martedì 18 ottobre 2011

Sentirsi parte - Sergio Paolilli Treonze

"Guarda che forza! Ma ti rendi conto di cosa è capace di fare?"  
Domenica mattina, ore 8.45, camminavo su un sentiero con mia moglie. Sarà che sono scout da sempre e che sono cresciuto all'aria aperta; sarà che mi piacciono le scienze e le ho studiate...  sarà che...  
Non so, ma ci deve essere un motivo per cui, passando davanti ad una roccia in cui tenace riesce a fare breccia una radice, io non riesco a non fermarmi a guardarla con stupore ed ammirazione.
Ci deve essere un motivo per cui sono felice quando cammino in montagna e sento il freddo secco e pungente dell'aria mattutina sul viso, e il profumo della mentuccia. Sono felice quando mi stendo su un prato e, guardando il cielo, mi inebrio occhi e naso dei colori e dei profumi della natura. Ci deve essere un motivo per cui il sapore delle fragoline raccolte dopo 4 ore di cammino su un sentiero mi sazia per ore ed ore, e la vista delle rocce che portano il segno della forza della natura nelle loro pieghe contorte mi lascia senza fiato. La bellezza di un albero secolare è parallizzante. La forza dell'erba  che spunta tra l'asfalto, il verde che si riprende le città, è un miracolo.

Forse è che mi sento piccolo, piccolissima parte di questa immensa bellezza della natura. E del disegno di Dio. E in me entra la serenità.

lunedì 17 ottobre 2011

L'amore più grande - Aida


Mi manca da impazzire il suo amore per me…non lo sento più! Mi manca quel sentimento così riempitivo e totalizzante, così privo di giudizi, così gratuito, così generoso e poco scontato! Mi manca poter trovare nei suoi occhi quella stima per me, quella fiducia…mi manca quel suo pensare sempre a me…mi manca, mi manca! 
Che forte senso di abbandono e di povertà che sento!

Vieni a farmi capire che ancora mi ami, che ancora ti prendi cura di me, vieni a farmi sentire figlia amata, anima capita e non giudicata! Ho bisogno ancora del tuo amore!!! Pensare che gridando possa riuscire a farmi sentire da te mi consola…ma non mi basta!!! Sempre più spesso ho voglia di raggiungerti, vieni ad abbracciarmi quando ho paura, ad incoraggiarmi quando sono delusa, vieni a sostenere la mia corsa quando sono stanca…papà!

All'ora del cambio - Alberto Zuccalà



Nella cappella dell'ospedale c'è un quadernone pieno di tracce. A volte, prima o dopo i miei turni, passo da quegli squarci di vissuto e ne approfitto per starci un pò. E' raro che ci sia qualcuno con me: tra l'una e le due è l'ora del cambio. Fa uno strano effetto sentire oltre la porta le croci che passano sulle barelle spinte dalle infermiere. Sul quel quaderno, oggi ho scritto un pensiero che finiva così "...sulle ali imperiose della tua Parola".

domenica 16 ottobre 2011

Storie di Parabinità- Carlotta Fai

Nessuno ha mai saputo davvero quand'era il suo compleanno perchè, a sentire lui, ogni giorno era la sua festa. Con Quintino Sicuro, per tutti semplicemente Quintino, se ne va un pezzo di storia, una mascotte, un'istituzione. Quintino, un volto che faceva sentire a casa, misura di un tempo che non passa mai. Un volto che parlava di tradizioni, storia, di "parabinità". Un volto che al ritorno in paese faceva pensare "Sì,ora sono a Parabita". Quintino, una persona di famiglia. Ad ogni passaggio, anche distratto, lui era lì, e la sua presenza sapeva essere qualcosa di rassicurante. Mai sgarbato, mai inopportuno, mai invadente. In cambio di qualche spicciolo per un caffè, una sigaretta o una caramella, riempiva il cuore con le sue buffe riverenze. Quintino, uomo d'altri tempi, aveva un saluto per tutti, indistintamente. Dal primo cittadino fino all'ultimo degli emarginati. Giovani e anziani, uomini e donne. Amico di chiunque incrociasse il suo sguardo. Amico solo per essergli passato accanto. Amico solo per essersi incontrati. Perchè se ormai camminando per strada non ci si riconosce più, non ci si saluta, si va di corsa, non ci si guarda in faccia, Quintino no, un "buongiorno", una filastrocca o una canzone li aveva per chiunque. "Ahi rotulì rotulà,l'amore è una rotella, l'amore è una rotella",il pezzo forte del suo repertorio. E anche se ogni giorno il compleanno era il suo, gli auguri li faceva agli altri. Non deve esserci per forza un motivo per augurare una buona giornata o "tante belle cose" a qualcuno. Questo il grande insegnamento che ha lasciato alla sua Parabita, e tutti i parabitani, con quel suo sorriso buono e genuino, lo porteranno (e lo porterò) sempre nel cuore.

Ma il "mio", è di Cesare o di Dio? - Alberto Zuccalà

<<...a Dio quello che è di Dio>>

E mentre mi chiedo cosa possa essere davvero "di Dio" oltre alla vita, all'amore, alla salvezza ed altri anelli  così, penso alla poesia e alla bellezza, a tutte quelle arti feconde maturate nelle notti o nei pensieri addormentati sui cuscini. Penso a quella persona ricordata a ridosso di una finestra o di un finestrino. Penso a tutti i sogni poggiati alla vita nei mattini o ai "vorrei" intrufolati nella finta nenia di un rosario. Penso a quel momento solenne in cui ho avvertito che "mancava qualcosa" e alla tenerezza e la pazienza investita per poterla cercare. Penso che se tutto questo coincide con l'iniziativa di Dio, ad occhi aperti o ad occhi chiusi, il "dare a Cesare" vale sicuramente molto meno di ciò che porto dentro di me.

