venerdì 14 dicembre 2012

Noi due - Valentina Nardi

E così ripensi a tante parole e momenti.... A chi ti ha detto sono meglio i rimorsi che i rimpianti, a chi ti ha detto vivi ogni giorno come fosse l ultimo, a chi ti ha detto fidati di me... Parole parole fatte e disfatte dal tempo e dalla tua intelligenza... Capisci che solo tu sapevi sempre tutto... Hai distrutto cose vere per incamminarti verso l ignoto... Dubitato degli unici sentimenti e legami sincero che la vita, Dio o il destino ti aveva dato, buttato all aria anni ed anni come fosse carta d' alluminio pronta ad accartocciarsi.... Ed ora sei stanco/a ma nonostante questo vivi la tua vita per un sorriso altrui?? Ma chi vive per un tuo sorriso? Chi si prenderà cura di te?? Te stesso tu e solo tu... Non lasciarti mai andare e pensa a quello che stai facendo... Alcune cose potrebbero non essere vere o non esserlo mai state... Mantieni la tua dignità....

Tutto - Alberto Zuccalà



Altrove le alternative erano pensieri nuovi. La strada qui è solo buia, ed io non vorrei restare. Da qui sono lontani gli odori di primavera eppure torno a pensare che non esistano "prove" che non temperino nello spirito capaci di non istruire. 
Tutto è una preparazione alla vita. Tutto.

mercoledì 12 dicembre 2012

Instabilità - mariagrazia

«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero>>

Gesù lo conosce bene quel bisogno di sentirsi le spalle ‘’parate’’, di poter parlare o piangere con qualcuno.  E’ il  tempo in cui la tristezza pesa sulle spalle, le incurva e non permette di  guardare in alto.  E’ il tempo  della sensazione di smarrimento e instabilità perché  una delusione grande ti può colpire quasi  come una  gelata : il piede appena fuori dall’autobus e il rischio di ritrovarsi a terra... Proprio in quel tempo di lacrimoni vengono in soccorso le camomille fino a tardi e  l’infinita pazienta di chi ti vuole bene e si prende cura di te provando ad ‘’alleggerire il colpo ’’. Si, quando stai per cadere l’importante è trovare una mano a cui aggrapparsi e, in fondo,  imparare a riderci su! ;)

domenica 9 dicembre 2012

Intervista a Paolo Simoni - Alberto Zuccalà


CHI E’ PAOLO  SIMONI?
Uno che spende la sua vita a cercare di rispondere a questa domanda e spera prima o poi di trovarne risposta.

“MALA TEMPORA” E’ IL TUO PRIMO ALBUM. COME SEI CAMBIATO MUSICALMENTE DA ALLORA?

Più che di cambiamento parlerei di evoluzione
Nel frattempo ho studiato, ascoltato ed appreso cose nuove. E’ passata della vita ed inevitabilmente come una spugna cerco di assorbire tutto ciò che mi capita.
Attualmente sto studiando Mozart e Beethoven , mi tengono allenata la mente e mi aprono a nuovi orizzonti.

“CI VOGLIO RIDERE SU” INVECE E’ IL TUO ULTIMO LAVORO DISCOGRAFICO. CHE ANIMA CONTIENE? COME NASCE LA SCALETTA DEL DISCO?
Questo nuovo disco ha un’anima ironica e consolatoria. E’ un disco amico, che cerca amici e condivisione. Non ha pretese particolari se non quella di poter essere utile a chi lo ascolta. E’ un disco sognatore.
La scaletta nasce da una scelta tra molteplici brani che vengono convogliati in un unico contenitore. Le canzoni stesse ti suggeriscono loro la strada.
Ci sono canzoni che devono rimanere nel comodino ancora per un po’ e altre invece che necessitano una condivisione immediata. L’istinto è stata la guida per questa scelta.

