo in
tempi e con nomi diversi. Si, insomma, è la voglia di imprigionare quell’età
così carica, affinchè non passi mai, affinchè la si possa ricordare anche a 40
anni, anche ad 80, la si possa leggere sempre, anche quando spesso ci si
dimentica di essere stati “giovani e fancazzisti”. Lo consiglio a chi voglia avere il proprio
pezzo di gioventù sempre con sé, a chi vuole la propria Madrid, la propria
Dublino, la propria Parigi nel cassetto del comodino.
Nessun commento:
Posta un commento