sabato 15 ottobre 2011

Roma 15 e 16 Ottobre 2011 - Alberto Zuccalà


Mentre guardavo le immagini di Roma di questa sera restavo senza parole. Ho solo guardato. Mentre cenavo ascoltavo e non riuscivo ad avere un pensiero capace di qualcosa. Son ritornato in camera mia. Ho riacceso la luce. Ho dato uno sguardo su fb e come punto finale a quelle immagini è venuta fuori una domanda sonora : "Ma dov'è finita l'Italia del valzer e l'Italia del caffè?".In queste stesse ore a Roma sono arrivati ragazzi da ogni parte del mondo. Domani avranno un incontro col Papa. Sono giovani che si occupano di nuova evangelizzazione (tra cui un gruppo di alcuni miei amici di Chieti). Portano la buona notizia per le strade. Strade di tutto il mondo attraversate spesso, come questo pomeriggio, dall'odio, dalla rabbia, dall'ideologia, dall'improduttiva speranza di poter bastare a se stessi, provvedere a tutto da sè. Che contrasto fortissimo vedere, nello stesso giorno e nelle stesse ore, il miracolo giovane e creativo di un Vangelo che torna lì dov'è nato, per strada, prossimo e vicino ad una ribellione gravida d'istinto e anemica d'amore.

Per definizione - mariagrazia


Apprendo dagli studi di psichiatria la definizione di ''sentimenti'' : tutto quanto vi è di psichico che non sia nè razionale nè istintivo. Questo spiegherebbe perchè tanto i sentimenti quanto le emozioni non si decidono nè si vogliono...ma si provano! Provare, non tentare. Provare nel senso di avvertire dentro di sè tanto da esser mossi, anzi comMOSSI ! Infatti i sentimenti ''muovono'' non solo il corpo ma soprattutto il cuore determinando il nostro modo di re-Agire...

Nel riassettare...-Carlotta Fai

E tra lavatrici e lenzuola e indumenti anche per il mio modestissimo appartamento è giunto il momento di una riassettata,sciacquata e spolverata. Proprio ieri passando con lo swiffer dust (si scrive così?) il mio comodino di finto legno ho trovato una monetina da un bani (che in italia equivale a 0,0001 centesimo) e un vecchio giornaletto di Topolino che non vedevo dalla prima volta che ho messo piede in Romania. Ho ricollegato ad una situazione analoga in cui quand'ero a casa mia, mia mamma nel mettere nella centrifuga (si alla fine sempre lì si va a parare!!!) i giubotti di fine stagione per esiliarli negli armadioni delle camere da letto trovava sempre soldi,carte di caramelle,codini e biglietti della spesa. A volte mi restituiva il contenuto a volte se le necessitavano si teneva i soldi senza dirmi nulla! E mi ringraziava a modo suo dicendo: " Figlioletta,le tue tasche sono una miniera d'oro!"
E a quanto pare lo sta diventando anche il mio appartamento (più o meno....)

venerdì 14 ottobre 2011

Nell'ora più oscura - Alberto Zuccalà




Ci sono persone a cui vorrei dire "Ti aspetto", chiedergli di venire con me, tra le età delle fanciulle dei boschi, dove ogni filo d'erba non conosce l'ombra di un'altra solitudine, nè acqua venuta giù dal cielo per sbaglio come i ventri delle madri perdonati da Dio. Eppure le labbra sì immergono nelle cerniere chiuse e silenziose delle anime, e non s'aprono al ritoro fecondo dei baci convessi, chiamati per caso alla porta e alla lotta, di un'antica e misteriosa follia.



Coerografie - Alberto Zuccalà


Visto che i pensieri giravano dalle stesse parti, aggiungo anche la mia "lavatrice" a quella di Sergio. Non per il profumato cambio di stagione, ma per la semplice centrifuga da "cestone pieno". Che bella malattia restare a guardare l'oblò tondo tondo che gira. Raggio per raggio per tre e quattordici! Combà è proprio TONDO! Poi ci sono i vuoti e gli spazi di VRRRRR VRRRRR VRRRRR. In questo preciso istante è partito anche il bottone dei jeans che fa TIN TIN TIN TIN. Questi rumori mi fanno compagnia. C'è chi guarda da un oblò per decollare e chi se ne torna nell'altra stanza come me per immaginare traiettorie invisibili. Sono solo danze diVERsE. Olè!

Marsiglia dell'anima -- Sergio Paolilli Treonze


Questa mattina abbiamo lavato le trapunte estive dei letti; si, a L'Aquila c'è una trapunta sui letti anche d'estate.
Pulite e profumate sono andate in armadio; al loro posto sono uscite quelle che, da 6 mesi, aspettavano  pulite e profumate  l'inverno.
Cambio di stagione. E' un rito...  si cambiano i colori, i vestiti...
E' tempo di pulizie. Tutto torna nuovo. 
Le piante perdono le foglie. Si preparano per il nuovo inizio che verrà.
Cambio di stagione, si cambia un po' anche dentro.
Guardando l'ipnotico girare della lavatrice, riflettevo su quanto sia bello il potere del sapone: elimina lo sporco, le macchie che nel tempo abbiamo procurato; restituisce colore, profumo e la voglia di avvolgersi in un indumento. Non ne elimina l'usura, l'esperienza, il vissuto.
E così ho ricordato la bella sensazione che, dopo anni di mancati "lavaggi", ho provato recentemente confessandomi: lo strapazzo interiore, da cui si esce puliti, senza polvere, senza durezza, con un ritrovato profumo, e la morbidezza e la sensazione di essere di nuovo pronti a ricominciare.
Confessione, marsiglia dell'anima.

giovedì 13 ottobre 2011

scelte - mariagrazia


La morte di 25 cristiani in Egitto suscita degli  interrogativi. Perchè e per chi  viviamo? Perchè e per chi moriamo? Viviamo per uccidere? Moriamo per difendere? E' una questione di scelte. Sta a noi scegliere se difendere la vita ad ogni costo, se un così grande dono d'amore merita la scelta responsabile di essere amato o se scegliere può significare dare la vita per un amore più grande. 