NELLA CANZONE “IO SONO IO E TU SEI TU” DUETTI COL GRANDE LUCIO DALLA. CHE EMOZIONE TI HA LASCIATO QUESTO GRANDE ARTISTA?

E’ per me un maestro di musica e di vita. L’emozione è stata quella di un ragazzo che collabora con il suo mito. Una grande fortuna, impagabile ed irripetibile.
Mi ha lasciato delle parole importanti: “torno dalla luna per dirti Buona Fortuna”.

QUAL E’ STATO IL PIU’ BEL COMPLIMENTO CHE HAI RICEVUTO?
Una volta una persona mi disse: “tu sei uno diverso, uno vero. In giro attualmente non c’è nessuno che fa le cose che fai tu. Mi ricordi i grandi del passato. Le grandi anime.”
Mi scossero molto queste parole.

LA TUA MUSICA ATTINGE DA TE O DA CIO’ CHE E’ FUORI DI TE?
Sono credente. Io non creo ma rubo dal cosmo e materializzo in note. Mi metto al piano e vedo cosa succede. La musica è trascendenza e l’uomo non è creatore ma scopritore.  Da me attingo dalle esperienze personali che mi servono per creare i testi. Nascono infatti prima le note poi le parole.

TRA I 60 FINALISTI PER LE AUDIZIONI DI ROMA DELLA 63° EDIZIONE DEL FESTIVAL DI SANREMO. COME HAI ACCOLTO QUESTA NOTIZIA?
Bene anche se non ci do molta importanza. Ciò che per me è importante ora è far arrivare il messaggio e cercare di divertirmi. Al il resto ci pensa la vita.

SE TI PRESENTO LA COPIA DI UN TUO CD PER SCRIVERMI UNA DEDICA COSA MI SCRIVI?
Ti scrivo: “ ho trovato un amico nuovo… anzi un Tendone dove ripararmi.”
 

 

 

venerdì 7 dicembre 2012

mercoledì 5 dicembre 2012

Desideri - Barbara Moschella





“ Esprimi un desiderio!”. So che quando ti viene fatta una richiesta del genere sei contenta perché, nella tua vita di bambina, di desideri ne hai tanti.
E so anche che, quando chiudi gli occhi, trattieni il respiro e pensi a ciò che vorresti in quel momento, non hai dubbi che si realizzerà.
Ma quel giorno hai desiderato qualcosa per me, anteponendo la mia felicità ai tanti “voglio” che avevi nel cuore.
Ora che la mia storia d’amore vive ed è custodita nei desideri dei bambini acquista maggiore preziosità.

lunedì 3 dicembre 2012

Intervista a Claudio Zilli - Alberto Zuccalà


CHI E’ CLAUDIO ZILLI?
Un folle, un semplice alieno, che sceso sulla terra  gli appare tutto cosi strano
“QUELLO CHE NON SO” e “LOV DU MAZ” SONO I TUOI DUE ALBUM. COME SEI CAMBIATO DALLA PRIMA ESPERIENZA?  
Mi è cambiato molto   a parte gli stati d animo che si hanno quando si scrivono canzoni e poi  con il primo album ho voluto chiudere una cerchia di me  erano tutte canzoni scritte a distanza  tra di esse  e poi messe insieme mentre il secondo cd che  ritengo piu maturo  piu omogeneo è stato costruito come album di fotografie dove  ho messo in risalto  cose a me realmente accadute ironizzandoci sopra.

COME INIZIA LA TUA ESPERIENZA MUSICALE?
A 16 anni  comincio a suonare la chitarra attraverso un sacerdote e piano piano scrivevo  gia le mie canzoni
quindi modestia a parte ma era gia scritto che io dovessi imparare a suonare la chitarra perchè dovevo scrivere canzoni  che per me sono come un diario dove ogni giorno scrivere le proprie emozioni.
 
