mercoledì 17 luglio 2013

"Pianura" di Candido Bottin -Alberto Zuccalà


Carlo, il protagonista del romanzo, nasce nel 1889 in un paese della campagna piemontese. Dopo l’infanzia e l’adolescenza trascorse nell’ambito del mondo contadino di allora, si accorge che non vuole ripetere la vita di fatica di suo padre e si fa convincere da un cugino ad emigrare in Argentina.
Vi rimane pochi anni tra alterne fortune e dopo la morte della ragazza che voleva sposare, complice anche la forte nostalgia della famiglia, ritorna a casa.
Il momento non è propizio perché appena tornato, scoppia la prima guerra mondiale. Carlo, viene chiamato sotto le armi e da soldato si trova a combattere nella 10° battaglia dell’Isonzo dove viene ferito e preso prigioniero dagli austriaci, quindi internato in un campo, da dove riesce a fuggire, proprio nel momento però in cui avviene la rotta di Caporetto. Fortunosamente, con altri commilitoni, riguadagna le linee italiane dietro al Piave.
Tornato a casa si sente spaesato. Suo padre e sua madre sono invecchiati e il lavoro di contadino non fa più per lui. Allora si trasferisce in città per lavorare come carpentiere. Qui entra in contatto con le idee socialiste, proprio nel momento in cui il fascismo prende il potere. L’impatto con il nuovo regime è duro e Carlo lasciare la città per evitare guai peggiori. Col tempo pian piano anche lui si uniforma alla situazione generale e si lascia assorbire dai nuovi eventi, poi nel 1932, con un colpo di testa acquista un ballo a palchetto e comincia a girare per le varie sagre di paese. Nella sua vita manca l’amore, ma questo, improvviso, arriva quando un suo conoscente gli presenta Eugenia. La ragazza ha ventidue anni meno di lui ed ha una figlia nata da una precedente relazione. Nonostante tutto Carlo decide di sposarla e fare con lei una famiglia.
Intanto nel 1940 scoppia la seconda guerra mondiale. La via dura della guerra e alcuni lutti famigliari lo accompagnano sino all’occupazione nazista seguita all’ 8 settembre. Sarà un periodo terribile fra massacri e scorribande partigiane. Poi finalmente tutto finisce con la liberazione.
A questo punto Carlo, anche se ormai ha quasi 60 anni ha il desiderio di costruire una casa per la sua famiglia. Trova in vendita un terreno e comincia a costruirci sopra due stanze, poi altre due per vari anni.
In quel dopoguerra, egli osserva l’evoluzione della società italiana negli anni del boom economico sino al matrimonio delle figlie e all’arrivo dei nipoti.
Il narratore vorrebbe concludere qui la storia, ma l’amico lo incita a proseguire, anche perché ormai ha capito quale rapporto lo lega al protagonista. Così la narrazione riprende con gli ultimi episodi, della vita di Carlo, per concludersi con il suo distacco dalla vita.

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