Un posto - Carlo Barrassi (lo straniero-non-nero)

C'è un posto. Ognuno ha il nostro.
Io non so bene che luogo sia, 
è un nascondiglio per venire allo scoperto,
un cespuglio intimo, un rifiuto.
E' dove ci appropriamo del nascosto che è in noi,
invisibile e inscrivibile per tutti.
Ci vado quando mi sento bisognoso-e-basta,
perché bisognoso-di-qualcosa lo sono sempre.
Quando ci si disinquieta,
quando preciso di dispaurirmi dalle improprie di me paure,
crepanze nella muraglia di un qualunque tranquillo andare.
C'è un posto. Una caverna preistorica del futuro presente,
una strada vasia di persone, impresenti.
Assenze costanti. Tanti-anti.

mercoledì 12 ottobre 2011

Dita d'altro azzurro - Alberto Zuccalà

Ecco Chi si poggia sul silenzio di cristallo,
l'implacabile che trova e tocca
l'isola nascosta della parola "malinconia".
Ecco chi trema con me
in questo canto dimenticato, soffiato e immenso
tra le anime dormienti.
In lontananza le stelle della terra
lasciano cadere il cuore dell'insonnia dell'anima mia
tra le strade abbandonate della sera
avvolte nell'unico lenzuolo del mio piccolo pensiero.
E in questo breve incanto
non esiste mare nero e più grande,
capace di ascoltarmi e di parlare,
se non quello impossibile e custodito
degli astri negli occhi suoi.

CARNAGE - Maria Luisa Zarrelli

Carnage… crudo, sottile, teatrale, poveramente sofisticato; quattro attori (3 premi oscar), due coppie sposate (Kate Winslet/Christofh Waltz e Jodie Foster /Jhon Reilly) , due undicenni: l’uno vittima dell’altro… il CARNEFICE  e il lesionato senza i due  incisivi a seguito di una stupida lite tra coetanei in un giardino solitamente innocuo. Il movente dell’inizio della discussione è trovare una soluzione pacifica a questo spiacevole avvenimento… il risultato: lo smembramento tramite una avvincente CARNEFICINA DIALETTICA di 4 soggetti che nel raccontarsi palesano un male di vivere represso, una frustrazione per i loro mestieri e per il rapporto che li unisce. Polanski riesce a dimostrare come anche solo un Blackberry  ostinato, un conato realistico di vomito su dei libri di arte antichi e il rovescio di una borsetta possano destabilizzare dei genitori di famiglia e renderli a tratti ridicoli tramite una bufera di parole. Un dialogo il loro, ripreso a tempo di orologio; pellicola di 79 minuti che scivola giù come una chiacchierata in un salotto a ritmo di scotch whisky… è così che dovete immaginavi il film! L’abitazione dei genitori del bimbo colpito è l’ambientazione di questo teatrino dai tratti comici e dal sapore bizzarro… scenografia quindi assente! Arte, tecnologia, viaggi, racconti di Africa, vomito, tulipani gialli e inquadrature semplici sono gli ingredienti di un film squisito e perfettamente riuscito! Lo spettatore si ritrova a ridere e sorridere del cambiamento di volto, di tono, dei 4 protagonisti. 4 grandissimi attori che quasi fanno a gara a chi deve maggiormente lasciare il segno. VEDETELO!

Frammento- Carlotta Fai

A furia di pensare,Giove,finalmente,ebbe un'idea: " Ho trovato il sistema-esclamò- perchè gli uomini sopravvivano ma,nello stesso tempo,divengano più deboli e la smettano con la loro prepotenza. Ecco,li taglierò, ciascuno, in due, così diventeranno più deboli, e, dato che aumenteranno di numero, potranno esserci anche più utili. [...] Fu così che gli uomini furono divisi in due, ma ecco che ciascuna età desiderava ricongiungersi all'altra; si abbracciavano, restavano fortemente avvinti e, nel desiderio di ricongiungersi nuovamente, si lasciavano morire di fame e di accidia, non volendo più far nulla, divise com'erano, l'una dall'altra. Da tempi remoti, quindi, è innato negli uomini il reciproco amore che li riconduce alle origini e che di due essere cerca di farne uno solo risanando, così, l'umana natura.

Quando il pollice come ciuccio non basta più - Alberto Zuccalà

Oggi ho visto un signore di 86 anni con gli occhiali di arisa, ma a lente gialla e il pizzetto bianco, alla Gighen, ma senza pistola. Mi ha detto che ha lavorato in Belgio, nelle miniere. Gli ho risposto "Ma allora lei è un guerriero!". Nelle miniere del belgio questi Italiani speciali, lavoravano a 900 metri sotto terra, e stavano supini in uno spazio massimo di 40/60 cm anche per 10 ore al giorno. Il solo pensiero, ogni volta che sento raccontare di questa storia mi mette i brividi. E ricordando il suo passato ha tenuto a precisare "Le miniere erano niente... erano i forni il vero problema!" . Si riferiva ai forni che lavoravano il carbon fossile a 1.300-1.600 °C. Il signore aveva una colecistite ed era più lucido degli occhi che piangono. Il paradosso ha voluto che nella stessa mattinata si prendesse una capocciata banalissima anche un bimbetto, che al momento della lastra non riusciva a star fermo se non con un intero biberon in bocca. Generazioni a confronto. Quanto siamo cambiati? Riflettevo serenamente ripensandoci verso casa. Olè!