DA COSA ATTINGE LA TUA MUSICA?
Dall umiltà dalla voglia di esprimersi a volta sembra come un arma dove attraverso di essa combatti la propria guerra ma non guerra nel senso della parola perchè la musica è sempre e cmq una cosa piacevole ma a volte serve come autodifesa.

NELLA TUA QUOTIDIANITA’ MUSICALE HAI NUMEROSE COLLABORAZIONI, CHE VANTAGGIO APPORTA LA CONDIVISIONE DELLA PROPRIA MUSICA CON ALTRI ARTISTI? 
Non c è esattamente un vantagio ma il fatto che la  gente canti le tue canzoni è una vittoria perchè riesci a trasmettere. 

COSA SI PROVA SENTIRE ALTRE PERSONE CANTARE LE PROPRIE CREAZIONI?
Emozione e tanta anche   uno sforzo tra virgolette che vede i suoi risultati  e poi a volte è bello anche starsene seduti a fare da spettatori.

PER CHI, TRA I GRANDI ARTISTI, TI PIACEREBBE SCRIVERE UNA CANZONE?
Il numero uno per me  adriano celentano.

NASCONO PRIMA I TESTI, PRIMA LA MUSICA O TUTTO INSIEME?
Nasce quasi tutto insieme   le parole le  hai dentro bisogna trovare la musica  giusta per poterle cantare.

SE TI PRESENTO LA COPIA DI UN TUO LAVORO MUSICALE PER CHIEDERTI UNA DEDICA COSA MI SCRIVI?
La musica non ha confini va oltre dove nessuno puo immaginare.

Tempo per sè - Alberto Zuccalà




Di tanto in tanto, anche soltanto una sola volta al mese, servirebbe un fine settimana fatto di tre gioni: dal venerdi alla domenica vacanza assoluta. La tendenza attuale è quella di spremere le persone fino al venerdì così da concedere loro di respiare soltanto il sabato e la domenica.  
Che poi è anche bello che uno dedichi del tempo a se stesso. 
Pensandoci è la prima forma di trattamento indispensabile per tutte le altre "saluti". Oh che stressssss!! Torno a lavorare va!

domenica 2 dicembre 2012

perché... Zoè


Potrei aver avuto milioni di irragionevoli motivi per averlo fatto.. 
o milioni di ragionevoli scuse per non averlo fatto.... 
il punto è che tu non me l'hai mai chiesto... 
non mi hai mai chiesto il perché.. ti sei limitato ad ignorarmi, con freddezza, senza cercare di capirmi.. 
e senza fermarti a riflettere sul tuo comportamento... mi hai allontanato.. 
ma sappiamo entrambi la vera ragione.. 
anche se facciamo finta del contrario.. 
anche se continui a negare tutto.


sabato 1 dicembre 2012

"Attendere" di Luigi Maria Epicoco


Intervista a Jolanda Buccella - Alberto Zuccalà





CHI E’ JOLANDA BUCCELLA?
Sono una trentenne come tante che sta lottando tenacemente per realizzare i suoi sogni. Sono una ragazza molto timida e di poche parole nonostante abbia nelle vene del vivace sangue  campano, sono testarda, capricciosa, poco riflessiva e molto lunatica. Insomma credo di avere più difetti che pregi, ma quando amo qualcosa o qualcuno do tutta me stessa e sono infinitamente leale e sincera.

DI COSA PARLA IL TUO ROMANZO “FORTUNA, IL BUCO DELLE VITE”? E CHE VUOL DIRE “IL BUCO DELLE VITE”?
Fortuna è la storia di una quarantenne che per amore decide di lasciare l’Italia per trasferirsi  con il suo compagno, un affascinante pediatra di colore, in Ruanda a pochi giorni dall’inizio del genocidio dei tutsi dell’aprile del 1994. Le intricate vicende del destino, la porteranno a trascorrere gli ultimi giorni della sua esistenza in un carcere militare e a poco tempo dall’esecuzione della sua condanna a morte, ripercorrerà il suo lungo e tormentato passato che l’ha portata a cambiare nome e identità per ben due volte, dovendosi reinventare una vita. “Il buco delle vite” è un nome inventato per definire la malformazione genetica alla colonna vertebrale  da cui è affetta la protagonista della mia storia e che inciderà notevolmente sul suo percorso, perché molto probabilmente se J., questo è il primo e vero nome di Fortuna, non fosse nata con una malformazione non avrebbe mai avuto modo di vivere altre due vite totalmente diverse dalla prima.

