“Incontrando i lettori, dopo l’uscita del libro,
mi sono chiesta perché poi ho iniziato ad aprire i 'cassettini della memoria' ?
a che può servire ricordare?
E mi sono data questa risposta: ricordare è importante. Deriva da RE-COR-DARE cioè ‘riportare al cuore’.
La funzione del ricordare, se compiuta correttamente, armonizza dentro di noi
situazioni e persone del passato, e ci aiuta ad aprire il cuore. Nell’apertura di cuore ritroviamo il filo della nostra Anima e possiamo condurla verso l’Alto.
Siamo abituati a considerare il ricordare solo come qualcosa che porti in sé una sensazione un po’ vaga, di malinconia più o meno leggera, di struggimento; qualcosa di cui pare difficile trovare la valenza precisa, quasi che la vaghezza sia la sua maggiore sostanza, proprio perché, come i sogni, i ricordi vanno per associazioni sincroniche
(il che per la maggior parte di noi ha del misterioso).
La memoria, proprio attraverso questa malinconia… tale struggimento del
cuore, tale apparente inconsistenza, ha una sua grande concretezza; aiuta a riequilibrare dentro di noi situazioni, persone, accadimenti.
Il ‘come li avevamo vissuti allora’, mediante questa solo apparente ‘vaghezza’, viene rivissuto, ripulito. E dopo questa ripulitura della memoria, tutto quello che avevamo vissuto viene risistemato dentro al nostro cuore, ce ne riappropriamo – se il percorso è stato come dev’essere – con un’altra visione.
Una nuova visione che ha finalmente il sapore della compassione.”
E mi sono data questa risposta: ricordare è importante. Deriva da RE-COR-DARE cioè ‘riportare al cuore’.
La funzione del ricordare, se compiuta correttamente, armonizza dentro di noi
situazioni e persone del passato, e ci aiuta ad aprire il cuore. Nell’apertura di cuore ritroviamo il filo della nostra Anima e possiamo condurla verso l’Alto.
Siamo abituati a considerare il ricordare solo come qualcosa che porti in sé una sensazione un po’ vaga, di malinconia più o meno leggera, di struggimento; qualcosa di cui pare difficile trovare la valenza precisa, quasi che la vaghezza sia la sua maggiore sostanza, proprio perché, come i sogni, i ricordi vanno per associazioni sincroniche
(il che per la maggior parte di noi ha del misterioso).
La memoria, proprio attraverso questa malinconia… tale struggimento del
cuore, tale apparente inconsistenza, ha una sua grande concretezza; aiuta a riequilibrare dentro di noi situazioni, persone, accadimenti.
Il ‘come li avevamo vissuti allora’, mediante questa solo apparente ‘vaghezza’, viene rivissuto, ripulito. E dopo questa ripulitura della memoria, tutto quello che avevamo vissuto viene risistemato dentro al nostro cuore, ce ne riappropriamo – se il percorso è stato come dev’essere – con un’altra visione.
Una nuova visione che ha finalmente il sapore della compassione.”
(Riflessioni di Susanna Trippa sulla funzione
della memoria a proposito del romanzo
autobiografico Come cambia lo sguardo)