martedì 11 ottobre 2011

Breve flusso di coscienza - AIDA

Vorrei essere, ora, padrona della mia volontà e sentirmi libera da ogni sentimento… sentimento che a volte ci delizia, altre ci rovina!
Le emozioni più belle ci fanno compagnia anche solo col ricordo, ma le tenebre di una tristezza fanno ombra anche al sole di mezzogiorno!
Mi sento schiava della mia sensibilità e vorrei poterla cacciare via per godere in maniera diversa del divenire attorno a me!
L'idea di star sola mi fa paura e mi costringe a trovare, di attimo in attimo,  alibi e circostanze che mi portino lontano da me stessa!
Mi chiedo cosa voglia l’uomo per un minuto di stima e cosa può fare ancora la mia anima per rivelare tutta la sua sincerità…cosa?!

lunedì 10 ottobre 2011

cinAMO! Maria Luisa Zarrelli

Che cos'è il cinema se non il più grande gioco di parole tramutato in immagini!?
E' la concretizzazione  ad occhi aperti di un sogno... pensato, ragionato, studiato!
E' il mondo in minuti... una storia; l'abilità di un regista di autoscattare le proprie emozioni!
Il regista è un poeta dell'immagine. Vedere un film è come comprare un bacio perugina ed esser curioso di scoprire che frase racchiude dentro!
Vedo un film al giorno... ed ogni volta mi perdo tra i meandri della mia testa che vuole intuire, capire il particolare che non tutti notano...
Mi capiterà - qualora lo vogliate - di recensire quelli che più hanno colpito il mio estro!

Campioni & campioni - Alberto Zuccalà


"Ciao" 
"Ciao"
"In pratica siamo degli interni di Psichiatria, stiamo facendo degli studi secondo i quali in situazioni post traumatiche da stress si attiverebbe un particolare gene. Sara ci ha detto che ti trovavi a L'aquila la notte del terremoto, saresti disposto a darci una mano sottoponendoti ad un test?"
"Certo, come posso aiutarvi?"
"Ci servirebbe un campione di saliva"

Ancora non finisco di ridere!!! Gli stavo per rispondere "ma a voi chi vi studia?". Esci di casa e ti chiedono la saliva. Ma dove siamo arrivati?!?! Il bello delle cose strane...  Olè!

Eredità!- Carlotta Fai

Andando in giro per vecchie masserie quest'estate ho trovato questo quadretto appeso in quella che un tempo doveva essere la sala da pranzo.. e penso a quello che con gli anni abbiamo avuto in eredità. Non parlo in senso generico,gli esempi si riscontano anche nel quotidiano.. Basti pensare ai genitori che col lavoro di una vita assicurano un tetto sulla testa al proprio figlio che si deve sistemare,e così il figlio,diventato padre,fa lo stesso con suo figlio.. ma l'eredità è anche faccenda di spirito.. I valori della vita,ad esempio,sono eredità dell'educazione e dell'amore ricevuto durante l'infanzia e l'adolescenza,anche se in pratica non si finisce mai di imparare e quindi quel bagaglio di eredità rimane sempre colmo.. sempre colmo di ricchezza.

domenica 9 ottobre 2011

La storia siamo noi - mariagrazia

<<Molti sono  chiamati,  ma pochi eletti.>>
 Si, eletti . Non preferiti. Eletti, cioè ‘’scelti’’ perché liberi! Ci sono persone che sono come il legno degli alberi radicati nel terreno  o come il fuoco che  segue il vento per alimentarsi ; alcune  sono come i nuvoloni delle tempeste che difficilmente si lasciano attraversare dalla luce del sole. Altre  invece sono come l’acqua che si scava liberaMENTE la strada anche attraverso le pietre e quando è intrappolata cerca un nuovo varco. L’esercizio della libertà è  cosi naturale … come acqua la vita dovrebbe liberarsi e seguire la forza della corrente!  Ogni istante mi perviene il più grande invito : quello di esercitare la mia liberta di non essere indifferente, di amare, di cambiarmi, di migliorarmi, di rendermi degna e fiera di un Amore cosi grande e REGALE! Niente propaganda o striscioni però…per vincere queste elezioni basta vivere la nostra storia!Il mio manifesto scrive  ’’tutto posso in colui che mi da forza’’.
   http://www.youtube.com/watch?v=K-VpPGI2S50

Di freddo in freschezza - Alberto Zuccalà

Grazie per l'umiltà a cui mi costringi senza la quale non potrei meravigliarmi di ciò che mi manca davvero e che aspetto con la cura silenziosa che hanno le rose nell'asciugare le parole. Poggio questo grazie in questa notte fredda fredda, ma mai abbastanza per non divertirmi al ricordo curioso dell'alternarsi inaspettato di grandine, pioggia e pezzi di cielo sparsi qua e là nel pomeriggio (ricorperti in fretta per devozione all'autunno). Concedi il gusto di cambiare stagione anche a me e di gioire ancora nelle tue mani.  Grazie per i giovani di questa sera, che cantavano con una freschezza cristallina quel canto che mi ha fatto pensare a tante cose e a quella pagina tenuta sottotono dal mio cuore che ribadiva sulle loro labbra "Sono qui a lodarti, qui  per  adorarti.."


1254 FILI D’ERBA - Federica (seconda parte)

Trasalì. la sua voce profonda mi colse di sorpresa. >avere tutto qui nella testa< disse indicandosi le tempie con un dito >e non poter vedere neppure un pensiero prender forma! La gente dice che son pazzo! Ma io, prigioniero di me stesso, senza ali me ne volo via!< ero turbato io e non lui, che al contrario sembrava quieto ma al tempo stesso fuori di se. Nel mio silenzio continuò a parlare porgendomi un filo d’erba >i fili d’erba? Li conto! Questo servirà anche te tra qualche anno. Testimoni innocenti della mia tortura. Perché vedi, io so cosa significa avere le ali spezzate ma tu no e presto mi raggiungerai nel tormento. Tu hai paura di me e andrai solo via. Ora dimmi chi è il pazzo tra me e te?< regnò il silenzio tra me e lui. >1252, 1253, 1254…< riprese a contare. Non ebbi il coraggio di rispondere inquietato dalla conversazione. Mi voltai e decisi di andar via, così come aveva detto. Quel pazzo non mi sembrava più così pazzo. Era riuscito a contare 1254 fili d’erba.