COME CI SI SCOPRE SCRITTORI? COM’E’ INIZIATA LA TUA AVVENTURA NELLA SCRITTURA?
Innanzitutto ci tengo a precisare che non riesco ancora a considerarmi una vera scrittrice, Fortuna, il buco delle vite è soltanto il mio primo romanzo e per affermarmi  in modo serio e duraturo nel campo della scrittura ho ancora tantissima strada da fare. Credo che non sia necessario sforzarsi  per scrivere qualcosa di decente, deve essere qualcosa di completamente spontaneo, insomma sono fermamente convinta che avere una buona capacità di scrittura sia un talento di Dio.

CI SONO ABBASTANZA SPAZI OGGI PER ESSERE PUBBLICATI?
Purtroppo è molto più semplice di quello che si possa pensare con il self publishing e le case editrici a pagamento. Dico purtroppo perché non sempre i prodotti  che poi arrivano sul mercato sono di buona qualità, credo che se si desidera intraprendere in modo serio la strada della scrittura, allora sia necessario rivolgersi a delle case editrici qualificate che hanno alle spalle uno staff di editor che curano il  romanzo fase dopo fase fino alla pubblicazione e danno degli ottimi consigli per migliorare l’elaborato. Perciò mi sento di dare un piccolo consiglio a tutti quelli che sognano di pubblicare: non fidatevi di quelle case editrici che vi chiedono dei soldi per pubblicare il vostro libro, non otterrete alcuna soddisfazione. Io prima di riuscire a pubblicare Fortuna ho aspettato cinque anni ma non me ne sono pentita, perché mi sono affidata a un ottima casa editrice come la Ciesse edizioni di Padova.

QUAL E’ IL PIU’ BEL LIBRO CHE HAI LETTO O UN ATORE CHE PIU’ TI APPASSIONA?
E’ difficile scegliere un libro in particolare, perché ciascuno dei libri che ho letto è stato come un viaggio fantastico che mi ha lasciato mille sensazioni indimenticabili, però se devo citarne per forza qualcuno allora dico “Un uomo” di Oriana Fallaci e “Cime Tempestose” di Emily Bronte. Ho una passione smodata per tutti i libri della Fallaci ma leggo molto volentieri anche i romanzi di Isabel Allende, Gabriel Garcia Marquez, Flaubert, Stendhal  e Balzac. Tra gli italiani invece  mi piacciono molto Luigi Pirandello, Elsa Morante, Cesare Pavese, Michela Murgia e Silvia Avallone.

CI SONO ABBASTANZA SPAZI PER GLI SCRITTORI ESORDIENTI/EMERGENTI NELLA NOSTRA SOCIETA’ ? OPPURE VINCONO E FANNO VINCERE SEMPRE GLI STESSI NOMI?
Se hai la fortuna di pubblicare il tuo primo romanzo con una grande casa editrice come la Mondadori o la Rizzoli hai tutti gli spazi che desideri e spesso ti può capitare di vincere un premio prestigioso e vendere migliaia di copie come è successo a Silvia Avallone con “Acciaio”. Se invece pubblichi il tuo primo romanzo con una casa editrice medio piccola, la tua strada è decisamente in salita e piena di ostacoli che sembrano insuperabili, fai molta più fatica a vedere il tuo romanzo esposto in libreria e quando vai a chiedere, con tutta la gentilezza del mondo, se ti danno la possibilità di fare una presentazione ti senti spesso ti dicono un bel no.