Riflessione sulla Parola,XXVIII Tempo Ordinario-Carlotta Fai

 Tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze.  (Mt 22,1-14)     


La Parabola presente nel Vangelo di oggi, sulle nozze del Figlio e l'invito del Padre al banchetto di "grasse vivande, di cibi succulenti e vini raffinati", è senza dubbio l'allegoria del Paradiso, nel cui Regno la festa,il banchetto, la gioia, sono l'atmosfera che lo circonda, volti illuminati dalla Luce Eterna che è anche Bisogno, Necessità, e non mancanza, in un sistema pressocchè contemplativo che non necessità d'altro perchè coloro che siedono alla Mensa non hanno nè bisogno di grasse vivande nè di vini raffinati, in quanto la visione di Dio occupa tutto il loro essere. Ma per averne accesso, tutti possono accedervi. L'ingresso è libero. Dipende solo dalla propria volontà, dipende solo se lo vogliamo o no. Se c'è sul serio interesse. Molti di coloro che erano stati mandati a distribuire inviti ai "prescelti" sono stati scacciati, picchiati, assassinati. Gli invitati di "seconda scelta" invece, li hanno seguiti e sono entrati a far parte molto volentieri. Questo mi fa pensare che l'ingresso non è precluso a nessuno, ma semplicemente che ogni azione dell'uomo prevede delle conseguenze. Dio non punisce,non castiga,non è un padrone senza scrupoli. é la volontà che incatena. Il Signore non ci avrebbe dato libero arbitrio se fosse stato un Dio punitore. E così l'Inferno, le tenebre, là dov'è "pianto e stridore di denti" è la diretta conseguenza del libero arbitrio. C'è ancora un punto. Cos'è l'abito nuziale? La prima lettera ai Corinzi di s. Paolo, cap. 13,vs.1, inizia così: "Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli ma non avessi la carità,sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita". Ecco la veste nuziale. Ecco la Carità. Tutto il resto è nulla. Per esserne vestiti non bisogna far altro che essere come i poveri. "Beati i poveri, gli afflitti e gli affamati".

Crocicchi - Alberto Zuccalà



<<andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli>>

Da quattro punti cardinali, i percorsi di molti, riuniti in uno solo. Negli incroci ci sono le strade e i sogni,  i cambi di direzione, gli incontri. Qui, la gente che non ha altre àncore nella testa,  buona o cattiva, finisce per avere l'opportunità di essere protagonista in una strada nuova. Gente libera: non rinchiusa dentro la monotonia di una sola corsia, che nella sua vita avverte  la mancanza di qualcosa o che, ciò che possiede non è in grado di trascinarla altrove, in un richiamo produttivo. E liberaMENTE, ha l'opportunità di ritrovarsi in un incrocio, un crocicchio e scegliere nuovamente che fare. Ecco l'invito a nozze: il cambiamento.


sabato 8 ottobre 2011

Meredith Kercher - Alberto Zuccalà


Vorrei che il mondo non parlasse tanto quanto parla. Rimbomba nei vicoli a tal punto da non conoscere più il silenzio. Parla con la presunzione di sapere tutta la verità, senza averne le carte, le perizie, gli studi, le sensibilità. Tutta presunzione. E quanto trema quando non è in grado di arrivare alla soluzione o ad una soluzione capace di "giustizia". L'onnipotenza del sentirsi al riparo, "dalla parte giusta" crolla e resta tutto nella sua confusione ancestrale. Ho dentro di me la speranza che da ora qualsiasi libro, giornale, film, spettacolo televisivo... che si proponga di parlare di casi del genere non sia sponsorizzato dai nostri occhi, progettati per questioni più grandi. Riapro questo desiderio con la speranza di non trovarci colpevoli di sentimenti, presunzioni, e irrispetosità non nostre.

Peschi in Fiore - Carlo Barrassi ( non di )

Da Emilio Godìn a Silvia Godiniana : 
Ho scoperto che in verità è l'attrazione a far si che ci si possa sentir matti, ed io sto ammattendo. 
E' l'attrazione nei confronti di qualcuno o qualcosa, qualsiasi "uno" e quasiasi "cosa", a renderci capaci di realizzare l'irrealizzabile-abile-in-partenza.
Ho scoperto che lei ama i peschi in fiore e che di riflesso anche io amo i peschi in fiore,  non in quanto massa toccabile e visibile (Non ho mai avuto il privilegio di ammirarne uno in tutta la mia vita); amo i peschi in fiore per come nascono, crescono e appassiscono sulle labbra di lei, e nella sua testolina riccia all'esterno e forse anche dentro. Per come il viso le si illumina parlandone. Ed amo la vergona che prova nell'ammettere quell'emozione.
Parole. Pure e semplici. Peschi in fiore. Senti come suona bene? Intendo proprio nel dirlo. Pesco in fiore. Fiore di Pesco. Fiore. Pesco. In fiore e ancora fiore. Di che colore è un Fiore di Pesco? Rosa? O bianco? Eppure quando ci penso l'unico colore che mi zampilla nella mente è l'arancione. Come l'arancione viscoso di un uovo al tegamino. A dire il vero c'è anche il bianco nell'uovo al tegamino, ed il giallo, eppure è l'arancione che mi si conficca proprio qui all'altezza della tempia. Freccia. L'arancione viscoso di un uovo al tegamino. Proprio quello. L'arancione (che non c'è) di un fiore rosa. Di un uovo al tegamino...Senti?..L'arancione viscoso di un uovo al tegamino. Come suona male. Peschi in fiore suona decisamente meglio. Che soavità ! Però mi fan pensare entrambi all'arancione. Che strano. Che strana cosa, come lei, che strana cosa .
Le incertezze sono fatte apposta per esserci. tu prendi ciò che più ti aggrada e ti soddisfa che poi agli sbocchi ci pensa la vita.


                            

Mbhà - Alberto Zuccalà



Il fatto è proprio quello: più sei stronzo più hai un senso. E crolla il mondo. Tanto intorno ci sono milioni di sistemi solari che continuano a ballare ugualemente. Dicono così. E per farlo hanno bisogno di uno che sia stronzo: un giorno, un motore, un pensiero, un contatto.... Tanto gli aerei intorno decollano lo stesso. Dicono così. E poi finiscono per non avere mai quello che cercano. E' tutto il "valore della conquista"? Mbhà... e dico Mbhà. Perchè mi viene da dire Mbhà. Lascia stare! Mi capisco da solo! Olè!

?- Carlotta Fai




Se tutto il mio essere si potesse sprigionare fuori da questa bolla di carne direbbe.Parlerebbe. Direbbe:"mi sono finalmente svegliato. Ho subito un urto. Qualcuno mi ha spostato. E per poco non cadevo."

E io perchè devo continuamente subire le fiaccole brevi del mio passato? Perchè "a volte ritorna"? Quando voglio eliminarne ogni traccia lo incontro tra le righe di un sogno. Quando non penso che possa esistere un’associazione di eventi tra due parole invece è così. Ok. Ho capito che il passato è indiscutibilmente importante. Bisogna solo imparare a tenerlo a bada quando vuole uscire.. Finora non ci sono sempre riuscita.. Spero di riuscirci in futuro.. Dicevano gli antichi che la sorte conduce l’uomo per vie già determinate. Non credo che la mia sia una e già determinata. Se poi lo sarà,questo non sta a me saperlo...

venerdì 7 ottobre 2011

1254 FILI D’ERBA - Federica (prima parte)

 c'e' un matto in giro con le tasche piene di parole 
e sogni che nessuno ha realizzato  e non sa coltivare 
se non dentro la sua testa vuota e dentro le speranze 
di chi non ha mai deciso niente”


>1252, 1253, 1254…<
>cosa conti?< lo interruppi. Si voltò verso di me a guardarmi con occhi di un castano ridente e divertito. Senza degnarmi di risposta mi rivolse nuovamente le spalle. Mi avvicinai allora incuriosito. Seduto a terra, quell’uomo mi apparve nella sua stranezza. Indossava un pigiama color panna lindo e pulito. Dal suo volto sbarbato sembrava come assente. > sai qual è la peggior tortura per un uomo?< Trasalì. la sua voce profonda mi colse di sorpresa. >avere tutto qui nella testa< disse indicandosi le tempie con un dito > e non poter vedere neppure un pensiero prender forma!

Un minuto - Alberto Zuccalà



Che strano modo di giocare hanno le pioggie. Hanno bucato la mia mente oggi e non riesco a non pensarci. E' il cuore a chiedere che un giorno mi possano somigliare. Soltanto mia. La pioggia. Nelle ore della vanità ricorda qualcuno che non c'è più e provo a ritrovare nei violini. Quelli parlano dentro di me come fanno i nonni che raccontano ai bambini le storie calde e lussuose di illusioni.

Tardive memorie - Sergio Paolilli Treonze


E' morto Steve Jobs.  Sicuramente una persona con idee brillanti. Pace all'anima sua. Ma io non voglio parlare di lui. Per giorni ne parleranno i media. All'infinito. E forse è giusto così.

Io invece  voglio parlare di altri, dei vivi. Voglio ricordarmi  di loro prima che sia tardiPerchè spendere parole, gesti, monumenti, solo alla morte di una persona che li vale? Perchè, farlo solo quando non può più esserene vivo protagosnista?
Non sarebbe più bello, così come accade per il Nobel, dimostrare ad una persona la nostra stima, il nostro affetto, quando ancora possiamo leggergli negli occhi la commozione per la nostra gratitudine?
Chi di voi ha atteso troppo, per dire ad una persona, "grazie", "ti voglio bene", "ti stimo"? Quel troppo che poi ti fa rimpiangere di non averlo fatto  "in tempo"...
Così oggi io esprimo la mia gratitudine a chi mi ha creato; a chi mi ha guidato nella crescita; ai miei genitori, ai capi scout; ai miei insegnanti; ai miei amici di adolescenza e a quelli di oggi. A mia moglie e ai suoi genitori per averla fatta così; ai miei nonni; a mio fratello, ai miei zii e cugini.  A tutti quelli che hanno riempito e riempiono la mia vita.... a quelli che mi hanno aiutato in momenti difficili, a chi mi è ancora vicino. A tanti... E anche se non li raggiungerà, preferisco comunicare il mio grazie (ora che sono vivi)  anche a De Gregori, ai Pink Floyd, ai Dire Straits, a Stefano Benni, a Bill Gates,  a chi studia per il progresso della scienza e dell'anima....
Per ultimo, a comprendere il tutto,  grazie a Dio.
E a te, lettore: grazie! Con l'invito a fare, da oggi, le tue manifestazioni di stima e gratitudine a chi hai ancora la possibilità di abbracciare.

giovedì 6 ottobre 2011

Il guardatore - Carlo Barrassi (il guardante)

                                                                              

Finestre aperte.
Porte aperte.
Non guardarci dentro.
Angoli bui e confusione.
Sono io che osservo il passante,
passeggero che viaggia,
senza movimento.
Realtà di acqua
penetrabile e asciutta.
I bambini che giocano sulla strada.
Frantumi di inquitudine.
Mattine torride e stagnati.
Raccontami i colori dell'aria,
e della luce anche.
Paesaggi del Nord,
e chiarodiluna nascosti dalla condensa
Oltre gli occhi ed i pensieri c'è l'anima.                                                                           

                                

Con il cavo nella mente - Alberto Zuccalà

Ascoltavo la canzone "Sono il disprezzo" (premetto che "live", nello stanzino infarcito di fili elettronici e di amplificatori "a retu la benzina ti li cinate, nanzi la palestra" ha un effetto centomilavolte più vulcanico) ammetto che mi piace moltissimo per l'accostamento di un "disprezzo" capace di avvertire la pelle sfatta di un ipotetico "intimo umano" per sparargli in faccia un eccellentissimo "vivi". Bravi i "jack in the head", Matteo & Wolly! (L'album è scaricabile gratuitamente. Cercatevelo!).  