C’E’ UN BREVE PASSO DEL LIBRO, UNA FRASE, A CUI SEI PARTICOLARMENTE LEGATA?
Io adoro ogni personaggio del mio libro, credo che sia inevitabile perché alla fine diventano tutti un po’ come dei figli, però ho un debole particolare per nonna Umberta Prima Rizzutelli, la nonna materna di J./Fortuna, perché è una donna allegra, energica e che non si da mai per vinta, mi piace tutto ciò che dice e mi è rimasto particolarmente impresso nella memoria un piccolo dialogo che ha con la nipote a proposito della felicità e dice: «…la felicità esiste e per riuscire a ottenerla, qualche volta dobbiamo avere il coraggio di rischiare».
«Rischiare che cosa?»
«Tutto: la reputazione, le certezze, la quotidianità. Rischiare di es-sere additata dalla gente che pensa di essere migliore di te, soltanto perché vive all’interno di schemi grigi e inutili. Rischiare di essere in-sultata, come se fossi l’essere peggiore della terra. Rischiare la solitu-dine e qualche volta persino il disprezzo».
La bambina rimase un po’ perplessa da quel discorso, allora la nonna sorrise e le chiese:
«Ti ho spaventata?»
«Sì, un po’» rispose candidamente lei.
«J. la felicità è una cosa preziosissima perciò è tanto difficile da conquistare, ma quando ci riesci ti ripaga di tutto quello che hai sofferto per ottenerla».

COLTIVI ALTRE PASSIONI OLTRE ALLA SCRITTURA?
Ho  mille passioni oltre la scrittura. Mi piace cucinare i piatti della mia amatissima Campania, soprattuto ora che vivo a Milano, andare al cinema e al teatro, sogno di poter partecipare a una prima della Scala, nuotare pensando di essere nelle acque limpide e cristalline della splendida costiera amalfitana, dipingere quadri astratti, fare il punto a croce e vorrei imparare ad andare a cavallo, perché i cavalli sono i miei animali preferiti.

MA E’ VERO CHE SEI TIFOSA DEL MILAN?
Sono una tifosa sfegatata!!! Toglietemi tutto ma non il milan. E’ una passione irrefrenabile che a volte mi fa soffrire come un cane e altre impazzire di gioia e toccare il cielo con un dito come è capitato nell’ultima finale di Champions league che ha disputato ad Atene nel 2007 e vinto con una splendida doppietta del mio amatissimo Pippo Inzaghi. Non potrei vivere senza l’adrenalina che mi regalano quei 90 minuti più supplementari, chi non conosce il calcio pensa che sia uno sport idiota, ventidue uomini che corrono e sudano dietro un pallone in calzoncini corti, ma quando lo conosci e ti appassioni a una squadra e ai suoi colori, allora ti rendi conto che non è cosi. Il milan ormai è come una seconda famiglia per me, non c’è giorno che non trovi modo di parlare del milan, che non mi preoccupi delle condizioni di salute dei giocatori e quando c’è qualche addio, purtroppo, qualche lacrima di commozione è inevitabile Dio mio quanto ho pianto per capitan Maldini, Gattuso e Inzaghi!

SE TI PRESENTO LA COPIA DEL TUO ROMANZO PER UNA DEDICA, COSA MI SCRIVI?
Se lo compri e lo leggi mi rendi infinitamente felice, non sono ancora abituata a fare le dediche, quando qualcuno me la chiede resto sempre un pochino perplessa perché penso che, in fondo, non sono ancora nessuno  e perciò il mio autografo vale poco, però se me la chiedessi ti scriverei :”Ad Alberto, mille grazie per aver dato fiducia alla mia Fortuna, che la vita gli possa regalare la forza e il coraggio di reinventarsi  sempre dopo ogni piccola o grande caduta”.