Emmobbasta!- Carlotta Fai

Sto odiando i post nostalgici sulle "vecchie generazioni" cresciute a pane e pomodoro,a giochi per strada,a "io non avevo il cellulare e stavo benissimo". Scusate ma voi non siete li stessi che fanno la fila per comprarsi l'ultimo Iphone,la Wii,la Playstation,l'Xbox,l'I-Pad,l'I-pod,il navigatore,la webcam 3D,l'orologio che fa il caffè,lo srotola cartaigienica elettrico?? Perchè giudicare i ragazzi? Noi almeno un'alternativa l'abbiamo avuta. Loro sono nati già in culle videosorvegliate,con il pannolino con i tergicristalli elettrici. Quei tempi non li hanno vissuti. Noi si. E se si stava meglio quando si stava peggio,e lo pensate seriamente,rinunciate a tutte le comodità supertecnologiche che avete. No?

Regali dai decolli - Alberto Zuccalà



L'importante è volare! Confesso che a volte è stato anche un mio desiderio martellante. Un pò per la faccenda mielosa del sentirsi più leggeri e un pò per quella che brutti o belli che siamo in cielo diventiamo tutti bellissimi per definizione. Ma di colpo ho capito che pur restando il cielo anche da lì è lecito bucare i venti per esigenze maledettamente non prorogabili. E finchè è merda di piccione ok. Ma se è merda di dinosauro come faccio a non riaprire la macchina preoccupandomi per davvero per chi può abitare intorno a me? Olè!

mercoledì 5 ottobre 2011

La macchina del tempo - Sergio Paolilli Treonze

Una birra, dopocena, con un amico. Nulla di strano se non fosse che non lo facevo da circa 10 anni. Certo, ci eravamo sentiti, ma viviamo ormai in cittá diverse, e di rado ci si vede. Poteva essere la classica situazione in cui si riflette sul tempo che passa, su cosa é cambiato... Invece con la massima naturalezza, ci siamo ritrovati come 10 anni fa, davanti a due birre a parlare delle nostre ultime esperienze,viaggi, problemi. Come se la nostra frequentazione non si fosse mai arrestata. Come se la vita non ci avesse portato in posti diversi. Il tempo passa, ma ci sono cose su cui non lascia segni; un'amicizia non invecchia. Se ci ritroveremo fra 20 anni, ne sono certo, la birra avrà lo stesso sapore e ci ritroveremo a berla ridendo alle stesse stupide battute, 20enni di 60 anni. Sono poche le cose che sai di poter ritrovare come le hai lasciate tanto tempo prima. É bello vedere che il tempo ti matura, ma non ti doma.

ULTIMO SGUARDO - Fede


Spiaggia ore 18:30
Una malinconia mi stringe il cuore, solitudine abbraccia il mio respiro. guardo questa ultima carezza di sole al cielo mentre un brivido percorre la mia pelle all'ultimo alito di scirocco che mi accarezza. Osservo l'orizzonte così nitido e il cielo dorato che dipinge il mio sguardo di un dolce arancio. è come se il mare volesse parlarmi. quasi lo sento sussurrare: " mia dolce Fede, mi mancheranno i tuoi occhi". così volo con il pensiero a tutti gli ultimi sguardi al mare prima di tornare a casa, quelli gioiosi di bambina, quelli ricchi di lacrime prima delle grandi scelte e sorrisi innocenti di ragazza. quanti ricordi tornano in mente. Un’inebriante freschezza avvolge completamente. Anche se ho l’impressione che ogni giorno il mio sorriso sia diverso, dentro me, mi auguro che mai cambi questa sottile striscia di terra prima dell'immenso blu dell'acqua unita al cielo, con i suoi ulivi secolari, le pietre delle torri in lontananza, gli scogli che intimidiscono i non audaci, le stradine e i profumi della vegetazione...innamorata di un luogo che parla di me, guardo l'infinito con lo stesso sguardo intenso di sentimento. nella notte buia che mi abbraccia, la luna in tutto il suo maestoso chiarore è sorta, tingendo di un manto d'argento il mare che con dolcezza mi saluta lasciandomi un tenero bacio d'acqua... ultimo sguardo, si torna a casa...

spiaggia ore 21.00

Limbi - Alberto Zuccalà


Ti ho cercata nelle finestre impossibili 
e nelle lucerne che proiettavano ombre 
provando a sceglierti e sciogliendo invano
i calcinacci disturbatori delle mie stanze. 
Distendimi le braccia 
coi tuoi cerchi azzurri scritti dentro gli occhi
e afferrerò tutti progetti sopraffini 
tirati giù dai balconi fioriti
limitrofi ai venti 
e ai "vorrei".

Autunno- Carlotta Fai

Il cielo che mi si presenta davanti agli occhi ogni mattina è cristallino,limpidamente celeste,come il pavimento del paradiso incastonato con patine d'oro lucente delle prime luci del sole. Lo trovo identico allo scenario primaverile. Ma a differenza di quest'ultima non c'è la vita che si risveglia,nè l'ebrezza di odori nell'aria. Solo un tappeto che scrocchia di foglie,e vite che,congedandosi in anticipo da quest'anno aspettano di riaprire gli occhi a freddo finito. Noi non siamo tra quelle vite,perchè sistematicamente ci manteniamo vivi. Sistematicamente viviamo. Sistematicamente esistenti sotto questo cielo.

E penso a te.... - mariagrazia

Questa sera ho chiesto al sonno di non tardare e invece mi lascia ad aspettare con gli occhi chiusi e la mente affaciata alla stanza dei ricordi attraverso la porta del pensiero...A volte vorrei proprio chiuderla.Altre volte vorrei che mi aprisse le ali e mi lasciasse respirare...
Quando è così buio non è semplice definire il limite tra ''il sogno e il ricordo'' o quello tra '' l'è e i miei vorrei''. Così pensarti è come prendere una boccata d'aria...
Chissà se anche tu chiudi gli occhi e mi pensi,se mi pensi e mi trovi...

martedì 4 ottobre 2011

rosso assoluto - mariagrazia


E' la prima volta che metto lo smalto rosso e guardo e riguardo le mie mani. Fa uno strano effetto, non ci sono abituata ed ho sempre detto che non fa per me anche se oggi un pò mi piace...Riflettevo sul fatto che le cose,come anche le persone,assumono ai nostri occhi i volti e le sfaccettature che noi decidiamo...
Quante volte ho attribuito un ''mio'' significato a gesti e situazioni per poi accorgermi che ero distante dalla realtà?
Oggi il mio rosso assoluto lo sento relativo...

Di vita o di tempo - Alberto Zuccalà

Francamente non so, eppure percepisco il tempo in un modo anomalo. Mi guardo. Mi aspetto. Non mi fumo una sigaretta perchè non fumo, altrimenti lo farei. Non bevo per il semplice fatto che non mi piace bere. Non mi piace proprio il gesto, figurati il gusto. Altri si annebbiano il cervello in questi gusti. E poi troppe bevande sanno di frutta e a me la frutta non piace. Passa il pomeriggio in un lampo e non so come. Ma ho avuto il tempo di invitarla, preparare la cena, aprirle la porta e chiederle "Ma perchè il destino con me non è mai puntuale?".

Il debuttatore - Carlo Barrassi (il debuttante)

C'è rumore nel cielo
ed è mattina in quei posti e in quelle notti,
quelle che io ricordo,
notti bambine con la paura d'esser soli.
Sento il profumo delle ossa.
Alzi la mano chi non ha mai creduto di provare amore,
chi non ha mai sentito caldo intenso sulla propria anima,
pensando fosse legna in un camino.

Era di giovedi e c'era poco vento.
Abbasserò anch'io la mia di mano,
sono convinto,
e quando avrò domato anche me stesso,
quel me stesso non sarà mai abbastanza.

Tutto si è mosso intorno ad una nebulosa,
e se finalmente ti troverò,
spero che non sia nel sogno di un altro (me stesso),
Perché così non sarai mai mia veramente.

lunedì 3 ottobre 2011

TanGenti? - Alberto Zuccalà

Ho litigato con il proprietario di un negozio di elettrodomestici in centro. Mi voleva vendere una "tripla" a 7 euro. Ho rifiutato e sono andato più giù per la strada. Ad una ferramenta, stesso prodotto a 3 euro! Indeciso se ripassare dal primo negozio per riferire, mi trovavo di passaggio e ho riaperto la porta. Mostrandogli l'acquisto ho detto: "Torno  semplicemente per comunicarle che fortunatamente intorno a lei ci sono persone oneste e rispettose". E stizzito ha avuto solo l'indecente dignità di rispondere "Il prodotto che le stavo vendendo io era migliore. Lei è libero di comprare o non comprare." Ora mi chiedo: l'onestà e il buon senso abitano ancora la stessa intelligenza o stanno prendendo davvero la tangente? PS: Era più cinese la sua "tripla"! : )

C'è qualcuno li fuori? - Sergio Paolilli Treonze

"Is there anybody out there?" 
Per anni ho ascoltato questa canzone, la  singola  frase e il pezzo di chitarra che la segue.... ma solo ieri ne ho percepito l'intensità.

C'è tutta la solitudine delle giornate di un carcerato, delle ore passate al chiuso, lontano dalla luce, dalla vita.
C'è l'impossibilità di stare al sole o sotto la pioggia, di mangiare un biscotto, di chiedere "come stai" a un amico.
C'è l'estraneità al mondo di fuori.

Soli, con i propri errori, con la propria debolezza.
Aspettando, sperando, che qualcuno li pensi, che qualcuno entri nel loro guscio.
Fosse anche l'ultima persona che, da liberi, avrebbero voluto vedere.

"C'è nessuno li fuori?"
La domanda non deve restare senza risposta.

  Pink Floyd - "Is there anybody out there?"

Sergio

domenica 2 ottobre 2011

Da ascoltare & da sentire - Alberto Zuccalà

"Ascoltate un’altra parabola"


Chiusa la porta della stanza tutto si muove al silenzio. A volte resta tale, altre volte si intreccia ai pensieri che parlano o soffiano. Ultimamente mi capita spesso. Non di sentire "voci". Di raccogliermi. Ma a te non succede di parlarti al momento del cuscino? O prendi subito sonno? In questi giorni ho visto ascoltare e due istanti dopo trovare  quelle orecchie già distratte dalla paura di sentire troppo. E così ho scelto di scrivere perchè potessero restare delle parole da ritrovare. Quelle orecchie, su certi propositi, somigliano alle mie. Anzi, alla mia (per chi sa!).

Dinamiche Dominanti- Carlotta Fai

Io mi chiedo,il risentimento è eterno? Può davvero fossilizzarsi tutto in un "non me ne importa nulla"? C'è solo del nero e del marcio nel cuore di una persona o non è mai troppo tardi per ricominciare? Può accadere qualcosa di straordinario a tal punto da esser necessario un cambio di variabili? perchè non possiamo sentirci uniti come fratelli? Perchè non possiamo avere la spontaneità di un bambino,che con un mignolino perdona anche chi gli tira i capelli? La bontà disarma. Ma a che prezzo:zero. é il risentimento e l'orgoglio che comportano costi più alti. E il passo verso l'odio viene subito dopo.